
La rewatch culture si è impossessata del nostro armadio Se guardiamo sempre gli stessi telefilm finiremo per vestirci sempre allo stesso modo
Che si tratti di Sex and the City, Gossip Girl, Friends o The O.C., la moda delle serie TV cult continua a lasciare un’impronta potente che supera le generazioni. Apri Instagram, Pinterest o TikTok e guarda tu stesso. È tutto lì: lo stile preppy di Blair Waldorf, l’estro fantasioso di Carrie Bradshaw, il fascino anni ’90 di Rachel Green e il look vivace e da spiaggia di Summer Roberts. Se una serie è uscita prima del 2020, le nuove generazioni la guarderanno. Ma non necessariamente per la trama: lo fanno per i guardaroba. In qualche modo, un look del 1998 è oggi più influente di quello visto su una passerella di alta moda della scorsa stagione.
La moda vintage passa (anche) dalla televisione e dai social media
L’ossessione della moda per il passato non è una novità. Con l’ascesa dei social media e la loro influenza crescente sulle vite dei giovani dalla pandemia in poi, l’arte di fare un tuffo nel passato tramite l’abbigliamento nostalgico è diventata una vera mania. Spinta dalla nostalgia per tempi che sembravano migliori o dal desiderio di autenticità, la rivisitazione degli stili vintage è ovunque: dai feed social ai red carpet.
Che si tratti del ritorno di tendenze, di collezioni moda ispirate al passato, di riedizioni di design iconici come la borsa Le City di Balenciaga o dell’infame referential dressing, basti pensare a Jenna Ortega che incarna Carrie con l’iconico abito Newspaper di Dior firmato Galliano alla première di Hurry Up Tomorrow, il déjà vu nella moda sembra infinito.
Nel frattempo, la moda contemporanea perde di identità
Man mano che la moda e il pubblico della gen Z si appoggiano sempre più alle serie TV e film cult per creare il proprio stile, la moda anni 2020 fatica a trovare una propria identità. Non solo. La moda è sempre stata uno strumento potente per riflettere i tempi: dalle silhouette più libere e corte degli anni ’20, quando le donne iniziarono a lottare per i propri diritti, allo stile hippie, rilassato e colorato degli anni ’60, nato nel caos della guerra del Vietnam e del movimento per i diritti civili.
@linda.szaa I always loved Rachel so much IG: Linda.sza #rachelgreen #rachelgreenoutfits #friendsfashion #outfitideasforyou Originalton - Linda
Con l’interesse della Gen Z sempre rivolto al passato, si rischia un distacco dal presente e dalla possibilità di rappresentare i tempi attuali in modo nuovo e innovativo. Alcuni affermano che la rewatch culture stia democratizzando la moda, altri invece sostengono l’opposto: riciclare la nostalgia porta a una moda ripetitiva, che soffoca l’espressione personale. Non ci limitiamo più a lasciarci ispirare dai guardaroba di Serena van der Woodsen o Carrie Bradshaw, li stiamo copiando in modo fedele. Oggi, non indossiamo più quei look nostalgici per esprimerci, ma perché li indossano tutti. Non è più una questione di creatività, ma di appartenenza. E così, originalità e innovazione nella moda rischiano di scomparire lentamente.
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Non è solo la creatività a perdersi quando ci leghiamo troppo al passato. Quando pezzi iconici come il Newspaper dress di Carrie Bradshaw, i cappotti invernali di Blair Waldorf o lo stile Y2K di Marissa Cooper vengono riprodotti all’infinito, perdono il loro fascino e diventano ordinari.
























































