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Atelier VM, storia di una vita nomade (e gold)

Intervista alle founder del brand che racconta mondi piccoli e grandi attraverso i gioielli

Atelier VM, storia di una vita nomade (e gold) Intervista alle founder del brand che racconta mondi piccoli e grandi attraverso i gioielli

Marta Caffarelli e Viola Naj Oleari ci accolgono, stanche ma felici, in Via Cesare Correnti 14, in un appartamento che il passare del tempo ha reso solo più affascinante. La sera prima si è tenuto il vernissage della mostra per i 25 anni del brand che hanno fondato insieme nel 1998, Atelier VM, ed è stato un successo. Ce lo dicono con gli occhi che brillano, mentre ci mostrano un’esposizione intima e ricca che le abbraccia a tutto tondo, mixando sapientemente immagini di campagna, foto personali, schizzi d’archivio e materiale mai mostrato al pubblico. 

La prima cosa che raccontano è proprio questa: la quasi completa sovrapposizione tra lavoro e vita che di Atelier VM guida i cambiamenti e la crescita, nel bene e nel male. «Questo non è nato come un brand a tavolino, è una storia vera, è autentico. Di fatto è come le nostre vite, che si modificano, cambiano, crescono. Ci sono tante tappe. L’idea era quella di mantenerne l’anima originale, autentica, e questa in effetti non si è dispersa e continua ad esserci. Adesso però il sogno è diventato un’impresa, con una struttura e dei dipendenti, molte responsabilità. Bisogna confrontarsi con nuove esigenze, nuove situazioni, qualcosa deve cambiare. Lo spirito però è sempre lo stesso». Uno spirito ambizioso, ispirato dalle donne al plurale: «Una donna unica a cui ci rivolgiamo non c’è. L'immaginario femminile è veramente ampio, come un percorso in un bosco. I nostri gioielli portano nomi di donne perché si ispirano a qualche donna appartenente alla nostra vita. Come il bracciale Alessandra, ispirato a mia madre. Per noi è proprio un gioco con il mondo femminile, una volontà di accoglierne e coglierne tutte le sfaccettature e di immaginare gioielli per tanti diversi tipi di donna».

Tra le ispirazioni, oltre le donne, anche la poesia e l'arte. «Abbiamo studiato al liceo classico e riprendo questo punto comune perché è qualcosa che ci ha sempre entusiasmato: le parole, le letture, il confronto intimo che abbiamo sempre avuto tra di noi, il nostro modo di emozionarci per una poesia. Le parole per noi sono curative, aiutano a veicolare un pensiero o a re-inventarlo. Inclusa nella mostra c’è una piccola poesia, una frase che dice: abbracciare un’idea per non vederla andare in pezzi. Questa frase è uno degli ingredienti del bracciale L’Essenziale. L’idea era di creare qualcosa che abbracciasse, che tenesse insieme».

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Della mostra si parla tanto, inevitabilmente. Si intitola Due nomadi gold, è stata curata Milovan Farronato ed è accompagnata da un libro omonimo edito Corraini Edizioni. Cosa portarsi dietro, di queste due donne e dei loro primi 25 anni di lavoro su Atelier VM? «Vorremmo che le persone si stupissero, si meravigliassero. Abbiamo questo spirito sempre un po' in movimento, non siamo scontate. Tante volte neanche noi sappiamo cosa verrà fuori, ma poi tutto riesce armonioso e naturale». E con la natura, in effetti, ha a che fare anche il loro consiglio per le prossime generazioni, che Marta e Viola ci tengono a incontrare ogni volta che possono, anche sotto forma di classi scolastiche: «Noi abbiamo fatto tutto in maniera molto naturale, organica. Siamo state libere e questo è stato un vantaggio enorme che oggi non è scontato, ma ha un grande valore. Bisogna ricordarsene, tenerselo stretto. Bisogna cogliere le occasioni che si presentano, farle vivere, esserci, portarle a termine bene senza pensare troppo al futuro, alle occasioni perse: essere intraprendenti nel presente». I consigli non finiscono qui: «Ai giovani consigliamo di trovare soluzioni creative, senza scoraggiarsi. Di coltivare la calma e la gentilezza».