
Bad Bunny rifiuta le regole della fama made in USA
E riscrive quelle della nostalgia virale
16 Gennaio 2025
Se siete stati su TikTok nelle ultime 72 ore (circa) avrete sicuramente sentito una canzone che, anche se non si comprende appieno la lingua spagnola, suona nostalgica, dolce, triste, tutto insieme. Si tratta di DtMF (DeBÍ TiRAR MáS FOToS) brano che dà il nome al sesto album in studio dell'artista portoricano Bad Bunny, che ha visto la luce il 5 gennaio e che è già sulla bocca di tutti, viralissimo, inno romantico di coloro che hanno lasciato la loro casa a malincuore alla ricerca di una vita migliore e che adesso devono fare i conti con i ricordi e con tutto quello che si sono persi.
Il patriottismo di Bad Bunny è una scelta politica e una lezione
Un inno alla sua terra natale, Porto Rico appunto, che va oltre i testi e le melodie di questo lavoro, e che si riflette in tantissima della sua strategia promozionale e nel modo in cui Bad Bunny si interfaccia al pubblico e agli Stati Uniti d'America tutti. Un esempio? Il suo rifiuto quasi totale di parlare inglese, anche dopo averlo imparato, e il modo scherzoso ma non troppo in cui invita gli anglofoni a imparare la sua, di lingua, per una volta. Ancora, qualche giorno fa Variety ha annunciato in esclusiva che l'artista sta pianificando una serie di show nella sua nazione natale, una vera e propria residency intitolata significativamente No Me Quiero Ir De Aquí (Non voglio andarmene da qui) che, invece di avere luogo a Las Vegas, avverrà al Coliseo de Puerto Rico questa estate. I primi 9 spettacoli, dall'11 al 27 luglio, saranno riservati ai residenti dell'Isola.
Un emigrato che non si piega alle regole del Paese di arrivo e che non rifiuta le sue origini
Questo "rifiuto" di piegarsi alle regole della fama occidentale made in USA non è un rifiuto sterile e distruttivo, anzi è costruttivo, apre lo sguardo, moltiplica i poli di interesse. Si tratta di una lezione a noi - inteso come polo anglofono dell'industria della musica e dell'intrattenimento, che pensa di essere il centro del mondo e del successo, colui che davvero decide chi ce la fa e chi no, chi si piega e chi no - e di un grido di orgoglio, tutto in uno. Che un artista internazionale per natura, adesso molto famoso anche negli Stati Uniti e nei Paesi che da essi dipendono e prendono spunto ignori la pressante esigenza di fare un tour in quei luoghi e se ne torni, invece, a casa sua, per usare un'espressione sgradevole che probabilmente si sarebbe sentito dire in quanto semplice immigrato, in un'altra vita, è un bel segnale e un rovesciamento degli equilibri di potere.
La prova di fedeltà e l'universalità della nostalgia
Anche se non ci viene incontro, quando si mostra assolutamente netto e senza vergogna nel suo voler favorire la sua terra d'origine, quando si sottrae al gioco che impone a chi è andato via di parlar male del luogo in cui è nato, ecco che nella sua nostalgia dolce, amara e malinconica Bad Bunny diventa universale, si fa portavoce di un sentimento applicabile ovunque, dal piccolo al grande. La sua DtMF è diventata su TikTok la canzone di chi ha perso qualcuno di lontano, di chi rimpiange un'origine, di chi è scappato. E nonostante tutto, non troveremo per questo maggiore morbidezza da parte di Bad Bunny nei nostri confronti. Anzi, come rilevato da alcuni utenti su Twitter, per accedere alla vendita dei suoi biglietti si doveva addirittura superare un test. Perché per Bad Bunny la fama è una cosa seria, rigorosa, una questione di radici e di riscatto.