Il concerto di Elodie a San Siro è la prova che il pop ha cuore e sostanza Chi lo dice che il pop non può lanciare messaggi?
L'8 giugno Elodie ha conquistato San Siro nel contesto del suo tour estivo negli stadi, che ha solo due date (il prossimo appuntamento sarà allo Stadio Maradona di Napoli, il 12 giugno) e quasi senza parlare ci ha detto tante, anzi tantissime cose. Sullo stato dell'arte della musica pop al femminile in Italia, sulla nostra fame di star che possano reggere il confronto con la musica internazionale e su quanto, ancora oggi nel nostro Paese, una donna che riesce a essere forte e sensuale insieme è ancora temuta e - per questo - osteggiata e insultata.
Elodie negli Stadi è emozionante
Quando Elodie è salita sullo splendido palco di San Siro la prima impressione, fortissima, è stata vicina alla commozione. Vedere un'artista così chiaramente emozionata, concentrata, seria e professionale ma allo stesso tempo agitata, ansiosa di fare bene, è stato bello. Impossibile non empatizzare. Anche se non siamo popstar, siamo state tutte studentesse in ansia, candidate a un colloquio di lavoro, persone che si sono trovate a dover gestire qualcosa di nuovo, bellissimo, spaventoso. La seconda è stata l'orgoglio irrazionale, come se la pop star di Black Nirvana fosse una cugina, una sorella, un'amica. È bello vederla conquistare lo stadio, pieno nonostante le polemiche, è bello vederla nel suo elemento. La scaletta, ben costruita, divisa in momenti (Audace, Galattica, Erotica, Magnetica) come il suo ultimo album Mi ami mi odi e inframmezzata da video, esibizioni altrui (impossibile non menzionare Nina Kravitz) e coreografie ha fatto il resto. Uno spettacolo completo e coinvolgente, una vera rivincita.
Coppe di silicone, il progetto di Ambrosia Fortuna sul palco di Elodie
I video che separavano i diversi blocchi non erano casuali, anzi. Uno dei blocchi, in particolare, è stato introdotto da un estratto di Coppe di silicone, progetto di Ambrosia Fortuna, che lo ha raccontato su Instagram così: "Tutti, in fondo, transizioniamo. Cambiamo, cadiamo, cresciamo, ci reinventiamo. Questo progetto racconta proprio questo: l’evoluzione dei corpi, delle identità, delle relazioni. Chi appare in questo lavoro è parte della mia storia. Persone che mi hanno vista nascere, cambiare, sparire, tornare. Alcune le ho scelte perché mi hanno cresciuta. Altre perché mi hanno salvata. Greta, Sara, Paola, Tarantina, Vanessa, Levi e tante altre che considero sorelle, amiche, madri. Figure preziose che mi accompagnano nel tempo, mentre io continuo a osservarle e ad ascoltarle, con amore, rispetto e gratitudine". E poi ha aggiunto: " Mi sono affidata agli occhi di Lorenzo De Filippo, amico mio prezioso, che ha firmato con delicatezza la fotografia delle riprese esterne. Con lui e con le parole delle mie sorelle, ho cominciato a immaginare un linguaggio visivo che potesse restituire quell’intimità senza mai violarla. Questo non è un film in senso classico, ma una costellazione di incontri, una raccolta di voci che si intrecciano, si rispecchiano e si fondono, spesso senza bisogno di spiegazioni. È un progetto ancora vivo, in piena trasformazione, in cui le parole possono posarsi con delicatezza, senza dover chiedere permesso, senza dover giustificare la propria esistenza. Ogni vita in questa storia è preziosa ed è degna di essere raccontata. E ogni racconto custodito è una carezza restituita a chi, per troppo tempo, è rimasto invisibile. Questo progetto è il mio modo di dire: ci siamo. Siamo esistite, esistiamo, e continueremo a esistere. Irrinunciabili. Perché finché ci saranno corpi che cambiano, voci che resistono e mani che si intrecciano, ci sarà sempre qualcosa da raccontare. Sempre una nuova storia da custodire. Sempre una nuova possibilità di rinascere. Insieme".
L'attivismo si fa anche sui palchi?
Non solo. Anche uno spettacolo di drag queen al grido di Make Equality Great Again con una citazione diretta e contrastante il motto conservatore e retrogrado di Donald Trump e, sul finire, anche una bandiera della Palestina, portata sul palco e sventolata con forza. In un momento in cui si parla tanto di tutte le sfumature dell'attivismo, in cui si contesta quello social, fatto su Instagram, e in cui ci si chiede allora cosa possiamo fare, chi sono le persone che devono farlo, se ha senso affidarsi ai personaggi pubblici oppure no, Elodie risponde con semplicità e impatto, come a dire: io ci sono, posso fare questo, questo è il mio linguaggio e ha senso per me utilizzarlo così.
Le nuove date del tour in autunno nei palazzetti
L'ultima sorpresa? L'annuncio delle nuove date e di una seconda parte del tour, che dopo Napoli si prenderà una pausa e tornerà in autunno, nei palazzetti di tutta Italia. Un'opportunità perfetta per vedere dal vivo un'artista che ha tanto da dire e che sa come farlo, e che è un piacere (e un'emozione) da vedere live.