
A che punto siamo con i romance LGBTQIA+ in Italia? Lo abbiamo chiesto agli scrittori e ai lettori
In Italia, nel 2024, secondo l’Ansa c’è stato un vero e proprio boom di vendite di libri romance, con cinque milioni di copie vendute in tutto il Paese. Che sia perché ormai il mercato è influenzato dal fenomeno #BookTok (dato che, secondo l’Associazione Italiana Editori, nel 2023 il 21% dei libri venduti erano stati consigliati da un bookfluencer) o che semplicemente il genere attiri sempre più lettori (soprattutto lettrici, come è evidente online, anche se la percentuale maschile è comunque presente, di solito nella comunità queer), sembra che il romance stia riuscendo non solo a riportare gli adolescenti alla lettura, ma anche a unire i lettori sotto un unico vessillo: quello dell’amore, in tutte le sue forme.
Parlando di amore in tutte le sue forme, in effetti, i romance con protagonisti appartenenti alla comunità LGBTQIA+ sono sempre più in crescita, sia all’estero che nel nostro Paese, con le case editrici più rilevanti sul mercato, come Mondadori e Feltrinelli, che grazie alle loro collane editoriali portano in Italia romance queer virali sul BookTok internazionale, ma anche con situazioni indipendenti, dai collettivi all’autopubblicazione tramite Amazon e similari. Quale sia il rapporto statistico fra i romance queer e quelli eteronormativi non è chiaro, ma basta fare un giro in libreria nella sezione Romance per capire che, sebbene sia in crescita, la percentuale non va a favore dei primi. Il motivo? Abbiamo cercato di capire di più di questo mondo chiedendo a chi vi fa parte, in un ruolo o nell’altro.
Le parole di chi scrive i romance queer in Italia
Christian Cannavò: rappresentanza queer e corpi non conformi
Christian Cannavò scrive gay romance con protagonisti mid/plus size per More Stories (Stavo aspettando te, Tattooed Heart) e Triskell Edizioni (Sei sempre stato tu). “La scrittura era un modo di esprimere me stesso, per dare voce al ragazzino timido e taciturno che a scuola se ne stava sempre in un angolo e sperava di passare il più inosservato possibile" ha raccontato. Sul perché abbia deciso di occuparsi di romance, e nello specifico di romance queer: “Perché io stesso sono queer e credo nell’importanza di dare spazio alle nostre voci all’interno del mercato. Ma soprattutto perché avevo bisogno di una storia d’amore in cui potermi rispecchiare. Sono una persona grassa, e per qualche strana ragione le persone grasse non si vedono spesso nei romance. E allora mi son detto: Non lo fa nessuno? Bene, lo farò io! Anche noi grassoni ci meritiamo l’amore. Gran parte dei miei libri ha per protagonisti almeno un ragazzo plus size, e quando qualcuno mi scrive che si è rivisto nei miei ragazzi il cuore mi esplode di gioia. Sapere che nel mio piccolo sto dando a qualcuno quello che non ho avuto io da ragazzino… beh, è davvero gratificante”.
La pubblicazione in Italia
Su come sia arrivato a pubblicare con delle case editrici, Cannavò aggiunge: “Ho passato mesi a cercare video e articoli su come proporsi alle case editrici. Il mio primo romanzo (quello che ho scritto dopo aver imparato come si struttura una storia), Stavo Aspettando Te, l’ho inviato a un quantitativo imbarazzante di case editrici. Solo due di loro mi hanno risposto; una in negativo e una in positivo. Non ringrazierò mai abbastanza la More Stories per aver visto del potenziale nelle mie storie e per permettermi ancora ora di raccontarle. Adesso pubblico anche con la Triskell Edizioni, e anche con loro ho fatto tutto da solo". Secondo lui: “Nonostante il clima politico degli ultimi tempi, la gente non si piega alla propaganda d’odio; sparge e supporta l’amore in ogni sua forma. A differenza di ciò che affermano molti, scrivere è un atto politico, qualsiasi cosa scritta in un libro è politica, tanto più se il fulcro delle tue storie riguarda una minoranza presa di mira. Perciò, sì, sono contento che oggigiorno esistano così tante storie queer. Anche se, devo ammetterlo, mi piacerebbe se molti più autori queer si armassero di coraggio e decidessero di far udire le loro voci". Sempre a proposito delle storie queer: “C’è bisogno di più storie saffiche, con protagonisti trans, con persone non binarie, con gli asessuali (perché se li scordano tutti?) e con un sacco di altre micro categorie che, purtroppo, vengono bistrattate troppo, talvolta anche all’interno della comunità queer stessa. E non mi dispiacerebbe vedere una rappresentazione variegata di corpi non conformi".
Il sesso nei romance LGBTQIA+ secondo Christian Cannavò
“Per decenni, se non addirittura secoli, la comunità queer è stata vessata per la sua condotta promiscua. In realtà, noi facciamo sesso come e tanto lo fanno uomini e donne, niente più, e allora perché non raccontarlo? Non ci trovo nulla di male. Il sesso, in una storia romantica, è parte della relazione. Oltretutto, raccontare di un rapporto intimo in modo delicato potrebbe far ricredere a chi pensa ancora che siamo dei peccatori schifosi destinati a bruciare tra le fiamme dell’inferno. Immagina che gioia l’amore religioso, eh. In un libro, se dosato bene, lo spicy lo apprezzo. Così come ne apprezzo la totale assenza. L’importante è che l’amore narrato sia forte e sincero, ma soprattutto una rappresentazione positiva, realistica e non stereotipata”. Se come scrittore dice di essersi ispirato per parecchio tempo a Jane Austen, come lettore ha sempre variato dalle storie che hanno ispirato i film Disney agli horror (ha iniziato molto tardi a leggere romance).
Kayla Faber: il potere liberatorio della scrittura
Kayla Faber è una scrittrice italiana che pubblica in lingua inglese. La sua serie di romance ambientati in una palestra di wrestling amatoriale a Londra, Sucker Punch, l’ha resa nota sul panorama queer internazionale. “Pur essendo cresciuta in un ambiente strettamente cattolico e conservatore, la mia personalità si è sviluppata in modo molto indipendente, perciò, con grande rammarico dei miei genitori, sono cresciuta atea e molto sicura per la mia attrazione sia per gli uomini che per le donne. Mi è sempre venuto naturale scrivere storie che rappresentassero tutte le sfaccettature della bisessualità (che, non dimentichiamolo, non sono solo due), spesso più di una all'interno della medesima relazione (sì, sono pure poliamorosa). La scrittura è stata una parte molto importante di me fin da quando ero piccola: la usavo come valvola di sfogo quando la vita di tutti i giorni mi pesava e avevo bisogno di rifugiarmi in un posto sicuro che mi facesse stare bene, e, crescendo, quello che mi faceva stare meglio in assoluto era scrivere di personaggi un po’ "rotti", degli outsider nel mondo "normale", che trovano amore, una casa e un’appartenenza con una famiglia trovata. Da aromantica (sì, pure) anaffettiva, questo è il mio modo di vivere il romanticismo".
Scrivere queer in lingua inglese
Sul perché abbia deciso di pubblicare per un pubblico estero: “Ho iniziato a scrivere in inglese secoli fa perché amavo le fanfiction e in Italia trovavo poco seguito per i fandom che mi appassionavano. Prima le leggevo, poi le scrivevo. Passando in seguito alle storie originali, mi è sembrato naturale rimanere sull’inglese. Si tratta di una scelta puramente pratica: quasi tutti sanno l'inglese, perciò il pubblico è automaticamente più ampio. E poi l’inglese è la lingua della mia anima da sempre. Mi piacerebbe davvero tantissimo tradurre i miei libri in italiano, anche perché sarebbe relativamente semplice. Si tratta, però, di un lavoro che richiede molto tempo, e al momento preferisco dare priorità alla scrittura. C’è poi lo scoglio grossissimo della resa di certe frasi o giochi di parole dall’inglese all’italiano: alcuni sono praticamente impossibili da tradurre e, essendo la sottoscritta un’amante di queste cose, i miei libri ne sono pieni zeppi. Un giorno arriverò a tradurre i miei libri in italiano, lo giuro”.
Il sesso nei romance LGBTQIA+ secondo Kayla Faber
Per quanto riguarda il sesso nei romance LGBTQIA+, Kayla dice: “Trovo che romance e sesso non vadano di pari passo, semplicemente perché l’amore è un concetto troppo grande e i sesso è solo un accessorio non di serie, qualcosa che non può e non deve essere strettamente collegato all’amore, perché tanti di noi non provano attrazione romantica e sessuale al contempo. Io, per esempio, provo una fortissima attrazione sessuale e nessuna attrazione romantica. Il sesso è un perfetto "accessorio" in un romance, se ben scritto e con un suo significato, se sentito e con un valore contestuale. A mio modesto parere il sesso nel romance è come il coriandolo: ad alcuni piace, ad altri no, e può arricchire o rovinare una storia. Sta tutto nel saper fare la differenza tra erotismo e pornografia gratuita”.
Il panorama italiano dei romance queer
Sul cosa manchi sul panorama italiano dei romance queer aggiunge: “Penso che non siano le storie a mancare, ma il giusto risalto a chi le scrive e a chi le legge. Gli scrittori ci sono dappertutto, il talento non manca; quello che manca è chi investe su questo lato della letteratura, chi ci crede davvero. La maggior parte dei libri queer pubblicati dalle nostre case editrici sono bestseller stranieri tradotti che in un certo senso sono già una garanzia. Chi pubblica romanzi queer in Italia sono perlopiù le case editrici minori o indipendenti. Di storie queer ne abbiamo a volontà: quello che ci manca è qualcuno che ne riconosca il valore. Non mi posso definire un'esperta nel campo dell’editoria, dato che negli ultimi anni ho dedicato quasi tutto il mio tempo libero alla scrittura e pochissimo alla lettura, ma da quel che ho potuto osservare l’Italia è un paese in cui c'è ancora tanto da lavorare sull'apertura e l'accettazione verso la comunità e la cultura queer. Siamo ancora un po’ ignoranti e bigotti, lo spazio dedicato alla letteratura queer è ancora un angolino nelle librerie con un'etichetta: "LGBTQIA+", come se fossimo un universo a parte. Si fare per dare visibilità, è vero, ma è comunque una visibilità confinata un po’ nell’ombra. Sono felice, però, di vedere che le nuove generazioni sono sempre più aperte di mentalità e meno propense a seguire la propaganda omofoba che domina ancora il nostro paese”.
Ester Manzini: dalla fanfiction al collettivo Lux Lab
Ester Manzini fa parte del collettivo femminile Lux Lab ed è scrittrice, traduttrice ed editor. “I miei primi approcci alla scrittura sono stati di genere fantasy, uno dei miei preferiti. Il romance, in particolar modo quello queer, è arrivato poco dopo quegli esperimenti: ho scoperto le fanfiction. Ero un’adolescente in un tempo in cui internet esisteva, sì, ma non era certo pervasivo come adesso. E non c’erano i social! Grazie alla passione per un fandom ho aperto gli occhi sull’esistenza di un mondo in cui la scrittura era un gioco, una palestra, un luogo in cui sfogare la creatività e farsi guidare solo dalla fantasia, non dalle leggi del mercato. Guarda caso, la prima coppia che mi ha rapito il cuore era composta da due personaggi maschili, e molte delle successive ricalcavano le stesse dinamiche. Con il tempo ho cominciato a cercare orizzonti più ampi, e ci è voluto molto poco a passare alle storie originali. Fantasy, sì, ma anche, appunto, romance e queer. Un po’ per via dei miei trascorsi, ma soprattutto perché viviamo in una realtà che pensa ancora in termini binari ed eterosessuali, e quei paletti mi sono sempre stati stretti”. Lei che ha pubblicato sia con case editrici importanti, come Giunti Editore, che con CE minori, a riguardo ci spiega il suo punto di vista: "Per certi versi possiamo vederle come i due estremi di uno spettro. Da un lato c’è la massima libertà di espressione ma anche il salto nel vuoto di non avere dei professionisti che ti guidino alla creazione di un prodotto di successo. Dall’altro, invece, si trova la possibilità di un rifiuto qualora il prodotto non rientri nelle linee editoriali, oppure la scelta di adeguare le proprie idee al mercato; sono vincoli che vengono bilanciati dal supporto di editor, correttori di bozze e addetti stampa. Sono realtà diverse, ma per mia fortuna mi sono trovata bene in entrambe”.
Il panorama italiano dei romance queer
Su ciò che manca nel queer romance in Italia: “Per fortuna il panorama letterario LGBTQIA+ italiano non è piatto e desolato. Ci sono tanti, tantissimi autori e autrici che arricchiscono l’offerta con storie creative e appassionanti. Quindi non c’è troppo da lamentarsi… se restiamo in ambito indie. Se invece ci si sposta nella grande editoria la situazione cambia. Perché gli spiragli ci sono, ma sono ancora solo questo, appunto: spiragli. Da lettrice, e anche un po’ da autrice che adora scrivere commedie romantiche, credo che farebbe bene a tutti una ventata di umorismo e ironia. Di storie tragiche ce ne sono tante, e molte toccano tasti fin troppo realistici. Sarebbe bello vederle affiancate ad avventure in cui l’essere queer non è un problema da affrontare, ma solo una caratteristica in più”.
Il sesso nei romance LGBTQIA+ secondo Ester Manzini
Sul sesso nei romance LGBTQIA+, dice: "La risposta per me è un costante work in progress. Potrei essere scontata e dire che dipende dalla storia, dai personaggi, dal target. In effetti, sebbene abbia scritto e scriva con gusto scene erotiche, più passa il tempo e più bado maggiormente alla qualità che alla quantità. Questo anche come lettrice! Purché siano funzionali alla trama e non basate su stereotipi triti e ritriti, le trovo comunque piacevoli e utili. Fosse anche solo normalizzare qualcosa a cui il grande pubblico ancora non è abituato”.
L’importanza della visibilità queer e del collettivo Lux Lab
Parlando di Lux Lab (che non è una casa editrice, badate bene), ci spiega: “Il Lux Lab nasce nel 2019 con uno scopo: pubblicare romanzi queer con storie d’amore appassionate, trame avvincenti, Black Jack e squillo di lusso. È il nostro parco giochi, le regole le facciamo noi, e ci divertiamo da matti a scardinare i pregiudizi del genere! E poi, già scrivere romance non è una passeggiata, dal punto di vista dell’immagine. Online è un continuo sbucare di articoli che criticano il genere in quanto frivolo, di scarso impatto intellettuale, poco impegnato. C’è l’enorme pregiudizio secondo cui un genere scritto in prevalenza da donne e per donne non possa che essere carta straccia. Accuse simili a quelle mosse, tempo fa, ai Penny Dreadful e ai romanzi d’appendice. E sinceramente, in compagnia di Alexandre Dumas e Robert Louis Stevenson si sta benissimo. Se ci aggiungiamo l’aspetto queer… ah, dove andremo a finire, due uomini che si baciano? Sì, purtroppo c’è ancora chi si stranisce anche per la più innocente storia d’amore tra due individui dello stesso genere. Quindi la difficoltà… è farsi prendere sul serio. Ma siccome noi siamo serissime, non ci scoraggiamo. I successi degli ultimi anni, tra cui l’essere state tra gli sponsor del Festival del Romance Italiano e la recente partecipazione al Salone del Libro di Torino, ci fanno sperare di essere sulla buona strada”. A ispirarla, sia come scrittrice che come lettrice, è: “Jacqueline Carey, con la trilogia di Kushiel (Il dardo e la rosa, La prescelta e l’erede, La maschera e le tenebre). Mette insieme romance queer, romanzo storico, fantasy e avventura in un’opera che periodicamente rileggo per coccolarmi (e soffrire) un po’. E mi stupisce che non abbia maggior risonanza in Italia, visto il recente boom del romantasy. Quindi… ne approfitto per consigliarla!”
Chi legge
L'opinione di Andrea Amadio
Andrea Amadio, in arte @libriconfragole, è un bookfluencer da quasi centomila follower su Instagram e quasi settantamila su TikTok. “Libriconfragole è cominciato nel marzo 2022 per casualità: ho caricato il primo video su TikTok perché volevo trovare una community online con cui confrontarmi sui libri che leggevano e che amavano, a causa della mancanza di persone nel mio paesino che condividessero quella passione con me in quel periodo della mia vita. Et voilà! Non mi aspettavo minimamente però che quel video, Libri da leggere tra i 20 e i 30 anni, avrebbe portato a 100k di views in due giorni e 3k followers nello stesso tempo! È stato davvero surreale, anche perché eravamo solo io, la mia libreria e il mio amore sconfinato per i libri davanti a quella videocamera" dice Andrea. “Il primo libro queer che ho letto è stato Generations of love di Matteo B. Bianchi, che mio padre mi regalò a 16 anni per aiutare a comprendermi e capirmi. Da quel momento, è il libro a cui sono più legato con affetto e amore, soprattutto per la storia che ha unito me e mio papà ancor di più. Come romance puro, invece, a 16 anni lessi la saga dei Rainbow Boys di Alex Sanchez della Playground e quanto la amavo! Sospiravo e scoprivo me stesso insieme a loro”.
La community e la popolarità dei romance LGBTQIA+
Parlando della sua community: “Il mio pubblico è anche la mia famiglia: come in ogni famiglia, ci si ama e a volte magari non si è d’accordo, ma ho creato davvero una community meravigliosa, fatta di amore e rispetto e tanta passione per la lettura! E so anche che la qualità che più cercano da me è quella della spontaneità e della risata, ma anche la riflessione che scaturisce dall’analisi di un libro che ho letto”. E su quanto sia effettivamente difficile far emergere titoli queer sui social: “Lo noto dai risultati di alcuni miei video, quando parlo di romance queer ho meno coinvolgimento dal pubblico rispetto alle storie con coppie etero - forse sta tutto nell’immedesimazione del lettore?” E cosa consiglierebbe Andrea come letture queer per iniziare al genere? “Consiglio i libri di Casey McQuiston, Heartstopper della Oseman, Call me Maybe di Lea Landucci e Always be my baby di Naike Ror”.
Insomma, i romance LGBTQIA+ in Italia si stanno ritagliando il loro spazio, ma sembra che la strada da fare sia ancora lunga, soprattutto perché della bandiera arcobaleno non vengono del tutto inclusi tutti i colori, come invece si fa più spesso nel mercato internazionale. Sta agli autori esplorare di più questi temi? Sta alle case editrici decidere di pubblicare titoli più inclusivi e diversificati (sia tradotti che originali)? Per ora, se non altro, sappiamo che potremmo essere sulla strada giusta… forse.
























































