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Met Gala i migliori temi negli anni

E quello che ci serve sapere di questa edizione 2023

Met Gala i migliori temi negli anni E quello che ci serve sapere di questa edizione 2023

È ufficialmente partito il conto alla rovescia per il Met Gala 2023. Questo lunedì 1° maggio le star del mondo insieme alla crème del fashion system non cammineranno solo sul tappeto rosso, ma saliranno a colpi di scintillanti outfit e picchi di estrema coolness i gradini del Metropolitan Museum of Art di New York, ancora una volta palcoscenico dell’evento più atteso dell’anno.  Come sempre la curiosità è alle stelle, soprattutto nei confronti dei look scelti dalle varie celebrities invitate alla soirée, che dovranno come da tradizione interpretare il tema dell’evento. Quest’anno il dress code sarà "In onore di Lagerfeld", un omaggio alla  prolifica carriera di Karl Lagerfeld, durante la quale ha lavorato da Balmain, Patou, Chloé, Fendi e, soprattutto, Chanel. 

Messo in piedi da Anna Wintour, la presidente onoraria del gala insieme a Tom Ford e per questa edizione con co-chairs Dua LipaPenélope CruzMichaela Coel e Roger Federer, il Met Gala ha da sempre l’obiettivo di accendere i riflettori sul passato, presente e futuro della moda, un'espressione unica di totale creatività sartoriale. Sono quindi già partite le speculazioni, non soltanto per quanto riguarda gli outfit che scenderanno in campo, ma anche sui nomi che parteciperanno all’evento. Secondo i rumors, per l’edizione 2023, la guest list sarà nuovamente Gen-Z oriented, includendo molte giovanissime celebrities, da Emma Chamberlain  fino a Olivia Rodrigo e  che si vanno ad aggiungere al caleidoscopio di star che hanno solcato l’ingresso del Metropolitan Museum come Cher, Sara Jessica Parker, Beyoncé, Lady Gaga, Rihanna e il clan Kardashian-Jenner

Il Met Gala, o formalmente Costume Institute Gala, è un evento annuale di raccolta fondi a beneficio del Costume Institute, che segna, ogni primo lunedì di maggio, l'apertura della mostra di moda annuale organizzata dall’associazione. La prima edizione avvenne nel 1948 e consisteva in una cena di mezzanotte, con il prezzo d'entrata di 50 dollari. Basato sull'eredità lasciata dall'ex caporedattore di Vogue Diana Vreeland, nonché consulente speciale del Costume Institute, dal 1973 il Met Gala è divenuto popolare come un evento esclusivo, considerato il gioiello della corona sociale di New York City, il dress code? The World of Balenciaga.

Romantic and Glamorous Hollywood Design, 1974

Ma passiamo direttamente all’anno dopo. Nel 1974 il tema scelto fu Romantic and Glamorous Hollywood design e inutile dire come l’allure del jet set americano della West Coast abbia lasciato l’imprinting sugli abiti indossati al party. Primo fra tutti l’indimenticabile naked dress indossato da Cher e disegnato dall’amico e stilista Bob Mackie che presentava una serie di trasparenze, piume e lustrini per un abito rimasto negli annales della moda.

The Eighteenth-Century Woman, 1981

Nel 1982 il Metropolitan Museum of Art di New York pubblica un saggio di Olivier Bernier con prefazione di Diana Vreeland intitolato The Eighteenth-Century Woman. Nel libro, il ritratto di quattordici donne affascinanti e controverse traccia gli inizi dell’emancipazione femminile. Fu proprio questo il tema scelto per il Met Gala del 1981, un omaggio a quei caratteri distintivi come opulenza, fascino e intelligenza, che nei secoli sono stati incartati da donne straordinarie, da Madame de Pompadour, a Madame du Barry fino ad Abigail Adams e la regina di Napoli, pioniere di una fioritura culturale senza precedenti. Tra i tanti abiti sfoggiati sul red carpet merita sicuramente una menzione il Calvin Klein indossato da Iman, una tunica bronzo con maniche a sbuffo e scollo a trapezio impreziosito da una tracolla di cerchi metallici. Semplicemente iconico.

Théâtre de la Mode – Fashion Dolls: The Survival of Haute Couture, 1990

 

Facciamo un salto negli anni ‘90. Il tema in questione è quello di inizio decennio dal nome Théâtre de la Mode – Fashion Dolls: The Survival of Haute Couture, un’ode ai temi teatrali del genere dell’alta moda sotto la guida dei grandi couturier del dopoguerra. A rubare la scena fu decisamente Naomi Campbell nella sua prima apparizione sui gradini del Met, che per l’occasione indossò un minidress stampato multicolor con paillettes firmato Versace della collezione spring summer ‘91.

Rock Style, 1999 

Un vento nuovo soffia a partire dal 1995, quando Anna Wintour, la celeberrima direttrice di Vogue America, subentra a Vreeland come presidente del comitato di organizzazione. Sotto la sua guida, i temi scelti per il Met Gala segneranno uno spaccato di storia della moda senza precedenti. Ma partiamo dal dress-code del 1999 che in quanto ultimo del secolo fu decisamente memorabile. A dominare il tappeto rosso il duo Stella McCartney e Liv Tyler, figlie rispettivamente delle rockstar Paul McCartney e Steven Tyler, che fecero scalpore presentandosi con indosso due tank top monospalla abbinati, decorati con la scritta "Rock Royalty" da Filth Mart, un negozio di magliette vintage dell'East Village di New York. 

 

Goddess: A Classical Mode, 2003

Per il tema Goddess, A Classical Mode del 2003, i look sfoggiati per il Met Gala non potevano non essere divini. Il dress code mirava a indagare l'influenza in continua evoluzione dell'antico abito greco-romano attraverso i secoli, che attraverso diverse permutazioni e trasformazioni, ha dato vita a mode tanto romantiche quanto provocatorie. Un chiaro esempio lo dà il trio Naomi Campbell, Victoria Beckham e Linda Evangelista che al fianco del designer Stefano Gabbana sfoggiano una combo di abiti dai diversi tagli, tessuti e sfumature per un risultato audace e contemporaneo. Chi di noi non indosserebbe almeno uno dei tre?

 

 AngloMania: Tradition and Transgression in British Fashion, 2006

L'anglomania ha attanagliato l'Europa a partire dalla metà del XVIII secolo. Anglofili continentali come Voltaire e Montesquieu vedevano l'Inghilterra come una terra di ragione, libertà e tolleranza. Tuttavia, quello che è iniziato come un fenomeno intellettuale è diventato, ed è rimasto, una questione di stile. Dalle strade agli atelier, la moda anglosassone ha decisamente lasciato un segno partorendo icone punk come Johnny Rotten e influenze imprescindibili come Vivienne Westwood. Per l’edizione 2006 ricordiamo la star di Sex and the City Sarah Jessica Parker, che gemellata al designer Alexander Mcqueen, ha sfoggiato un abito tartan, forse look più iconico dell’attrice tra tutte le sue 11 apparizioni sui gradini del Met.

 

 The Model As Muse: Embodying Fashion, 2009

Si sa, la moda ha le sue muse e si chiamano top model. Dai primi anni del ‘900 fino ad oggi icone del passato come Dorian Leigh, Sunny Harnett e Twiggy fino a personalità contemporanee come Naomi Campbell, Kate Moss e le recentissime Bella Hadid e Kendall Jenner hanno ispirato i designer del mondo per le loro creazioni. In questa visione in blu ritroviamo Cindy Crawford al fianco dell'icona Donatella Versace durante il Met Gala 2009.

 

Heavenly Bodies: Fashion and the Catholic Imagination, 2018

Ed ora uno sguardo ai temi più recenti. Iconica fu l’edizione 2018 in cui fu richiesto ai guests di interpretare tra sacro e profano, l’influenza che fin dall'antichità hanno credenze e pratiche religiose sulla creatività. Un dialogo che a sua volta ha alimentato l'immaginazione degli stilisti nel XX e XXI secolo, producendo alcune delle creazioni più innovative nella storia della moda. Nonostante la controversia del tema, il risultato fu decisamente spettacolare. Ricordiamo in particolare Rihanna in versione papessa vestita dal designer John Galliano. Iconica.

Camp: Notes on Fashion, 2019

Ultima versione pre-pandemica del Met Gala è stata quella del 2019 con il tema Camp: Notes on Fashion e per mesi ci siamo chiesti: cosa significa davvero Camp? La risposta ci è stata data soprattutto dalle star invitate al gala che, ispirandosi al saggio di Susan Sontag Notes on Camp del 1964, hanno interpretato il dress-code come un'estetica complessa che sfida lo status quo. O meglio, un’espressione delle dinamiche giocose tra arte e cultura popolare, attraverso cui la moda si traduce in ironia, artificio, ed esagerazione. E in questo gusto per la teatralità si accaparra il primo posto sul podio il look della star Millennial Zendaya firmato Tommy Hilfiger. Una versione Cenerentolesca dell’attrice con maxi gonna a campana, corpetto e maniche a palloncino. Da sogno.

In America: A Lexicon of Fashion, 2021

Chiude il cerchio la fashion queen per antonomasia Kim Kardashian che per l'edizione Met Gala 2021, a tema In America: A Lexicon of Fashion, si è presentata sul red-carpet elevando il concetto di total black a un altro livello - per davvero. L'abito haute couture firmato Balenciaga con maschera e strascico, che oscurava completamente viso e corpo, ha sorpreso il pubblico portando in scena  qualcosa che non si era mai visto sul red carpet del Met Gala, l’anonimato. 

 

Non resta da chiedersi se gli outfit che verranno sfoggiati sul red carpet nel 2023 saranno in grado di eguagliare quelli degli scorsi anni.