
La "fridge cigarette" è il simbolo della Gen Z Un momento di self-care, più o meno
Negli angoli più creativi e remoti di TikTok, come ogni novità che si rispetti, è nato un nuovo trend che ha conquistato la generazione Z: la "fridge cigarette". Nonostante il nome possa trarre in inganno, non si tratta di una sigaretta vera. Al contrario, è il modo originale e tutto sommato innocuo con cui la Gen Z descrive l’abitudine di bere una lattina di Coca Cola Zero fredda per concedersi un momento di pausa e relax. Immaginate un tabagista che dopo una giornata faticosa al lavoro riesce finalmente a concedersi una meritata pausa e accendersi una sigaretta. Bene: ora applicate lo stesso concetto a una persona che non fuma, ma vuole lo stesso un momento simile a quello della sigaretta per mettere in pausa il mondo.
@andrea.varano Cos'è una "fridge cigarette"? Ogni generazione crea i suoi rituali. Per la Gen Z, è la fridge cigarette: una pausa, un reset, un piccolo gesto che ricorda una sigaretta. #marketing #marketingstrategy #brandstrategy #branding suono originale - Andrea Varano
Cos'è una sigaretta da frigo?
La fridge cigarette è appunto molto più di una semplice bevanda. È un rituale. Proprio come il tradizionale "smoke break", questo momento è carico di significato e scandito da gesti precisi: aprire il frigo, scegliere la lattina, sentire il "click" dell’apertura, ascoltare il frizzante sfrigolio delle bollicine e gustare il sorso ghiacciato. Tutto ciò offre una breve, ma intensa, esperienza sensoriale. La lattina diventa così un oggetto di conforto, capace di segnare il passaggio da uno stato d’ansia a uno di calma, o semplicemente di offrire un momento personale all’interno di una giornata affollata. È il tipico esempio di come la gen Z riesca a reinterpretare pratiche del passato (in questo caso, la sigaretta) in chiave nuova, ironica, forse anche più sana.
Quando la pausa diventa un atto di resistenza, estetica e performance
In un’epoca in cui il burnout è una condizione diffusa anche tra ventenni e liceali, la fridge cigarette può essere letta anche come una micro-strategia di self-care. Non è solo un gesto ironico o una moda passeggera, ma un piccolo atto quotidiano di slow-living che permette di riprendere fiato in un mondo iper-connesso, iper-attivo, e soprattutto iper-esigente. Così come si parla di "coping mechanisms" (meccanismi per affrontare lo stress), la sigaretta da frigo si colloca tra quei piccoli riti moderni che permettono alla mente di dissociarsi per 30 secondi dal flusso continuo di input. Una pausa low-budget e low-commitment, ma dall’alto potere simbolico.
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Nel linguaggio estetico e iper-curato di TikTok, la fridge cigarette si inserisce perfettamente tra i trend come il "clean girl aesthetic", il "sad beige life" o lo "cozy core", ma rovesciandolo un po'. In fondo si tratta di una lattina di una bevanda. Aprire una lattina fredda davanti alla telecamera, con la luce soffusa del frigo come unico riflettore, non è solo un gesto funzionale: è una performance artistica inserita nel contesto vitale di una triste, o normale, o allegra giornata qualsiasi. Una mise en scène di una vulnerabilità rilassata, condivisibile, ma anche esteticamente compatibile con l’algoritmo. E in fondo è proprio questo uno dei tratti più riconoscibili del linguaggio Gen Z: la trasformazione del privato in contenuto, purché sia breve, significativo e relatable. Ogni break può essere una scena, ogni gesto può diventare virale. Siamo d’accordo che in questo breve paragrafo sono presenti tanti termini (soprattutto inglesismi) sdoganati recentemente nel mondo virtuale, ma ci siamo comunque capite, no?
Dai trend nasce un linguaggio, e viceversa
Video di giovani che si immortalano mentre fanno cose qualsiasi, spesso accompagnati da caption ironiche o malinconiche, hanno dato vita a un linguaggio condiviso, uno humor di nicchia e comprensibile ormai solo per chi è chronically online o disoccupato. Ecco un altro esempio di battuta sulla scia di quanto detto sopra.
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Ogni anno, la Oxford University Press organizza un concorso per scegliere la “parola dell’anno”, e nel 2023 il concorso è stato aperto anche al grande pubblico. Ogni persona poteva votare una delle otto parole pre-selezionate, e la parola che ha ottenuto più voti nel 2023 è stata “rizz”. Il termine deriva dalla parola “charisma” (carisma) ed è usato per indicare una grande abilità nel flirtare con qualcuno. Nuovi termini vengono spesso coniati per adattarsi al linguaggio delle generazioni emergenti o per comunicare esperienze condivise che creino una routine. Ad esempio, espressioni come “the ’rona” e “Zoom fatigue” sono emerse durante il COVID-19, mentre parole come “delulu” e “cooked” sono state rese popolari tramite social come Instagram e TikTok. La “sigaretta da frigo” si inserisce su questa scia e nasce in un momento in cui abbiamo tutti bisogno di staccare la spina e prenderci un momento di pausa dal caos della vita adulta.
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Secondo Preply la gen Z è quella che utilizza più slang rispetto a qualsiasi altra generazione, e l’89% degli americani apprende questi termini da Internet e dai social. Lo slang, tra l’altro, è come un fashion trend: non muore mai, al massimo scompare per un periodo e ritorna ogni pochi mesi con un significato leggermente modificato o ri-applicato.
E se dimenticassimo come si parla normalmente?
Non è facile abituarsi a nuovi termini, ma allo stesso tempo è difficile non esserne sommersi. Dall’usare lo slang nelle email di lavoro al subtweeting nelle discussioni della vita reale, stiamo rapidamente dimenticando come comunicare se non tramite abbreviazioni o frasi fatte. Dobbiamo ritrovare le nostre parole o è giusto che questo processo segua il suo corso? Tutte e due le cose, ma con misura e nei giusti contesti. I millennial, ad esempio, sono stati la prima generazione ad aver fatto terapia di massa, i primi ad aver raggiunto un buon livello di conoscenza di sé per poter mettere da parte assurdi pregiudizi e a affrontare i propri disturbi mentali. Questo ha portato con sé una buona dose di terminologia specifica da parte loro, e oggi il therapy speak è diffuso quanto lo slang di TikTok. È bene che sia accessibile, ma non deve essere abusato e decontestualizzato. Vale lo stesso per lo slang.
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Oltre TikTok: lo slang come archivio culturale
Ai più scettici possiamo dire che un elemento da considerare è il fatto che lo slang è una forma di archivio sociale e culturale. Non è solo un modo per sembrare alla moda o creare distanza tra generazioni, ma anche uno strumento per documentare come le persone vivono, reagiscono, e si raccontano in un determinato momento storico. Termini come fridge cigarette, delulu, main character energy o girl dinner sono più che semplici parole: sono fotografie linguistiche di un mondo in transizione, un linguaggio affilato che ci aiuta a parlare delle nostre fragilità con un tono ironico ma onesto.
























































