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A cosa ci servono i consigli di benessere, se non possiamo applicarli?

L'industria del wellness ha perso il contatto con la realtà

A cosa ci servono i consigli di benessere, se non possiamo applicarli? L'industria del wellness ha perso il contatto con la realtà

Siamo stanchi. Il 2024 è appena iniziato, e noi siamo già stanchi. Le vacanze di Natale non sono state abbastanza, anzi forse ci hanno logorato ancora di più. Il lavoro e la scuola incombono su di noi, e vorremmo sentirci speranzosi e pieni di buoni propositi e di spunti di crescita personale e relazionale, ma il mondo che ci circonda non ci dà tregua e c'è da pagare l'affitto. Non occorre neanche bisogno di fare un elenco, ormai lo sappiamo a memoria: guerre, politica interna ed estera, l'election year statunitense (che, inevitabilmente, avrà influenze e ripercussioni su tutto il mondo, nell'immediato e nel medio lungo periodo), la crisi climatica ed economica. Come se non bastasse, a questa crisi generale si aggiunge un vero e proprio esercito di sedicenti esperti che vogliono dirci come vivere, come sopravvivere, come stare meglio, come ingrassare e come dimagrire, cosa comprare per sentirci meglio, come dormire e come respirare.

I 100 consigli per trasformare la tua vita

Un esempio, in particolare, ha fatto discutere il web in questi giorni. Si tratta di un articolo del Guardian intitolato 100 tiny changes to transform your life: from the one-minute rule to pyjama yoga che, appunto, raccoglie consigli su come trasformare la propria vita. Alcuni hanno senso. C'è chi consiglia di ascoltare musica classica, chi di preparare in casa una zuppa nutriente da mangiare a lavoro, chi di investire in un paio di scarpe da ginnastica impermeabili, per poter fare una passeggiata e ossigenare il cervello in ogni condizione metereologica. Altri, invece, sono talmente inverosimili e incompatibili con lo stile di vita contemporaneo da fare arrabbiare. Ad esempio l'esperto del sonno Dr. Neil Stanley, dice: "Non impostare la sveglia. Durante la pandemia, mi sono reso conto che non avevo bisogno di impostare una sveglia. Adesso, non lo faccio quasi mai. Questo vuol dire che non inizio la giornata con lo stress della sveglia che suona. Mi sveglio naturalmente, quando ho dormito abbastanza". Tutto molto bello, se non fosse che questo consiglio non si applica alla vita di chiunque abbia un lavoro strutturato o dei doveri di qualsiasi tipo. Utile, no? Ancora, sempre nello stesso articolo, l'autrice Laura Bates consiglia candidamente di imparare ad andare a cavallo e addirittura imparare a fare le giostre medievali cavalcando. Con quale tempo? Con quali soldi? Dove? Le domande abbondano. Perché dovremmo seguire i consigli di persone che, da come parlano, sembrano non aver mai avuto una vita normale o umile?

La giungla del wellness: un fenomeno da decifrare

Il problema, naturalmente, non è dare consigli in sé. Il problema è come questi consigli sono inquadrati nel contesto di una vera e propria industria basata sul guidare le persone e sul vendere qualcosa, con un focus sul supposto benessere mentale e fisico, quella del wellness. Nel calderone, insieme a suggerimenti utili e su base scientifica, dati in buonafede e da una prospettiva esperta e professionale, anche prodotti pseudoscientifici dalla non provata efficacia, pratiche pericolose e inutili, intere personalità online basate su consigli che hanno come primo ingrediente la fuffa. Come è facile intuire - e come accade ogni volta che si parla di industrie così complesse e ramificate e allo stesso tempo accessibili a tutti - altri fattori vengono a galla. C'è naturalmente quello economico, che spinge alcune persone a garantire prodotti e risultati non esistenti per un ritorno immediato di immagine e di vendite. C'è quello della media literacy. Come facciamo a sapere se tutti gli utenti hanno le capacità di capire quali consigli seguire e su quali prodotti investire? Non c'è controllo, e le truffe e le prese in giro sono dietro l'angolo. Tocca a noi prendere consapevolezza dei rischi e proteggere e mettere in guardia chi ci sta intorno.

Abbiamo bisogno di un wellness diverso?

Raccapezzarsi nella vita contemporanea è difficile, e su questo non ci piove. Che, per farlo, ci sia bisogno di consigli invidualistici, spesso motivati allo spingere la vendita di qualcosa (o di qualcuno) e soprattutto scollegati dalla realtà delle persone, però, non è vero. Secondo Christy Harrison, che sull'industria del wellness ha scritto un libro intitolato The wellness trap, questo tipo di approccio all'idea di benessere è basato su tossicità, aspettative irraggiungibili e bugie. Noi aggiungiamo che entra in gioco anche una certa incoscienza di classe e del privilegio da parte di persone ricche o benestanti che non hanno bisogno di pensare alla sopravvivenza quotidiana e che dunque si permettono di dare suggerimenti assurdi, belli in teoria ma impraticabili. Allo stesso tempo, però, vorremmo inaugurare una nuova era del benessere fisico e mentale. Un'era dedicata al coltivare relazioni ma anche al saper stare bene con noi stessi, al conoscersi sempre più a fondo, a concedersi di essere cringe a muoversi nel mondo in maniera il più possibile empatica. Un'era di riposo contro la frenesia dell'ultimo trend, irraggiungibile e inutile. E che sia realistica, fatta di piccoli gesti accessibili a tutti che possiamo incastrare nella nostra vita purtroppo un po' squilibrata, in attesa di tempi migliori.