La filosofia del "compra ora, paga dopo" potrebbe non essere una buona idea Anche se è sempre più diffusa

Ricordo che all’università la mia professoressa di economia aprì il corso con un monito: "Non fate debiti. Se non potetevi permettervi una cosa, non compratela". Un assunto semplice, ma quanto mai attuale. Stiamo vivendo infatti in quella che viene definita la Buy Now, Pay Later Era: ovvero l’era del compra ora, paga dopo. Ma non solo, siamo immersi anche in un epoca in cui possediamo sempre meno e spendiamo sempre di più. Tutto è un abbonamento: non si arriva ad acquistare definitivamente, e quindi a possedere, (quasi) mai nulla. Dalle piattaforme per lo streaming alle macchine con noleggio a lungo termine, il rischio è quello di accumulare così tante micro-spese da non riuscire più a gestire il proprio bilancio personale in maniera equilibrata. 

Il web tra microtrend e pagamenti a rate

Il mondo intorno a noi non aiuta. Non soltanto l’ormai perenne incertezza economica, ma anche la continua esposizione ad apparenti e fugaci nuovi bisogni. Il proliferare di micro trend - che nascono e si diffondono rapidamente su piattaforme come TikTok e Instagram - genera nel pubblico, e soprattutto nei più giovani, desideri sempre nuovi e diversi, che in molti casi si traducono in acquisti. A facilitare il processo intervengono senza dubbio shop online e pagamenti elettronici - un click e i soldi sembra di non averli neanche spesi - ma soprattutto la possibilità offerta da moltissimi ecommerce di dilazionare i pagamenti. La logica del compro ora, pago dopo fa sembrare tutto più accessibile. È valso anche per il Coachella - uno dei festival musicali più famosi al mondo - che quest’anno ha visto i suoi (costosi) biglietti essere acquistati per lo più con una formula a rate, che consentiva di completare il pagamento nell’arco di alcuni mesi. Peccato che questa apparente democratizzazione non sia esente da rischi, anzi. Dilazionare i pagamenti significa in molti casi concedersi acquisti - soprattutto quando non strettamente necessari - che in quel preciso momento non ci si può in realtà permettere. Questo creerà dei debiti - per tornare al monito della professoressa di economia - che se non saputi gestire in maniera consapevole possono trasformarsi in un problema. Soprattutto se sommati alle già molte spese sostenute ogni mese da ciascuno di noi per servizi in abbonamento dei quali spesso neanche usufruiamo appieno.

@0.1percentcoach #greenscreen #d3list #bnpl #groceries #klarna #affirm #personalfinance original sound - thed3list

Dai debiti al no-buy year

Lo ha dimostrato la vicenda di una content creator statunitense Elysia Berman, che ha raccontato di essere arrivata ad accumulare un debito a cinque cifre - circa 48.000 dollari - sulla sua carta di credito, per spese assolutamente superflue, riconducibili più ad una dipendenza da shopping che a reali necessità. Da lì - dopo essere entrata in un negozio per un paio di guanti ed esserne uscita con un cappotto da 600$ di cui non aveva assolutamente bisogno - la decisione di intraprendere un no-buy year: ovvero un intero anno senza acquisti non necessari. Una sfida più difficile di quanto si pensi, a suo dire, ma conclusa con il saldo di 30.000$ del suo debito in un anno. Quanto è difficile imporsi una tale disciplina?

@elysiaberman 8 tips to curb your spending and help you on your no-buy! Sorry for screaming into the microphone I’m still figuring this thing out #deinfluencing #nobuyyear #noshopping #nospendchallenge #nobuy #debtfreejourney #debtfree #shoppingaddict #shoppingaddiction #recovery original sound - elysiaberman

La Gen Z tra desideri e possibilità reali

Late millennials e Gen Z sono cresciuti in un mondo di benessere, in cui il progresso tecnologico si è evoluto con una velocità difficile anche da prevedere. Abbiamo tutto a portata di mano e sempre meno a portata di portafoglio: i desideri si moltiplicano, mentre i risparmi si volatilizzano. In questo scenario i social contribuiscono spesso a creare una distorsione della realtà e, di conseguenza, una forma di invidia sociale sempre più logorante, soprattutto per chi non ha il dono di astrarsi dal paragone con le vite altrui. E quindi clicchiamo, acquistiamo, dilazioniamo. "Me lo merito, ho lavorato tanto". E così facendo accumuliamo debiti, per quanto piccoli, cediamo al superfluo che in quel momento appare necessario. Una soluzione c’è: riflettere, ponderare. Acquistare meno ma meglio, magari quando se ne ha realmente la possibilità.