Vaquera lancia Classique Perdu: il suo primo profumo Una fragranza aromatica e floreale che vi farà raffiorare ricordi sfocati

Vaquera lancia Classique Perdu: il suo primo profumo Una fragranza aromatica e floreale che vi farà raffiorare ricordi sfocati

Ci sono profumi che ti colpiscono per la loro incredibile unicità e altri che sembrano un déjà-vu: familiari, ma quasi un ricordo sfocato difficile da ri-collocare. Classique Perdu, il primo profumo firmato Vaquera in collaborazione con Comme des Garçons Parfums, appartiene decisamente alla seconda categoria. È come se l’avessi già annusato da ragazzina: ricorda le pagine delle riviste anni '90 di tua madre, l’odore dei capelli appena asciugati e l'aria della macchina in cui hai passato l'infanzia. È un profumo nostalgico, che non vuole piacere a tutti, ma che fa rivivere ricordi personali e allo stesso tempo universali.

Classique Perdu: le note del profumo

Vaquera lancia Classique Perdu: il suo primo profumo Una fragranza aromatica e floreale che vi farà raffiorare ricordi sfocati | Image 584594

Classique Perdu non è il solito floreale carino e facilmente confondibile con mille altri: è un profumo pensato per spiazzarti. L’apertura è fresca ma affilata, con lavanda, foglia di pomodoro, ribes nero e persino un accordo di pennarello indelebile. Nel cuore la situazione si addolcisce grazie alla salvia sclarea, all’iris e alla rosa, che aggiungono un tocco più familiare. Nel fondo troviamo resina di stirace, sandalo, suede e molecole sintetiche come sympep ed evernyl. Non è un profumo che ti fa pensare a quanto sia buono, ma piuttosto: "Dove l’ho già sentito?". E lì scatta l'ossessione di capire, effettivamente, cosa ti ricorda.

Un packaging da collezione

Vaquera lancia Classique Perdu: il suo primo profumo Una fragranza aromatica e floreale che vi farà raffiorare ricordi sfocati | Image 584591

Vaquera non presenta il classico profumo dal packaging gioiello ed elegante, anche perché non rientra nemmeno nell’estetica del brand. Sceglie invece una scatola trasparente, tappezzata di sticker e barcode, riempita da banalissimi packing peanuts. Un look volutamente cheap, che trasforma l’imperfezione in statement e la svendita in oggetto del desiderio.