Il ritorno della frangia romantica: tutto sulle "Jane Austen bangs" Cos'è e come realizzarla
C’è qualcosa nell’aria, e non è solo l’odore dei gelsomini in fiore o dei croissant burrosi delle lente colazioni primaverili. È il ritorno di una bellezza gentile, sussurrata, che non ha bisogno di contorni netti né di proclamarsi su TikTok ogni cinque secondi. Ha la grazia dei romanzi letti al sole del pomeriggio e la nonchalance di chi sa perfettamente cosa vuole, ma preferisce suggerirlo con uno sguardo piuttosto che gridarlo. Signore e signori, benvenuti nell’epoca delle Jane Austen bangs: la frangia romantica più letteraria che potessimo immaginare.
Cos’è, esattamente, una frangia alla Jane Austen?
Non immaginatevi qualcosa di rigido o teatrale. Niente a che vedere con i tagli geometrici o le frangette stile anni ’60 che sembrano aver fatto un patto col righello. Qui siamo nel regno del morbido, del fluttuante, del vagamente disordinato, ma sempre con grazia. La frangia in stile Jane Austen è arrotondata, leggermente bombata, e termina appena sopra le sopracciglia. L’effetto è un po’ quello di quando ci si scioglie i capelli dopo averli tenuti raccolti per ore o di Elizabeth Bennet che corre sotto la pioggia, non per rifugiarsi, ma per ribadire che non sposerà Mr. Collins. È una bellezza accidentale, ma perfettamente imperfetta.
Radici neoclassiche: dai busti greci al boudoir regency
La frangia alla Jane Austen non nasce su Instagram né tra le pagine di un beauty magazine, ma tra i ritratti a olio e le sculture neoclassiche della fine del Settecento. In quell’epoca, l'estetica si ispirava fortemente all’antichità greco-romana: visi incorniciati da ciocche morbide, capelli raccolti in alti chignon con sottili ciuffi lasciati liberi a danzare sulle tempie, come se la bellezza dovesse apparire naturale, quasi involontaria. Anche nella Regency era, la stessa dei romanzi di Austen, le acconciature femminili celebravano questa eleganza fluida. Le donne aristocratiche portavano i capelli in updo elaborati, spesso decorati con nastri, fiori o piume, ma lasciavano spesso due o tre ciocche ricadere ai lati del volto. Un equilibrio perfetto tra ordine e spontaneità, tra arte e natura. È proprio così che nascono le Jane Austen Bangs: un omaggio contemporaneo a un’idea di bellezza eterna.
La frangia delle eroine: da Emma Thompson a Chapell Roan
In realtà, questa acconciatura ci accompagna da anni. Ogni volta che un adattamento cinematografico dell’epoca Regency sbanca il botteghino, le frangette finiscono puntualmente sotto i riflettori. Emma Thompson le ha sfoggiate in Ragione e sentimento negli anni ’90, mentre Keira Knightley le ha resi ribelli e moderne nel suo ruolo di Elizabeth Bennet in Orgoglio e pregiudizio nel 2005. Saoirse Ronan ci ha nuotato dentro, letteralmente, tra le onde delle sue frange morbide in Piccole donne, mentre Phoebe Dynevor ha conquistato il Duca di Hastings (e il pubblico) proprio grazie a quegli stessi ciuffi sognanti nella serie Bridgerton. Ma le Jane Austen bangs non si limitano alla finzione. Taylor Swift le ha reinterpretate con la sua tipica nostalgia glam, Leighton Meester le ha indossate con l’eleganza capricciosa di una Blair Waldorf in trasferta nel Wiltshire, e Elizabeth Olsen le ha rese perfettamente contemporanee, con quel loro modo di spettinarsi appena sotto un cappello in feltro. E che dire di Ariana Grande che di recente ha sfoggiato la frangetta gamine di Audrey Hepburn, all’occasione trasformata in ciuffo laterale? Chapell Roan le ha portate nel presente a colpi di look audaci e make-up teatrali, dimostrando che anche una frangetta romantica può diventare un accessorio pop da red carpet. Nel frattempo, si vocifera che una nuova miniserie di Orgoglio e pregiudizio sia in lavorazione, con Emma Corrin nel ruolo della nuova Lizzy. È facile immaginare che anche lei, prima o poi, si ritroverà a sistemarsi con due dita quei ciuffi lunghi e fluenti davanti allo specchio, pronti a sfidare un Mr. Darcy di nuova generazione.
Come ricreare la frangia alla Jane Austen
Il vero segreto delle Jane Austen bangs è che sembrano non richiedere alcuno sforzo, ma ovviamente è una menzogna romantica, come tutte le cose migliori. L’obiettivo è ottenere quella leggerezza volutamente disordinata, che dà l’illusione di essere capitata lì per caso, magari spinta dal vento durante una passeggiata tra i campi. Per realizzarla, la base ideale è una frangia lunga e scalata, che sfiora gli zigomi o arriva giù fino alla mascella. Deve essere morbida, mai pesante, e va portata divisa al centro o leggermente decentrata, per creare quell'effetto a tendina che incornicia il viso senza soffocarlo. I capelli possono essere mossi, ondulati o addirittura un po’ crespi: ogni texture aggiunge un tocco unico, purché si mantenga quel senso di naturalezza studiata. Il finish non deve mai sembrare rigido: via libera a prodotti leggeri come spray al sale marino, oli per definire le punte, o spume impalpabili. Se siete amanti del ferro arricciacapelli, usatelo a temperatura media per creare onde che si disfano al primo sorriso. E poi lasciate fare all’umidità: una leggera increspatura o un movimento irregolare non sono un difetto, ma parte integrante del fascino Austeniano.
Post scriptum: tagliate con amore, portate con leggerezza
Le Jane Austen bangs sono molto più di un dettaglio modaiolo: sono una dichiarazione di stile sottile ma decisa, un vezzo che viene da lontano ma parla benissimo il linguaggio della nostra epoca. Sono ideali per chi vuole aggiungere un tocco sognante alla propria immagine senza sembrare uscita da un set fotografico. Tagliatele, accarezzatele, lasciatele muovere al vento. E magari, mentre sistemate quelle due ciocche ribelli davanti allo specchio, concedetevi un pensiero romantico. Che sia rivolto a un amore, a un personaggio letterario, o semplicemente a voi stesse, perché sì, anche le frange possono scrivere poesie.