"Tutto andrà bene" è un tentativo di presa di coscienza La nuova canzone di Fabri Fibra parla di revenge porn e salute mentale

Di rapper misogini, omofobi, poco rispettosi, cattivi, politicamente scorretti si parla spesso, anzi spessissimo. Io, che sono nata nella prima metà degli anni Novanta, questa conversazione l'ho sentita centinaia di volte, sui giornali e in televisione, nei commenti social. Alla base, forse, una fondamentalmente scarsa comprensione del genere e dei suoi stilemi, e forse anche un goccio di superficialità. Che molti rapper utilizzino delle immagini forti per shock value e che certe pose siano superate e poco produttive non è in dubbio. Nel mezzo il mare di rapper e trapper di vecchia e nuova generazione, che conservano un approccio sociale e che cercano, come ai bei vecchi tempi, di farsi interpreti di una realtà fluida, diversa, difficile da definire e ancora di più da semplificare. Un esempio? Fabri Fibra. Lasciatemi spiegare.

Tutto andrà bene, significato della canzone di Fabri Fibra

Nel nuovo album di Fabri Fibra, che si intitola "Mentre Los Angeles brucia" e che è stato pubblicato la notte tra il 19 e il 20 giugno, tra le solite imprecazioni del rapper di Senigallia contro gli smartphone, i giovani d'oggi, la scena rap italiana attuale, colleghi, amici, ex fidanzate, nemici, in mezzo al suo pessimismo ormai cifra di riconoscimento della sua penna (Figlio), c'è anche una canzone che si differenzia dal resto, sia dal punto di vista musicale che dal punto di vista del testo. Si intitola "Tutto andrà bene" e sembra una favola senza lieto fine. Nel pezzo, da un punto di vista che purtroppo è e rimane quello di una persona che ha quasi cinquant'anni (classe 1976), Fabrizio Tarducci parla di salute mentale nei più giovani (più o meno liceali), portando come esempi due casi. Quello di Anna, vittima di revenge porn da parte del suo ex fidanzato, e quello di Marco, vittima di bullismo, che finisce per isolarsi. Entrambi i personaggi si levano la vita. Il ritornello è una preghiera accorata, una sorta di messaggio da mandare ai nostri amici e conoscenti che vediamo allontanarsi dalla socialità, vittime della vergogna. 

Dopo Rkomi, anche Fabri Fibra offre una sua prospettiva sulla salute mentale, un tentativo di presa di coscienza che non parte da lui stesso (e quando lo fa lo fa in maniera molto diverse, molto più aggressive che costruttive, come in questo caso) ma da casi di cronaca, da un'osservazione della socialità giovanile che è in buona fede e vuole essere costruttiva, ma che non può non essere distante e datata. L'effetto - e lo dico da grande fan del personaggio e dell'artista - è dello zio alla cena di Natale, che semplifica, che dà consigli che sarebbero validi se la vita fosse semplice e lineare, se l'adolescenza non fosse complessa, che non sa più cosa succede ai ragazzi di oggi, che ci prova ma non ce la fa del tutto. Io, però, continuo ad apprezzare lo sforzo, osservo la curva, la sensibilità, il tentativo. Perché alla fine della fiera tentare è tutto quello che possiamo fare, e se c'è qualcuno che lo sa questo è proprio Fabri Fibra.

Tutto andrà bene - Testo della nuova canzone di Fabri Fibra