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A Nuoro, una ventenne è stata licenziata perché incinta

In Italia, la maternità va bene solo quando è alle condizioni di chi comanda

A Nuoro, una ventenne è stata licenziata perché incinta In Italia, la maternità va bene solo quando è alle condizioni di chi comanda

Le donne non vengono pagate quanto gli uomini, non riescono ad accedere al mercato del lavoro quanto loro. Quando si laureano, gli viene reso difficile continuare la carriera universitaria, scalare la piramide che va dai dottorati in su. Il loro corpo è di tutti, le loro decisioni vanno prese in pubblico, e devono rispettare il volere della famiglia, del datore di lavoro, del governo: di tutti tranne che di loro stesse. Il caso di Nuoro ne è l'ennesima conferma.

Donne e lavoro: il caso di Nuoro

Una ventenne che vive in provincia di Nuoro ha denunciato quello che le è accaduto in una ditta di pulizie delle sue zone. Nelle sue parole, dopo un malore la sua capa l'ha obbligata a fare un test di gravidanza: "Mi ha chiesto di farlo subito, lì nel bagno dell'ufficio, davanti a due colleghi maschi che conoscevo a malapena, pena il licenziamento". Una violazione non solo di qualsiasi codice di comportamento sul lavoro, ma anche del corpo e della privacy della dipendente, che ha ceduto perché non era a conoscenza di quali fossero i suoi diritti. Il test era negativo, ma non è finita qua. Perché lei incinta lo era davvero, e il primo risultato era sbagliato. "Avevo nausee continue, sono andata dalla ginecologa della Asl, mi ha fatto ripetere il test e l’ecografia e ho scoperto di aspettare un bambino" ha aggiunto la ragazza parlando con Open. Lo ha comunicato all'azienda, e ha scoperto tramite il sindacato (che nel frattempo ha sporto denuncia all’Ispettorato del lavoro di Nuoro, alla Asl locale e all’Inps) di essere stata licenziata

Donne e gravidanza, cosa succede nei colloqui di lavoro

Non è una novità. Spesso, le donne raccontano di comportamenti simili anche nel contesto dei colloqui di lavoro, in cui le domande sulla vita personale abbondano. Ci chiedono se siamo fidanzate, se abbiamo figli, se vogliamo averne. Perché una dipendente incinta è un problema, perché chi assume non vuole prendersi "il peso" di concedere il periodo di maternità, di prendere qualcuno in sostituzione. In realtà sarebbe vietato, nero su bianco. Nel Codice delle Pari Opportunità tra uomo e donna – Dlgs 198/2006 l’articolo 27 lo specifica: "È vietata qualsiasi discriminazione per quanto riguarda l’accesso al lavoro in forma subordinata, autonoma o in qualsiasi altra forma, compresi i criteri di selezione e le condizioni di assunzione, nonché la promozione a tutti i livelli della gerarchia professionale". Questa discriminazione può essere attuata anche  "attraverso il riferimento allo stato matrimoniale o di famiglia o di gravidanza" ed è vietata in ogni caso. Non che questo li fermi, in ogni caso.

La maternità alle loro condizioni

Rimanere incinte se siamo dipendenti e abbiamo firmato un contratto viene considerato al pari di un tradimento nei confronti dell'azienda, del capo, dell'etica lavorativa. Dall'altra parte, però, è sempre più complicato abortire. Gli obiettori di coscienza, in Italia, sono moltissimi. In alcune regioni è pressoché impossibile. E poi ci si chiede perché i numeri dell'interruzione di gravidanza diminuiscono. E allora, cosa vogliono dalle donne? La maternità alle loro (degli imprenditori, di coloro che sono al governo) condizioni, pare. Una generazione di giovani donne adulte che per rimanere incinte e mettere su famiglia rinunci a tutto, senza garanzie né aiuti. 

Cosa possiamo fare?

In un mondo ideale, l'intervento andrebbe fatto su chi assume, con provvedimenti seri e immediati per chi infrange in maniera così plateale e orribile le norme anti-discriminazione sul luogo di lavoro, anche in sede di colloquio. Nel nostro piccolo, quello che possiamo fare è informarci bene sui nostri diritti e sui nostri doveri e spiegarli anche alle nostre colleghe, fare catena di solidarietà tra di noi, denunciare insieme e testimoniare l'una per l'altra. Alcune associazioni di diritto del lavoro offrono, inoltre, consulenze gratuite alle vittime di discriminazione. Teniamo duro, in attesa di tempi migliori.