Giulia Elettra Gorietti: “Col senno di poi non avrei cominciato a recitare così presto. Ora, però, sono felice” Attrice, madre e contro il patriarcato. Nel film Dedalus è una mamma influencer, nella vita odia le ingiustizie

Giulia Elettra Gorietti: “Col senno di poi non avrei cominciato a recitare così presto. Ora, però, sono felice” Attrice, madre e contro il patriarcato. Nel film Dedalus è una mamma influencer, nella vita odia le ingiustizie

Quanto è difficile essere mamme. Quanto è difficile essere mamme influencer. Lo sa bene Giulia Elettra Gorietti e non perché lo è, ma perché ne interpreta una nel thriller tra vendette e social media Dedalus, opera diretta da Gianluca Manzetti in sala dal 10 luglio. "Dopo il primo incontro con Gianluca ho deciso di farlo", racconta l’attrice classe ’88, al debutto nel 2003 con Caterina va in città e diventata volto cult di Tre metri sopra il cielo. "Quando abbiamo provato le scene eravamo da subito concordi su un punto: Tiziana non è una persona cattiva, ha solo portato all’estremo le sue ansie. È qualcosa che posso capire benissimo. Anche io sono piena di paure, dall’ipocondria all’agorafobia, fino alla claustrofobia. In questo con Gianluca ci siamo trovati molto, pensa che settimane prima di arrivare sul set eravamo in ansia l’una per l’altro perché avremmo girato in delle grotte. Però dare sfogo a queste manie ci ha permesso anche di riderne. Nella vita, invece, meno male che c’è stata la terapia". Un insieme di preoccupazioni che non si possono che riversare nel suo ruolo di madre, sebbene la Tiziana di Dedalus sia completamente diversa da com’è Giulia Elettra nella realtà: "Nonostante mi sia capitato di mettere video sui social con mia figlia, trovo che la sovraesposizione possa essere un problema. Mi hanno persino chiesto di fare un servizio fotografico insieme, ma non me la sentivo. Poi ogni tanto capita, ci sono sponsor che offrono anche ottimi guadagni, ma c’è bisogno che mi senta sicura e a mio agio e che lo sia soprattutto mia figlia. Poi, per come sono fatta caratterialmente, tutto ciò che riguarda la maternità l’ho affrontato a modo mio, con i miei pregi e difetti, gli errori del caso, e con una certa anarchia che da sempre mi appartiene. Per il personaggio invece non avevo in mente una persona in particolare, col regista ci siamo scambiati alcuni profili di mamme influencer che ci facevano ridere e poi li abbiamo estremizzati, soprattutto per come Tiziana parla ai suoi followers". 

I social network in Dedalus, film con Giulia Elettra Gorietti

È proprio di come oggi sui social si parla di tutto (e forse di troppo) l’elemento fondante di Dedalus. Lo stesso che, a partire da un contest, ha messo insieme un gruppo di influencer che nel film dovranno attraversare una serie di sfide per poter vincere fama e ricchezza e, perché no, qualche altro centinaio di followers, solo per scoprire che in realtà la trappola in cui si sono invischiati è pronta a riservare svolte letali. Un po’ il nostro Squid Game: “Sì, ci ho pensato!”, afferma Gorietti. “Questa assonanza mi faceva ridere moltissimo. Anche se non ho ancora visto l’ultima stagione, non sono molto in vena. Con tutto ciò che si sente in giro ho bisogno di mettere in pausa la violenza, almeno quella che posso controllare sullo schermo. Che poi, in realtà, per rilassarmi virerei comunque sempre su qualcosa di pesante, come film su personaggi celebri che aspirano a qualcosa di grande o che hanno cambiato il mondo. Ci sono i miei amici che mi chiedono: ma non molli mai? No, a quanto pare non mollo mai". E non molla nemmeno quando si tratta di riportare nella quotidianità l’interesse per gli aspetti sociali, come per il tema della parità di genere, per cui l’attrice si spende costantemente anche tramite Amnesty International, oltre ad essere firmataria di Dissenso Comune, manifesto con attrici e lavoratrici dello spettacolo contro le ingiustizie di genere e le disparità salariali. “Lotto contro la violenza sulle donne da quando ho diciotto anni”, racconta Gorietti. “La mia è una famiglia di stampo matriarcale, mia nonna era una femminista e quel suo desiderio di riscatto è come se risuonasse in me. I social in questo possono essere uno strumento utile, un megafono ideale che non deve seguire l’algoritmo, ma ciò su cui vale la pena fare luce”. 

Giulia Elettra Gorietti: “Col senno di poi non avrei cominciato a recitare così presto. Ora, però, sono felice” Attrice, madre e contro il patriarcato. Nel film Dedalus è una mamma influencer, nella vita odia le ingiustizie | Image 575207

"Mi è capitato recentemente che un uomo urlasse dietro a me e il mio cane sul treno, come fossi stata un oggetto. Era palese che sentiva di potersi permette di usare quel tono. Ovviamente mi sono scagliata contro i suoi modi di fare e per tutta risposta la moglie si è scusata perché voleva addossarsi la maleducazione del marito. Non può essere possibile. Le ho detto che non era lei che doveva scusarsi e che speravo che il marito si sarebbe fatto un bel esame di coscienza. E se a volte pensi che non sia necessario reagire, in realtà quel singolo evento ha riscosso un minimo di attenzione: una donna mi ha preso la mano per darmi conforto e un’altra dietro spiegava al marito perché l’uomo si era sentito in diritto di trattarmi in quella maniera.". Un non conformarsi ad un tipo di società radicata ancora in tradizioni e retaggi del passato su cui Giulia Elettra Gorietti si è interrogata spesso, vista anche la relazione a distanza col marito Pietro Iemmello, giocatore di calcio del Catanzaro, spesso lontano per via del suo mestiere mentre l’attrice ha deciso di restare con sua figlia a Roma. "Ci sono convenzioni che non ho mai rispettato e che per molto tempo mi hanno fatto sentire strana. Come il fatto di non vivere con Pietro. È un punto della mia vita privata su cui tantissima gente ha voluto mettere bocca. Per questo mi sono molto interrogata e sono arrivata alla conclusione che la cosa migliore per una figlia è vedere che i propri genitori si amano, ma anche che siano entrambi realizzati". 

Una riflessione che arriva dal percorso professionale di Giulia Elettra Gorietti, su cui ha avuto modo di pensare a fondo nel corso degli anni, soprattutto su cosa ha significato cominciare a lavorare da così giovane. "Facevo sport a livello agonistico, mi allenavo tutti i pomeriggi, poi un giorno mi fermano per strada e mi chiedono se sono interessata a recitare. Così feci un patto con i miei e se fossi andata bene a scuola avrei potuto partecipare al film in cui mi volevano. Ad oggi, però, avrei preferito che le cose fossero andate in maniera diversa", confessa l’attrice. "Non rinnego nulla anche se ho sofferto, amo quello che faccio e penso sia il lavoro più bello del mondo. Ma mi sono resa conto nel tempo che non avevo gli strumenti adatti per affrontare da sola un’industria come quella dello spettacolo. Non ero ancora una donna, non ho avuto le giuste guide e tutto ciò in cui credevo era di dover essere sempre perfetta. Se avessi cominciato da più grande mi sarei risparmiata dolori e pressioni, sarebbe stata una scelta più sana". 

Adesso però Giulia Elettra Gorietti è felice. Mentre è in sala con Dedalus è già attesa l’uscita del suo prossimo progetto, Compulsion, diretto da Neil Marshall. E, nonostante dopo il film di Gianluca Manzetti sia più che lecito decidere di prendersi una pausa dai social, l’attrice vuole vederci ancora un briciolo di speranza: "Non mi sento di demonizzarli in toto. Hanno un lato positivo. Senza social tante ingiustizie non avrebbero risonanza e sì, ho paura che le parole non si tramutino mai in fatti, ma se l’informazione e la cultura possono passare anche per lo schermo di uno smartphone allora è un bene. Come tutto, poi, ci dovrebbe ovviamente essere un’educazione che va dalla famiglia alla scuola, che sia quella sentimentale-sessuale a quella, perché no, su come si vive nel mondo del web, per mettere in guardia dalle sue insidie".