
La slow tv è l’antidoto alla frenesia della vita contemporanea?
Un esercizio di mindfulness fai da te, a portata di smartphone
13 Marzo 2025
Dimenticate per un momento l’adrenalina da binge watching, l’ansia da cliffhanger e l’alienazione dello scroll. Esiste un (vecchio) nuovo modo di fruire dei contenuti: lento e senza colpi di scena, a suo modo ipnotico. Si chiama slow tv e se la sono inventata - se così si può dire - i norvegesi, che dello slow living hanno fatto un vero e proprio stile di vita. Eventi di per sé poco rilevanti vengono ripresi minuto per minuto e trasmessi senza tagli o montaggio, come se lo spettatore li stesse vivendo in prima persona. Tutto ha inizio nel 2009, quando la Norwegian Broadcasting Corporation (NRK) decise di tentare un esperimento un po’ azzardato: trasmettere un viaggio in treno da Bergen a Oslo della durata complessiva di 7 ore, per intero. La camera era stata fissata sulla locomotiva e riprendeva il susseguirsi di paesaggi naturali, boschi, colline innevate e minuscole stazioni. Fine. La trasmissione ebbe un inaspettato successo, quindi al treno seguirono una competizione di lavoro a maglia, un falò che bruciava per svariate ore, il viaggio completo della Hurtigruten, battello postale norvegese che ancora oggi percorre la costa dei fiordi. Fino al mio preferito, il Piipshow: la trasmissione in diretta di un telecamera che ha ripreso, per tutta la primavera, una casetta per gli uccelli allestita come un mini-cafè, con una certa varietà di ospiti (dalla cinciallegra allo scoiattolo).
La slow tv oggi: alternativa allo scroll e all’ansia da visione?
L’esperimento norvegese si è concluso circa dieci anni fa, ma il genere della slow tv continua ad esistere: sia perché quei video rimangono online, sia perché ha dato il via ad un nuovo modo di concepire il contenuto di intrattenimento, del tutto controcorrente rispetto alla produzione e fruizione un po’ ossessiva di questi tempi. La corsa alla visione della serie tv del momento, l’assolutamente imperdibile appuntamento al cinema per il film di cui tutti parlano: la socialità della visione, sdoganata dai social media, ha finito in molti casi per intaccare il piacere stesso di guardare un film o una serie tv, soppiantato dall’ansia da prestazione. E quando non c’è di mezzo la velleità di dire la propria, rimane comunque l’impostazione un po’ bulimica a cui il mondo dello streaming ci ha abituato. Vedere tutto e subito, sapere come va a finire. Per passare poi ai social media, in cui scrolliamo in maniera frenetica video che offrono al nostro cervello un crescendo di stimoli. Gli studi ci dicono, però, che si tratta stimoli sempre più scadenti, in una fruizione passiva che porterebbe fino a quella che è stata definita brain rot, letteralmente la "putrefazione del cervello".
Imparare ad annoiarsi: un esercizio di mindfulness fai da te
Fermiamoci un attimo, quindi. "Bisogna imparare anche ad annoiarsi", diceva mia nonna quando da bambina lamentavo di non sapere cosa fare. È difficile, eppure fondamentale. Così la slow tv può diventare un esercizio di mindfulness fai da te: accendi il pc (lo smartphone, il tablet, la tv) e sintonizzati su uno di questi video. Osserva e ascolta il movimento del treno, fatti una passeggiata sotto la neve in Finlandia, oppure guarda gli uccellini scambiare quattro chiacchiere al bar. Per quanto tempo, lo decidi tu. Però concentrati su ciò che succede, senza preoccuparti troppo di ciò che accadrà dopo (spoiler: niente di sorprendente). Assapora i minuti che passano, piuttosto che contarli e basta. Concediti di non pensare ai problemi che affliggono te o il mondo che ti circonda. Annoiati per un po’, ne hai bisogno. O magari finirai per divertirti, scoprendo un’inaspettata passione per i contenuti naturalistici.