
Perché i capelli a caschetto sono così potenti? Citando Fleabag: “I capelli sono tutto”
Se c’è un taglio di capelli che spicca nello zeitgeist culturale, è proprio il caschetto. Un esempio? Io e mia madre stavamo guardando The Better Sister su Prime Video, in cui l'attrice Jessica Biel sfoggia un caschetto nei panni dell’editor-in-chief apparentemente perfetta, Chloe. Mia madre si gira verso di me e chiede ad alta voce: “Non ti sembra così elegante e potente?”. In effetti, lo era. Ma il caschetto di Biel non è un caso isolato.
È successo tante volte: Ayo Edebiri nel trailer di After the Hunt al CinemaCon; Leslie Bibb e Parker Posey in The White Lotus; Gigi Hadid al Met Gala 2024; Zendaya con uno stile riccio ai Golden Globes; Dichen Lachman nei panni di Ms. Casey in Severance, e così via. Chi porta un caschetto sembra sempre muoversi con grazia ed eleganza, attirando inevitabilmente l’attenzione. E quindi la domanda sorge spontanea: perché i caschetti sono così potenti?
"Come stylist, vedo in prima persona quanto le clienti siano attratte dal caschetto", afferma Anna Sorbie, esperta di acconciature da sposa. Questo taglio rafforza l’autostima e offre una grande versatilità: dalla praticità quotidiana alla trasformazione estetica. È un taglio senza tempo, in grado di rinnovarsi costantemente e fare sempre colpo.
Le origini ribelli dei capelli a caschetto e l'evoluzione negli anni
Per Nikki Cestaro, parrucchiera e proprietaria di un salone a Merrick, New York, il caschetto corto è da sempre una dichiarazione di stile. Le sue origini risalgono ai Ruggenti anni ’20, un’epoca definita dalla ribellione. "Quando le donne si tagliarono i capelli negli anni ’20, fu uno scandalo", dice Julia North, hairstylist delle celebrità e fondatrice del marchio di parrucche Wigonia. All’epoca, i capelli lunghi erano simbolo di femminilità: tagliarli significava rifiutare gli ideali vittoriani e reclamare la propria libertà. Icone come Louise Brooks, Clara Bow e la ballerina francese Irene Castle hanno reso celebre il taglio, trasformandolo nel simbolo della flapper e un di autonomia femminile.
Dopo il suo debutto, il caschetto è tornato in versioni più sobrie, quando i capelli lunghi sono tornati di moda. Tuttavia, star come Greta Garbo e Marlene Dietrich hanno reso popolare il taglio a Hollywood con versioni più morbide. Solo negli anni ’60 il caschetto ha fatto un ritorno fragoroso. Secondo Maria Sotiriou, co-fondatrice di SILKE London, la rinascita del taglio fu opera del parrucchiere Vidal Sassoon, che creò un caschetto a cinque punte per la stilista Mary Quant, riflettendo l’estetica ribelle dell’epoca. Anche la modella Twiggy e l’attrice Nancy Kwan hanno contribuito a renderlo iconico.
Negli anni ’80 divenne sinonimo di potere, con il taglio distintivo della direttrice di Vogue, Anna Wintour, che esprimeva autorità, competenza, raffinatezza e, come dice Cestaro, un’energia da “boss”. Negli anni ’90, con il minimalismo elegante al centro della scena, celebrità come Victoria Beckham, Gwyneth Paltrow e Winona Ryder hanno consacrato il caschetto come simbolo di estrema eleganza. Gli anni 2000 e 2010 hanno visto infinite interpretazioni, con personaggi pubblici come Paris Hilton, Britney Spears, Natalie Portman, Rihanna, Angelina Jolie e Keira Knightley. Anche la favolosa Carrie Bradshaw ha sfoggiato il taglio, nelle stagioni quattro e cinque della celebre serie Sex and the City di Darren Star.
Un taglio universale per tutti i tipi di capelli
Corto e spettinato, micro, asimmetrico. Con infinite varianti, il caschetto ha superato la dimensione di tendenza per diventare un’icona culturale a sé, che conquista chiunque, indipendentemente dal tipo di capello. Tuttavia, come sottolinea Sotiriou, è ancora fondamentale parlare di capelli con texture diverse. È importante approcciare in modo specifico i capelli ricci o afro nel taglio del caschetto, poiché tendono a restringersi. "Come persona di origini miste, sono felice della direzione che sta prendendo la nostra industria. La formazione sui capelli afro sta crescendo rapidamente, ed è sempre più atteso che gli stylist siano preparati anche in quest’ambito", dichiara.
Sebbene i fondamenti del caschetto rimangano gli stessi, linee pulite e precisione, il modo di realizzarlo è cambiato. Secondo Hadley Yates, proprietario di un salone, oggi si usano tecniche come texturizzazione, scalatura interna, taglio a secco e modellatura personalizzata. "Il taglio deve sembrare su misura, non preconfezionato", osserva, un punto cruciale in un’epoca in cui la cultura di massa sembra più una divisa che un’influenza.
Secondo Yates, stiamo vivendo una nuova rinascita del caschetto. Questa rinascita segue spesso periodi di eccessi. È un ritorno alla chiarezza, all’identità e alla struttura. In un mondo post-pandemia, "le persone cercano di nuovo una sensazione di ordine", spiega Yates. E tutto parte dai capelli. Il caschetto è ovunque: lo portano Carey Mulligan, Laura Harrier e, diciamolo, metà delle persone che segui sui social. È diventato il taglio per eccellenza quando si desidera una trasformazione. Secondo Yates, il suo essere associato a sicurezza, indipendenza e rottura con le convenzioni lo rende perfetto per i momenti di svolta. Sono proprio queste qualità a renderlo così potente. Come afferma senza mezzi termini Julia North dopo ore di conversazioni in salone sul tema: "Quando una donna sceglie un caschetto, sta facendo una dichiarazione di controllo sulla propria immagine". Ed è proprio questo il potere, tagliato alla perfezione.
























































