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Dobbiamo impegnarci a essere coinquiline (quasi) perfette

La vita ci costringe a condividere gli spazi, cerchiamo di renderlo piacevole

Dobbiamo impegnarci a essere coinquiline (quasi) perfette La vita ci costringe a condividere gli spazi, cerchiamo di renderlo piacevole

Quando si parla di coinquilini e spazi condivisi, gli aneddoti piovono come nella scena clou di un film romantico, quando i protagonisti si baciano sotto l'acquazzone. Alcuni divertenti, altri un po' tristi, alcuni che fanno salire il sangue al cervello. C'era la coinquilina che controllava quante volte usavo il forno, o le ore in cui dormivo. La divertiva darmi consigli un po' da mamma, e io la soffrivo perché ero nella mia fase ribelle. C'era quella che invitava i suoi amici a cena tutte le sere e piantava le mensole nel muro alle 23:45 ignorando qualsiasi regola di condominio (lei sì che era ribelle) e l'appartamento in cui i turni per buttare la spazzatura erano talmente ignorati che una volta abbiamo trovato degli insetti non desiderati. C'era, però, e non vi dico in quale di queste case per lasciarvi un po' di suspence, anche la coinquilina con cui mangiavo i kebab davanti al Festival di Sanremo, quella con cui andavo a prendere il gelato nelle sere sudate di luglio in cui ci lamentavamo degli esami e quella che mi offriva sempre la pasta al forno e il vino, lo studente giovanissimo che trascinavo fuori tra una zona rossa e l'altra per fargli prendere un po' d'aria - e ne era contento anche se faceva finta di no - e le coinquiline con cui ho affrontato la quarantena, tra un aperitivo e l'altro in balcone. Insomma, tanti bassi ma anche tanti alti, e questa è la vita in condivisione

Chi vive in condivisione? Coinquilini all'università ma non solo

A mano a mano che i costi della vita aumentano (affitto compreso), sempre più persone si trovano a dover vivere in condivisione. La prima esperienza di convivenza in gruppo, spesso, arriva quando ci si sposta per l'università, ma poi continua anche dopo aver finito gli studi. Secondo un'analisi condotta da Idealista, chiedono stanze e case in condivisione il 37% dei lavoratori e il 36% degli studenti. La composizione delle case è spesso mista (44%), nelle grandi città l'affitto costa di più per gli studenti (si parla di una media di 380 euro a stanza) che per i giovani professionisti (370). A seconda della città, la situazione può variare anche drasticamente, sia a livello di costi che di qualità della sistemazione. Al momento, le città in cui si segnala più difficoltà a trovare una sistemazione sono Firenze, Milano e Roma

Come vivere bene con i coinquilini: una questione di equilibrio

Inutile stare qua a mentirsi. La vita in condivisione è una vita di compromessi. Bisogna accettarlo, e prima lo accettiamo prima riusciremo a viverla in maniera serena, soprattutto se non l'abbiamo scelta per preferenza ma per bisogno. Dopotutto bisogna condividere non solo gli spazi ma anche le proprie abitudini con sconosciuti, conoscenti o amici, e ognuna di queste tipologie di convivenza presenta le sue sfide specifiche. Certe volte va bene stare insieme, ma altre volte è meglio di no. Se ci chiudiamo in camera, però, lasceremo spazio libero alle altre persone, che potrebbero approfittarsene, invadendoli. Dall'altra parte, costringerci a prenderci i nostri spazi, presenziare e abituarci a usare la casa come fosse nostra e non come fossimo ospiti di qualcun altro spesso può risultare un po' tassante. E se volessimo stare da soli e basta? Si rischia di iniziare a odiare il momento in cui rientriamo dopo una lunga giornata di lavoro o di studio. E non è sostenibile

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Regole per una convivenza serena

Inutile stare qui a scervellarsi, persino. Le regole fondamentali, purtroppo o per fortuna, sono sempre le stesse. Civiltà, rispetto e comunicazione sono i tre pilastri di una coinquilinanza piacevole, piena di aneddoti positivi o al massimo noiosi (noiosi va bene, l'importante è che non siano disastrosi). Queste tre parole, da ripetersi nella mente come un mantra, andranno applicate in ogni situazione possibile. Briciole sul tavolo? Civiltà e comunicazione. Rumori intimi provenienti dall'altra parte della parete? Rispetto e comunicazione. Turni di pulizia negli spazi comuni? Tutte e tre insieme. Darsi delle regole subito, non appena si entra in una casa nuova, potrebbe essere una buona idea. Discuterle e deciderle insieme, cercare di costruire un rapporto amichevole, preparare la cena insieme, bere un cocktail o un mocktail ogni tanto in compagnia, anche. Non tutte le sistemazioni sono per sempre, e non sempre le persone con cui viviamo sono le nostre preferite, ma questo non vuol dire che non dobbiamo cercare di trarne il meglio. E se poi proprio non va, almeno avremo qualcosa da raccontare.