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Da Kim Kardashian a Taylor Swift: ha senso bloccare le celebrità per protesta?

Il Blockout 2024 ci invita a ripensare il nostro rapporto con l'attivismo e con lo showbiz

Da Kim Kardashian a Taylor Swift: ha senso bloccare le celebrità per protesta? Il Blockout 2024 ci invita a ripensare il nostro rapporto con l'attivismo e con lo showbiz

Cosa succede alle celebrità se il loro pubblico le rifiuta? Esiste la possibilità che la minaccia di una perdita di audience le spinga a schierarsi su questioni di politica estera particolarmente pesanti? Cosa vuol dire per il nostro rapporto con la fama e con i famosi prendere coscienza del fatto che a "regalargli" questa fama siamo stati proprio noi e possiamo levargliela quando vogliamo, come una madre severa? Queste sono le domande che vogliamo farci e farvi nel parlare del Blockout 2024, movimento di boicottaggio e protesta partito dal basso a seguito del Met Gala. Partiamo dall'inizio, e cerchiamo di fare chiarezza.

Blockout 2024: cosa c'entra il Met Gala?

Il gala newyorkese che fa da raccolta fondi per il Metropolitan Museum è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso, il catalizzatore di spinte e frustrazioni che, in realtà, sobbollivano da tempo sui social e si cristallizzavano in liste di chi tra le celebrità del momento si era schierata sulla questione palestinese e chi invece no. Mentre le star internazionali sfilavano sul green carpet adornate di fiori, abiti di sabbia, blocchi di ghiaccio e clessidre, infatti, l'offensiva israeliana bombardava Rafah. La dissonanza è stata percepita, fortissima e inevitabile, anche a causa dei feed e degli algoritmi delle piattaforme social. Ovunque, da Twitter a TikTok passando per Instagram, i contenuti sul genocidio si alternavano senza soluzione di continuità con quelli sulla moda, sul tema dell'anno, sui brand, sui personaggi presenti e non presenti, da soli e in coppia. Faceva venire le vertigini

@kimberleyonline

Part 2 of this Week's Block List of Celebrities for the Blockout 2024 - do it and do it UNPOLOGETICALLY.

original sound - Kim | Commentary & Content

Cosa sta succedendo alle star: da Kim Kardashian a Taylor Swift

E da qui l'idea. Cosa succederebbe se - per dimostrare tutto il nostro dissenso e il nostro disgusto nei confronti di queste star che, mentre delle persone vengono bombardate, partecipano alla loro elegante serata di gala senza neanche sognare di esprimersi a riguardo - le bloccassimo in massa? Non solo quelle che hanno partecipato al Met Gala, anche quelle che percepiamo come abbastanza potenti da poter cambiare qualcosa nell'opinione pubblica. Ecco che nasce il Blockout 2024 o Blockout Boycott, che consiste esattamente in questo. Levare audience, attenzioni, reach a personaggi come Kim Kardashian, Tom Brady, Taylor Swift, Selena Gomez e molti altri. Fioccano online le liste di persone da bloccare, così come commenti sotto le foto dei preferiti del momento che fanno più o meno così: "Ti prego dì qualcosa, non voglio doverti bloccare". Insomma, lo scopo è punirli e ricattarli privandoli dell'unico potere che abbiamo su di loro: quello della nostra attenzione

Bloccare le celebrità funzionerà? Attivismo e parasocialità oggi

Fondamentalmente, si tratta di un ricatto. Un ricatto che funziona? Le opinioni sono contrastanti. Anche tra i sostenitori della causa palestinese, infatti, c'è chi pensa che questi atti (liste comprese) siano inutili e performativi, e che altre azioni (come ad esempio promuovere raccolte fondi e chiamare i propri rappresentanti sul territorio per invitarli a fare qualcosa) siano più significative. Dall'altra parte, invece, si sostiene che questa cosa potrebbe funzionare, e che lo stia già facendo. È troppo presto per capirlo, e non siamo sicuri che il ricatto e la minaccia siano dei mezzi efficaci per spingere qualcuno a prendere una posizione onesta, sincera e non superficiale o a sua volta performativa e vuota. Se allarghiamo l'inquadratura, però, entra in gioco il concetto di attivismo, che negli ultimi anni è stato rielaborato e riscritto dai social. La domanda è sempre la stessa: cosa è attivismo? Quello sui social può essere definito tale? O ci serve un'altra parola per distanziarlo dalle altre forme? Ancora, quello che ci sembra stia essendo scoperto, qui, è un meccanismo fondamentale, che ribalta i rapporti tra noi e le persone famose. Una presa di coscienza che potrebbe esserci utile anche oltre il movimento di boicottaggio e che ci spinge a rifiutare qualsiasi parasocialità e a capire il nostro potere, i suoi limiti e il funzionamento dei meccanismi dell'economia dell'attenzione, che ci invita a soppesare cosa vuol dire davvero sostenere qualcuno così distante da noi. Siamo pronti ad applicarlo nella nostra vita?