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Il ragazzo dai pantaloni rosa: la storia vera, le polemiche e gli incassi da record

Il film, uscito lo scorso 7 novembre, ha superato il numero di presenze di Parthenope di Paolo Sorrentino

Il ragazzo dai pantaloni rosa: la storia vera, le polemiche e gli incassi da record  Il film, uscito lo scorso 7 novembre, ha superato il numero di presenze di Parthenope di Paolo Sorrentino

L’Italia continua a sfornare piccoli grandi casi cinematografici. Si va dal secondo biglietto d’oro consecutivo per C’è ancora domani di Paola Cortellesi, riconoscimento mai ricevuto due volte di seguito dalla medesima pellicola, fino al successo di Parthenope di Paolo Sorrentino, miglior titolo al botteghino della carriera dell’autore, che ha superato anche il premio Oscar La grande bellezza. A conquistare le vette del box-office italiano, però, c’è un altro film che sta prendendo sempre più spazio e raggiungendo un numero elevatissimo di spettatori, soprattutto tra le famiglie. Non ci si poteva aspettare che sarebbe stato questo il destino de Il ragazzo dai pantaloni rosa, film di Margherita Ferri con protagonisti Claudia Pandolfi, Samuele Carrino, Sara Ciocca, Corrado Fortuna e Andrea Arru, a maggior ragione dopo gli spiacevoli episodi che hanno anticipato la sua uscita il 7 novembre in sala.

Il ragazzo dai pantaloni rosa, la trama

Tratto da una storia vera, il racconto di cronaca adattato per il cinema mette al centro il giovane Andrea Spezzacatena, che il 20 novembre del 2012 si tolse la vita all’età di soli 15 anni dopo essere stato vittima di bullismo e cyberbullismo. L’opera è stata prima un libro scritto dalla madre Teresa Manes che è stato poi trasposto sul grande schermo. Nella storia vengono riportati i maltrattamenti subiti dal giovane da parte dei suoi coetanei dopo essere andato un giorno a scuola con un paio di pantaloni stinti in lavatrice che da rossi sono diventati di color rosa. Una violenza subita di cui il genitore è venuto a conoscenza solo successivamente, scoprendo che il proprio figlio era stato preso di mira ed era stata creata su Facebook una pagina apposita per sbeffeggiarlo, chiamata proprio “Il ragazzo dai pantaloni rosa”, in cui veniva presa di mira la sua presunta omosessualità.

La polemica sulla visione a scuola e le proteste del pubblico

Ciò che più sorprende del rilascio del film scritto da Roberto Proia, che ne è anche produttore, è come a distanza di dodici anni non ci si sia minimamente spostati o non si sia maturati rispetto alle convenzioni di genere imposte dalla società. Oltre a non essere riusciti a trovare una soluzione per fronteggiare gli attacchi del bullismo, come ha dimostrato l’anteprima del film alla Festa del Cinema di Roma. Aperta la visione alle scuole, presentata nella sezione parallela di Alice nella città, la pellicola è stata oggetto di urla e scherno, risate e battute apertamente omofobe da parte delle classi accolte durante la proiezione, come riportato dal giornalista Federico Boni di Gay.it, che ha assistito dal vivo alla svilente scena. Con professori che, a quanto pare, non hanno fatto nulla per placare la maleducazione e la mancanza di rispetto nei confronti di un loro coetaneo che, poco più di dieci anni prima, ha preferito il suicidio piuttosto che continuare a vivere circondato da odio e derisione. Un esempio di quanto sia fondamentale l’introduzione dell’educazione sessuale-sentimentale nelle scuole, vista la maniera in cui si comportano i ragazzi di ieri e tutt’oggi, rischiando di inficiare sull’esistenza di qualche altro loro compagno o compagna che potrebbe finire per sentirsi in trappola come accaduto ad Andrea Spezzacatena. 

Il ragazzo dai pantaloni rosa, il caso di Treviso e l'importanza del cinema

Non sorprende, infatti, che sia sorta una polemica nel momento in cui una scuola media di Treviso ha cancellato la propria adesione per la visione organizzata dedicata alle scolaresche. Uno stop arrivato da un gruppo di genitori e docenti che non ritenevano adatti i temi per degli studenti di undici e dodici anni. Alla fine gli alunni sono stati portati in sala, ma solo dopo aver dato la possibilità agli insegnanti di poter vedere prima il film e capire se il materiale era consono. Un teatrino assurdo, visto soprattutto che il cinema è una finestra da cui poter osservare e imparare come funziona il mondo, e una pellicola come Il ragazzo dai pantaloni rosa può essere solo che un’esperienza di condivisone e dibattito su argomenti su cui c’è bisogno di potersi confrontare prima che sia troppo tardi.

Il box-office italiano gli dà ragione

Non è servita comunque la perplessità di qualche genitore o docente pavido a fermare l’ascesa del film. Dalla sua uscita, infatti, l’opera di Margherita Ferri ha viaggiato nei primi posti del box-office, con ad oggi conquistati 8.152.115 milioni di euro, sorpassando Parthenope di Sorrentino e diventando il miglior incasso italiano dell’anno. Un’accoglienza partecipata, la cui unica reazione possibile l’ha avuta Claudia Pandolfi sui suoi canali social: in un video postato sul suo profilo Instagram lo scorso 10 novembre, l’attrice ha ringraziato tutti coloro che sono andati a vedere Il ragazzo dai pantaloni rosa, mostrando la propria vicinanza a chi, purtroppo, ha vissuto la stessa cosa.