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In Francia sarà obbligatorio per gli influencer etichettare le immagini filtrate e ritoccate

Come parte di una proposta di legge più ampia per regolamentare l’attività degli influencer

In Francia sarà obbligatorio per gli influencer etichettare le immagini filtrate e ritoccate  Come parte di una proposta di legge più ampia per regolamentare l’attività degli influencer

La Francia vuole regolamentare l'attività degli influencer a livello giuridico, per eliminare il pericolo di truffe e limitare il possibile impatto negativo sugli utenti dei social. Già in passato il governo si era adoperato contro i disturbi alimentari e a sostegno della body positivity imponendo un limite di indice di massa corporea minimo per le modelle e approvando una legge che obbligava ad accompagnare con la dicitura "foto ritoccate" tutte le immagini pubblicitarie nelle quali il corpo delle modelle era stato alterato. Ora, vorrebbe diventare il primo paese europeo a regolamentare una figura professionale in continua crescita, introducendo per una vera e propria definizione giuridica della professione di influencer che preveda, in caso di frode, la cancellazione temporanea o permanente dei loro account sui social network.

«Gli influencer devono essere soggetti alle stesse regole che si applicano ai media tradizionali» ha detto il ministro delle finanze del paese, Bruno Le Maire, a Franceinfo, sottolineando che Internet «non è il Far West». A questo scopo, il disegno di legge al vaglio dell’Assemblea nazionale contiene, oltre alla definizione giuridica ufficiale di chi siano gli influencer e i loro agenti, l’istituzione di un codice di buona condotta da seguire, maggiore sorveglianza delle autorità e il divieto di promuovere per un ritorno economico certi prodotti come interventi chirurgici, farmaci e investimenti rischiosi (ad esempio le criptovalute). A far discutere è in particolare la sezione della proposta che obbliga tutti gli influencer francesi (ma anche a quelli che vivono all'estero e guadagnano dalla sponsorizzazione di prodotti venduti in Francia) a segnalare le immagini filtrate o ritoccate e vieta la sponsorizzazione di chirurgia plastica nell'ambito di partnership a pagamento. Gli influencer resteranno liberi di parlare di qualsiasi prodotto o procedura vogliano all’interno dei loro profili personali, ma non potranno trarne un vantaggio economico e, quindi, essere pagati per sponsorizzarli, pena fino a due anni di carcere e 30,000 euro di multa.

Secondo Le Maire, che promette un «approccio di tolleranza zero» nei confronti di chiunque non rispetti le regole, le nuove misure aiuterebbero a «limitare gli effetti psicologici distruttivi di queste pratiche sulla stima degli internauti» e a tutelare il benessere psico-fisico e sociale di chi non è capace di distinguere i contenuti modificati in rete. Lo scopo sarebbe, inoltre, porre un freno alla domanda di interventi estetici che l'Unione Nazionale di Chirurghi Plastica e Ricostruttiva francese (SNCPRE) dichiara in costante ascesa negli ultimi tre anni. 

La domanda che in molti si pongono è, fermo restando che è arrivato il momento di regolamentare l’operato degli influencer come qualsiasi altra attività, proporre una legge che palesa i contenuti digitali non reali è davvero utile? La nozione di bellezza e il rapporto che ognuno di noi ha con il proprio corpo è forse uno dei problemi più complessi e radicati della nostra società ed è improbabile che la nuova legge cambi le cose o limiti dismorfismo corporeo e altre patologie o ripercussioni sulla saluta mentale. Specialmente se si considera che, nonostante sia vero che filtri come Bold Glamour e altre immagini manipolate che popolano Instagram e TikTok siano collegati a una scarsa immagine corporea nelle ragazze adolescenti (e non solo), uno studio del 2019 condotto dall'Università di Flinders ha rilevato che l'esposizione alle immagini con l'indicazione del ritocco non placa, ma, al contrario, aumenta l'insoddisfazione delle donne nei confronti del proprio corpo. Quindi, cosa bisogna fare?