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Avatar e influencer digitali sono il futuro della moda?

L'evoluzione del digitale nel settore fashion, dal gaming alle agenzie di modelle virtuali

Avatar e influencer digitali sono il futuro della moda? L'evoluzione del digitale nel settore fashion, dal gaming alle agenzie di modelle virtuali

Sembra impossibile, ma non tutte le influencer vanno in vacanza. Alcune di loro possono lavorare 24 ore su 24, tutti i giorni della settimana, senza bisogno di distanziamento sociale e, cosa ancora più importante, rimanendo per sempre giovani. Magia? No, tecnologia. 

Parliamo di alcune particolari influencer e celebrity “digitali” che si stanno affermando nel segmento del lusso e che potrebbero cambiare le regole del mondo della moda, già in piena rivoluzione. In Cina e Giappone giocare tra reale e virtuale è la norma da tempo, tanto che una famosa popstar digitale, Hatsune Miku - a onor del vero più simile a un anime che a una persona in carne e ossa - calca le scene dal 2007, arrivando a firmare collaborazioni con Google e Toyota e in seguito con Louis Vuitton e Givenchy. 

La piattaforma online Vsinger, gestita da Yamaha, continua a sfornare cantanti (Yanhe, Yuezheng Ling e Yuezheng Longya per menzionarne alcune) in grado di conquistare la Generation Z con dirette seguite da milioni di utenti, che a volte mixano la partecipazione anche di influencer in carne e ossa. L’elemento “gaming” anche in questo caso è molto forte, tanto che spesso le band virtuali vengono create partendo dai personaggi dei videogiochi, come nel caso di League of Legends, la cui collaborazione co-branded con Louis Vuitton è andata sold out in pochi minuti. 

Il mondo dei videogiochi è arrivato a mescolarsi anche a quello del beauty grazie a contratti di sponsorizzazione con brand riconosciuti come Mac Cosmetics e Head & Shoulders. Ora iniziano a essere sempre di più anche i brand del mondo della moda che decidono di realizzare da soli i propri testimonial virtuali. In principio erano le mascotte, come Fendidi, il panda creato da Fendi e Jackson Wang, Bape Milo di Bape, la bambola Kaws di Dior e la bambola in edizione limitata Tokidoki x Karl Lagerfeld, ora sono altre le testimonial inanimate prescelte. Basta pensare anche al boom di successo avuto durante la quarantena da Animal Crossing, i cui dolcissimi avatar hanno iniziato a vestire Prada, Gucci e Supreme, fino ad arrivare ad un Fashion Show virtuale organizzato sulla piattaforma - superando i confini del gaming tradizionale come lo conosciamo.

Diversi brand e magazine stanno iniziando ad implementare le proprie campagne e contenuti editoriali con figure virtuali, da modelli e modelle ad ambientazioni e capi d'abbigliamento e accessori design, interamente ricreati attraverso codici e numeri. Sembra che anche il pubblico si stia abituando a rapportarsi con questo tipo di immagine digitale. Ad esempio, ci ricordiamo tutti la campagna di Calvin Klein dello scorso anno nella quale Bella Hadid baciava proprio Lil Miquela, pioniera delle modelle robot, gestita ora da una vera e propria agenzia e influencer da 2.5 milioni di followers; un anno dopo arriva la bellissima modella black digitale Shudu; e ancora le collezioni Dior ispirate alle opere futuristiche e alle figure umane dell'artista Hajime Sorayama. Gli "umanoidi" hanno anche avuto l'opportunità di visitare Milano con l'editoriale di nss magazine per la collezione Louis Vuitton SS19, e il lago di Como dove hanno indossato la collezione Dior x Stüssy.

Più recentemente, il brand olandese Daily Paper ha presentato la sua collezione SS20 con dei modelli-alieni, e l'ultima collezione SS21 con una 3D campaign realizzata dall'artista @samylacrapule, che ha collaborato anche con nss magazine in occasione dell'ultima digital cover. L'ultimo è stato il marchio italiano Sunnei che ha presentato la prima parte della collezione SS21 con Sunnei Canvas, piattaforma popolata da una serie di avatar maschili e femminili dall’aspetto umano e realizzati dal brand in collaborazione con lo studio milanese @pezzodistudio.

Non solo Lil Miquela. Il giro d’affari intorno a queste modelle “speciali” continua a crescere e sono nate anche agenzie specializzate nella rappresentanza di questa categoria, come l’inglese The Diigitals, in grado di creare non solo versioni digitali di modelle in carne e ossa, facendo indossare loro capi di brand famosi, ma anche di ragazze bellissime completamente fittizie. Un altro esempio è IMG Sims, agenzia digitale worldwide che ci occupa di modelle e modelli virtuali, ispirati ai Sims del celebre gioco di simulazione "The Sims", come quelli di @skinnycleo.

Chissà cosa ci riserveranno questi “virtual idol” in futuro e quanto sapranno dare voce ai temi di diversity ed equality di cui si continua a parlare. Essendo in grado di trascendere l’etnia, la posizione geografica, gusti e desideri potremmo arrivare anche, perché no, a immaginare modelle e influencer dalle fattezze aliene, in grado di fare photoshooting nello spazio.