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L'importanza della prevenzione nella lotta al tumore al seno

La testimonianza di quattro donne e le parole di un medico per generare awareness verso la malattia

L'importanza della prevenzione nella lotta al tumore al seno La testimonianza di quattro donne e le parole di un medico per generare awareness verso la malattia

Non ho potuto sperimentare sulla mia pelle il concetto di prevenzione. Mi sono trovata a 29 anni con una diagnosi di tumore al seno metastatico. Solo in quel momento realizzi l'importanza di dover prevenire qualcosa. Per me era troppo tardi ormai, non potevo più prevenire, l'unica scelta che avevo era quella di curare. 

Basterebbero queste potentissime parole per spiegare in breve l’importanza della prevenzione contro un male, quello del tumore al seno, che colpisce ogni anno migliaia di donne. Nicoletta Saracco, autrice di questa quote, è una di queste donne. Come ha raccontato a nss G-Club, in seguito alla diagnosi e in particolare durante il lockdown Nicoletta ha scoperto la passione per la pittura e, attraverso il suo progetto @NI.ART.GALLERY, racconta la propria storia e la propria battaglia quotidiana. Le sue opere però vogliono sensibilizzare verso il tema della prevenzione, raccogliendo fondi per la Fondazione IEO, la Fondazione che sostiene direttamente la ricerca dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO), dove è tuttora in cura. Non poteva quindi esserci testimonianza più sentita della sua per celebrare ottobre, che da molti anni ormai è il mese della prevenzione. 

Il termine "amarsi" è quello che più associo al concetto di prevenzione, un concetto alquanto ignorato e sconosciuto ai più giovani, si è portati a non voler riflettere e non voler meditare riguardo problematiche che invece esistono. Si tende a pensare che sia sempre troppo presto, credendoci giovani si pensa che la salute sia qualcosa di ovvio. Ci si sente sempre troppo "piccoli" per delle problematiche così "grandi". Ed invece la cosa bella è far si che diventiamo noi i "grandi", attraverso anche la prevenzione, per far sì che tutto ciò diventi "piccolo" e si minimizzi. Provando sulla mia pelle cosa significhi curare piuttosto che prevenire, mi sento in dovere di spingere ed esortare tutti, in particolare i miei coetanei, ad amarsi di più, a dedicare una volta l'anno del tempo per un check-up.

Il cancro al seno colpisce 1 donna su 9 nell’arco della vita, ed è il tumore più frequente nel genere femminile. Nel 2019 in Italia si sono ammalate di tumore al seno circa 53 mila donne. La sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è in continuo aumento, negli ultimi vent’anni è passata dall’81% all’87%, ma perché si arrivi al 100% la ricerca deve continuare. Per quanto nel 5-7% dei casi di tumore del seno ci sono fattori di rischio ereditari, sono i controlli regolari e una vita sana i metodi più indicati per prevenire la malattia. Ogni donna dovrebbe sottoporsi ad una visita ginecologica annuale, tra i 40 e i 50 anni sarebbero opportuni degli esami specifici in caso di familiarità, mentre tra i 50 e i 70 anni è consigliabile fare una mammografia ogni due anni. Nella vita quotidiana sono poche e semplici le azioni che dobbiamo ricordarci per far star bene il nostro corpo: non fumare, fare attività fisica, scegliere un’alimentazione equilibrata e ricca di vegetali. Un altro aspetto fondamentale della prevenzione riguarda ascoltare ed osservare i segnali che ci manda il nostro corpo. La presenza di un nodulo, modifiche nella forma del capezzolo, rossore o ispessimento della pelle attorno al capezzolo, perdita di sangue, siero o latte dal capezzolo o tumefazione ascellare, sono tutti indicazioni della presenza di una possibile malattia. Sono la prevenzione e una diagnosi tempestiva infatti a fare la differenza. 

Nonostante controlli più frequenti siano consigliati dai 40 anni, non è raro che il tumore al seno colpisca donne ben più giovani, come Nicoletta, Fabrizia, Veronica, o Francesca, che qui sotto hanno raccontato la loro battaglia con un male che le ha colpite intorno ai 30 anni. Oltre ai consigli degli esperti, è la testimonianza diretta delle donne che questo male l'hanno affrontato a sensibilizzare sul tema, invitando tutti a prendersi cura del proprio corpo, ascoltandolo e curandolo. 

La mia prima volta con il linfoma di hodgkin è stata nel 2002, alla giovanissima età di 12 anni. La tempestività nel carpire i primi campanelli di allarme poco chiari, nel mio caso, ha fatto sì che io sia ancora qui a raccontare la mia storia. Se mia madre (nel 2002) fosse stata un pizzico più superficiale, o se io stessa nell'ultima recidiva (2018) avessi fatto finta di non vedere quello che stava accadendo dentro e fuori dal mio corpo, oggi si parlerebbe di tutt'altro. In questi mesi ho deciso di raccontare senza veli quello che mi è accaduto, primo perché penso fermamente che non ci sia niente di cui vergognarsi o per cui nascondersi. Secondo perché sono convinta che ancora troppe persone sottovalutino i molteplici cambiamenti che il proprio corpo manifesta quando si è affetti da una patologia così grave. Non smetterò mai di urlare che non bisogna nascondersi dietro un dito. Se c'è qualcosa che dentro di noi non va, va affrontato prendendo il toro per le corna. I problemi non si risolvono scappando, anzi, arrivare anche solo un giorno prima può cambiare radicalmente il finale di tante storie come la mia. E la prevenzione in questo caso è fondamentale, questa la testimonianza rilasciata a nss G-Club da Fabrizia Greco
 
Un'esperienza forte e sconvolgente come quella vissuta da Veronica Savo Sardaro

Nessuna ragazza di 30 anni fa prevenzione. O ancora, nessuna ragazza di 30 anni che non ha familiarità conclamate e che abbia già vissuto il cancro nel proprio ambiente familiare, fa prevenzione spontaneamente. Ecco, io sono la prova vivente che, anche se non hai mai sofferto di un mal di schiena, anche se l’energia scorre nelle tue vene e alimenta la tua mente, anche se fai del sorriso e della gentilezza il tuo punto di forza, o se la carriera sta andando come hai sempre desiderato, il cancro un giorno all' improvviso può bussare alla tua porta. E decidere per te. Decidere della tua vita. Decidere se farti star bene o male, se darti la possibilità di vivere, se darti la possibilità di costruire una tua famiglia. Ma c'è una cosa che noi abbiamo dalla nostra parte. Gli screening, le visite, chiamatele come volete. Ma prenotatele. Fatele. Se doveste venire a conoscenza della malattia, le cure di un cancro preso ad uno stadio iniziale sono ben diverse dalle cure di un cancro avanzato. Perché permettere a un mostriciattolo di prendere possesso di una parte del nostro corpo se attraverso una semplice ecografia si può evitare? Continuerò la mia corsa contro la malattia e soprattutto affinché non sia più un argomento tabù. Perché una donna deve sentirsi serena di poter vivere il suo percorso liberamente, solo circondata da amore vero. Che sappiamo essere la chiave di tutto. Sempre e comunque. 
Francesca Stella, commerciale da Furla di giorno e trainer da Barry's Bootcamp la sera, a 30 anni, in ottima forma, riceve la diagnosi come un fulmine a ciel sereno. 

Inizio a fare dei controlli al seno perché sotto la doccia sento una “pallina” all’esterno della tetta destra. Mi trattano con un po’ di superficialità all’inizio: 30 anni, sana, nessuna familiarità, basso rischio. Io però non sono tranquilla, incontro la persona giusta, lei ha solo 2 anni più di me e fa la senologa allo Ieo. Efficientissima, in una settimana avevo già fatto tutti gli esami necessari per vederci chiaro e, sbam, a pochi giorni dal mio 31esimo compleanno ho la diagnosi: è cancro. Da lì a pochissimo inizio un percorso impegnativo, mi cadono i capelli, le ciglia, perdo forza fisica, ma nascondo a tutti la verità. Continuo a lavorare, uscire, insegnare in palestra. Uso una parrucca fighissima, ciglia finte, copriocchiaie. Posso sopportare tutto ma non l’idea di essere trattata con “pietà”. Il mio personaggio da trainer è quello di ragazza forte, che non si prende troppo sul serio, che aiuta le altre donne. Poi però arriva il mese di ottobre, dedicato proprio alla prevenzione del cancro al seno, sento di dover fare qualcosa per gli altri. Posto sul mio profilo instagram una foto di me senza parrucca, racconto la verità, invito tutti a donare soldi alla ricerca e prestare maggiore attenzione all’argomento. La reazione della gente mi lascia senza parole, sono inondata di messaggi e di affetto. Mi scrivono decine di donne dicendomi di aver trovato nella mia storia la forza di affrontare il loro percorso. Questo mi rende felice e a mia volta, trovo la forza per il mio sprint finale. Finisco le chemio, mi opero, cicli di radio, ed eccomi che oggi, a 32 anni sono tornata quella di prima. Anzi no, sono molto più forte. Il futuro un po’ mi spaventa, ma intanto mi godo il presente. 
 
Sebbene i passi avanti fatti negli ultimi 40 anni siano stati rivoluzionari, il mese di ottobre ricorda a tutti l’importanza della prevenzione, della cura di sé, dell’amore per il proprio corpo come semplici gesti per combattere la malattia prima ancora che si presenti, come ricorda anche il Dottor Fedro Alessandro Peccatori, direttore dell'Unità di Fertilità e Procreazione in Oncologia all'Istituto Europeo di Oncologia.
2 Young 4 Cancer è ancora una delle sciocchezze che si sentono in giro. Se è vero che il tumore alla mammella nelle donne giovani è relativamente raro, ci sono molti più tumori alla mammella diagnosticati ogni anno in donne entro i 40 anni che sarcomi dei tessuti molli nell’intera popolazione maschile e femminile, giusto per fare un esempio. La autopalpazione è utile perché permette alle donne di conoscere le proprie mammelle e di segnalare al medico la presenza noduli che non cambiano con il ciclo mestruale, secrezioni dal capezzolo, alterazioni della cute. Una ecografia mammaria permette poi di differenziare le situazioni di normalità, da quelle che necessitano un approfondimento. Qualche anno fa Umberto Veronesi parlava di mortalità zero per i tumori della mammella, partendo dal semplice presupposto che il miglioramento delle tecniche diagnostiche avrebbe portato ad identificare tumori sempre più piccoli e quindi sempre più curabili. In realtà la strada è ancora molto lunga. Oggi però le donne sono più consapevoli, abbiamo farmaci sempre più efficaci da utilizzare dopo la chirurgia o nella malattia metastatica e la mortalità sta quindi diminuendo. In Italia circa 9 donne su 10 sono vive a 5 anni dalla diagnosi di tumore della mammella e ci sono oltre 800.000 donne che conducono la loro vita normale dopo una diagnosi di tumore mammario. 

Tra le iniziative dedicate alla prevenzione, grazie alla Campagna Nastro Rosa di LILT, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, per tutto il mese di ottobre, sarà possibile sottoporsi a visite senologiche gratuite presso le associazioni provinciali LILT e i circa 400 ambulatori attivi sul territorio nazionale, dove si potranno ricevere consigli, trovare materiali informativi e l’opuscolo dedicato, nonché partecipare alle molte iniziative che ogni LILT Provinciale sta preparando. 

Per farlo è necessario prenotarsi al numero verde SOS LILT 800 998877, dove si possono anche ottenere informazioni e indicazioni riguardo le proprie necessità. Qui invece è possibile consultare tutti i centri prevenzione di LILT. 

Come ogni anno AIRC sostiene inoltre la Breast Cancer Campaign, lanciata da Evelyn H. Lauder e promossa da The Estée Lauder Companies a partire dagli anni Novanta, una missione ulteriormente raccontata nell’hashtag #TimeToEndBreastCancer. Moltissimi approfondimenti, informazioni e testimonianze sono invece disponibili sul portale nastrorosa.it.

Sul sito di IEO è possibile consulare la pagina dedicata al tema, con consigli pratici e scoprire di più sul Women's Cancer Center, centro multidisciplinare e multifunzionale a misura di donna. 

Sul sito del Ministero della Salute, infine, sono disponibile informazioni, approfondimenti e indicazioni per visite e screening per il tumore alla mammella