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10 organizzazioni per sostenere il diritto all’aborto negli USA e in Italia

"My body, my choice"

10 organizzazioni per sostenere il diritto all’aborto negli USA e in Italia My body, my choice

Venerdì la Corte Suprema degli Stati Uniti ha ribaltato la storica sentenza Roe vs. Wade del 1973 che legalizzava il diritto all’interruzione di gravidanza al livello federale, una decisione che rappresenta una sconfitta per le donne americane e per quelle di tutto il mondo e che riporta indietro il Paese di decenni. Quello che sembrava ormai un diritto assodato, è sfumato grazie ai voti di sei giudici (tre dei quali sono stati nominati dall’ex presidente Donald Trump), privando milioni di donne della libertà di scegliere per il proprio corpo. Prima della sentenza del 73 in metà degli Stati l’aborto era un reato e, quindi, non poteva essere praticato in nessun caso, mentre in 10 Stati era legale solo se costituiva pericolo per la donna, come in caso di stupro, incesto o malformazioni fetali. Ora, la decisione spetta ai singoli stati e si prevede che almeno 26 di essi siano pronti a dichiararsi contrari, costringendo di fatto chiunque viva in uno di essi a portare a termine una gravidanza indesiderata e a rischio o, in alternativa, a superare enormi barriere fisiche e burocratiche per abortire dove questo sia legale.

Qualche esempio: la scorsa settimana in Louisiana, la commissione per gli stanziamenti della Camera di stato ha avanzato un disegno di legge che trasformerebbe l'aborto in un omicidio, l'Alabama e la Georgia hanno già approvato leggi sull'identità fetale e in altri 13 stati conservatori, tra cui Wisconsin, Arkansas, Texas, Kentucky e North Dakota, i legislatori stanno preparando un divieto assoluto degli aborti.

Negare una pratica che dovrebbe essere garantita dal sistema sanitario di base avrà gravissime conseguenze: porterà al proliferare di aborti illegali, mettendo in pericolo la vita di milioni di donne. Questo inciderà sempre più il divario socio-economico tra ci potrà permettersi un viaggio in un altro Stato per abortire e chi invece sarà costretta ad affrontare una gravidanza indesiderata. Inoltre, come scrive Jia Tolentino in un articolo per The New Yorker intitolato We’re Not Going Back to the Time Before Roe. We’re Going Somewhere Worse si creerà inevitabilmente un ambiente di sospetto e segretezza, di criminalizzazione delle gravidanze, creando un clima in cui le persone saranno costrette a scegliere tra ricevere cure mediche e la possibilità di andare in prigione. Per molti il sogno americano si è definitivamente infranto, come ci fanno capire le parole condivise su Twitter dalla First Lady Jill Biden:

"Per quasi 50 anni, noi donne abbiamo avuto il diritto di prendere le nostre decisioni sul nostro corpo. Oggi quel diritto ci è stato rubato. E se possiamo essere devastate da questa ingiustizia, non staremo in silenzio. Non resteremo ferme mentre i progressi che abbiamo ottenuto svaniscono. Da domani continueremo a combattere - per le nostre figlie e nipoti e per noi stesse - finché tutte le donne non potranno decidere ancora una volta il loro futuro."

Lo stesso misto di sconforto, terrore e rabbia espresso dall'Alto commissario Onu per i diritti umani Michelle Bachelet:

"È una grave battuta d'arresto dopo cinque decenni di protezione della salute sessuale e riproduttiva e dei diritti negli Stati Uniti attraverso Roe v Wade. E un duro colpo per i diritti umani delle donne e l'uguaglianza di genere. L'accesso ad un aborto sicuro, legale ed efficace è saldamente radicato nel diritto internazionale dei diritti umani. La decisione della Corte suprema sottrae tale autonomia a milioni di donne negli Stati Uniti, in particolare quelle a basso reddito e quelle appartenenti a minoranze razziali ed etniche, a scapito dei loro diritti fondamentali."

Quello che è appena successo negli States dovrebbe farci riflettere sul fatto che ogni diritto che oggi diamo per assodato un giorno potrebbe sparire per un capriccio politico. Per questo è bene vigilare sempre, far sentire la nostra opinione sostenendo iniziative made in Italy come la raccolta fondi di @liberadiabortire oltre che organizzazioni americane che si battono per il diritto all’aborto, anche perchè la legislazione italiana prevede che il diritto all'aborto sia regolamentato a livello regionale, quindi come in US, ogni regione può decidere le sue leggi a riguardo, e se l'opinione pubblica sull'aborto continua a spingere in questa direzione, potrebbero evolversi scenari retrogradi come quelli americani anche nel nostro paese dove l'argomento è visto ancor più criticamente, visto l'altissimo tasso di obiettori di coscienza che ostacolano l'interruzione volontaria di gravidanza a partire dalle farmacie fino agli ospedali. Mostrare la forza della comunità femminile unita ancora una volta con una donazione è un metodo per ribattere che il corpo delle donne è di sola e unica proprietà delle donne, come ha urlato sul palco di Glastonbury il gruppo Dream Wife.

Ecco 10 realtà a cui donare per sostenere il diritto all'aborto negli USA e in Italia:

Planned Parenthood

Planned Parenthood non fornisce solo accesso all'aborto, ma anche a tutto ciò che riguarda la salute sessuale e riproduttiva come screening delle malattie sessualmente trasmissibili, accesso a prezzi accessibili alla contraccezione e all'educazione sessuale, consulenza, servizi per la comunità LGBTIQA+ e molto altro in varie sedi sparse per gli USA.

 

National Network of Abortion Funds

Questa organizzazione è una rete di oltre 80 fondi sparsi in tutti gli Stati Uniti, organizzazioni locali di base che rimuovono le barriere finanziarie e logistiche (come trasporto e dell'alloggio) che impediscono alle persone di abortire. Inoltre, sul sito web si può trovare una serie di informazioni sulle diverse leggi di ogni Stato e su ciò che comporta un aborto.

 

 National Women's Law Centre

In 50 anni di attività la National Women's Law Centre ha contribuito ad ottenere importanti vittorie legali e politiche per le donne. Da sempre difende i diritti riproduttivi, fornendo consulenze sulla legge in difesa delle donne, chiarendo la disinformazione dei media, raccogliendo dati e dà informazioni legali aggiornate sull'aborto.

 

National Black Women's Reproductive Agenda

Le donne nere saranno le più colpite dalle leggi anti-aborto. La National Black Women's Reproductive Agenda lotta per tutto ciò che riguarda i diritti riproduttivi delle donne nere e, in collaborazione con otto organizzazioni statali di donne nere per la giustizia riproduttiva, lavora per garantire che tutte le persone abbiano accesso all'assistenza all'aborto, alla contraccezione e a un'educazione sessuale completa. 

 

Repro Legal Defense Fund

Repro Legal Defense Fund è un collettivo di esperti e sostenitori legali che finanzia cauzioni e difese per le persone indagate, arrestate o perseguite per procurato aborto. Comprese le persone incinte e coloro che le assistono.

Libera di Abortire

Libera di Abortire ha deciso di raccogliere fondi da devolvere completamente alla federazione nazionale di Planned Parenthood negli Stati Uniti e alle rispettive cliniche statali per sostenere i professionisti e le professioniste che continueranno a garantire l'accesso all'aborto in America oltre a divulgare informazioni e dati sul tema su scala nazionale.

LAIGA 194

L’associazione Libera Associazione Italiana Ginecologi non obiettori per l’Applicazione della 194 nasce dall’impegno di due ginecologhe non obiettrici: la dott.ssa Silvana Agatone e la dott.ssa Concetta Grande, colleghe all’interno del servizio Applicazione legge 194/78 dell’Ospedale Sandro Pertini Roma, partendo dall’idea che è importante il confronto e il sostegno reciproco in un sistema culturale e sanitario che spesso non tutela l’applicazione della legge sull’aborto, il 10 giugno 2008 è stata fondata L.A.I.G.A., con l’intento di fare rete tra personale sanitario addetto al servizio IVG e all’aborto terapeutico.

IVG STO BENISSIMO

 

Associazione Luca Coscioni

 

Obiezione Respinta