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Perché dobbiamo chiedere scusa a Belén Rodriguez

Nella rottura con Stefano De Martino emerge un doppio standard misogino

Perché dobbiamo chiedere scusa a Belén Rodriguez  Nella rottura con Stefano De Martino emerge un doppio standard misogino

Ilary Blasi e Francesco Totti, Belén Rodriguez e Stefano De Martino. Queste due coppie hanno molto in comune. Sono formate da persone famose, che a vario diritto entrano ed escono dal piccolo schermo e dall’orizzonte visivo del grandissimo pubblico, sono scoppiate pare definitivamente e sono, adesso, estremamente discusse e oggetto di dibattito, con una preferenza dell’opinione pubblica per la parte maschile della coppia e dall’antipatia per quella femminile e una serie di interviste a cuore aperto di commento, che ci fanno capire più dei modelli di pensiero imperanti e di come funzionano i media mainstream che chi sono le persone che cercano di indagare. Andiamo con ordine. 

In principio furono Ilary Blasi, Francesco Totti e Unica

Ilary Blasi e Francesco Totti si sono sposati il 19 giugno del 2005 e hanno avuto tre figli: Chanel, Cristian e Isabel. La notizia del divorzio, telefonatissima dopo mesi e mesi di voci e di smentite, è arrivata l’11 luglio 2023. Il comunicato congiunto, che voleva alludere a una separazione di comune accordo e in buoni rapporti, ha quasi immediatamente lasciato il posto alle speculazioni. Quasi immediatamente, sono venute a galla voci e speculazioni su tradimenti, furti di Rolex e di scarpe, vacanze separati. I media italiani non si sono certo risparmiati, riportando qualsiasi notizia vera o falsa non importa e gettando benzina sul fuoco. La versione di Ilary, quella definitiva, è arrivata proprio qualche giorno fa sottoforma di docufilm su Netflix, Unica, ma non è riuscita a spegnere il chiacchiericcio. Totti e Ilary sono ancora una della (ex) coppie più sentite del gossip italiano. Boom di streaming e via andare, sono tutti contenti. A quando il documentario del Pupone?

Poi venne il turno di Belen Rodriguez e Stefano De Martino

La storia di Belén Rodriguez e Stefano De Martino è un pochino più complicata, senza troppi comunicati ufficiali e date esatte. La conduttrice e il ballerino si conobbero nel 2012 nel dietro le quinte di Amici di Maria De Filippi. Nel 2013 la nascita del figlio Santiago, ad aprile, e il matrimonio, a settembre. Una prima rottura arriva nel 2015, la seconda nel 2020, dopo un riavvicinamento nel 2019. Adesso la terza e (pare) ultima, all’inizio nel 2023. Nel mezzo voci di tradimento (poi confermate) storie e storielle per entrambi, un gossip invadente e insistente che ha esaminato ogni loro comportamento, tanta televisione e successo. Insomma, la vita che va avanti nonostante tutto. La vita amorosa di Belén, anche senza Stefano, è ben complessa. Prima il calciatore Marco Borriello, poi una storia d’amore molto travagliata con l’onnipresente Fabrizio Corona, che vendette le loro foto intime ai giornali senza dirglielo, in seguito il pilota Andrea Iannone, Antonino Spinalbese e, infine Elio Lorenzoni.

Le differenze di trattamento nell'opinione pubblica

Tutto questo excursus non serve a mettere sulla croce Belén, anzi, ma a sottolineare il modo in cui è stata trattata dall’opinione pubblica fin dal caso Corona. Una sorta di Pamela Anderson all'italiana, a Belén non è stato perdonato di essere libera e di essersi ripresa con successo da quella prima enorme violazione che la rese famosa, anche suo malgrado, anzi di aver rincarato la dose con la farfallina del Sanremo 2012. Trattata con disprezzo, spesso chiamata soubrette anche se è da anni una presentatrice e conduttrice fatta e finita, Belén subisce il trattamento di tutte quelle donne che hanno osato rifarsi una vita sotto i riflettori e per questo devono pagare con il giudizio esterno, mentre chi le ha ripetutamente tradite viene trattato con leggerezza e una risata, lodato per la sua calma e per la sua compostezza. Basta leggere i commenti.

Le interviste in parallelo: il dolore di Belén contro la calma di Stefano

La dimostrazione ulteriore? Le diverse reazioni alle interviste parallele concesse da lei e da De Martino domenica 3 dicembre. Belén, ospite a Domenica In, ha parlato a lungo della sua vita e dei suoi amori, raccontando anche di un periodo oscuro vissuto proprio durante il matrimonio, dopo aver scoperto svariati tradimenti. "È iniziata con un tradimento, già dopo un mese. Io fatto finta di niente, perché il matrimonio non finisce per quello. Non è finita per questo. Ho anche chiacchierato con le signorine che hanno ammesso subito tutto, sono state molto carine. Ho parlato con tutte quante, una decina, sono arrivata a 12, poi dopo ho smesso" ha dichiarato, per poi aggiungere: "La depressione è una malattia. Non riuscivo a respirare, sono arrivata a pesare 49 kg, ora ne peso 57. Non mi alzavo dal letto, non volevo più vedere la luce, non aprivo le finestre. Poi ho deciso di combattere e di aprirle quelle finestre. La luce piano piano è tornata. Lui non ha saputo aiutarmi, non ha saputo essere un marito, non c'era un matrimonio. Io se ti vedo cadere, ti prendo per mano e ti rialzo. Lui non lo ha fatto perché non mi amava. Mi sono guardata e ho detto 'Stai morendo'. In un momento di lucidità ho preso coscienza e sono andata in clinica".

Le dichiarazioni di lui

Nel frattempo Stefano De Martino, a Che Tempo Che fa, ha detto: "Quando finiscono le relazioni in generale ci sono sempre due verità, ognuno ha la propria. Poi c’è chi se la sente di renderla pubblica e raccontarla e chi la tiene per sé. Io ho deciso di non rendere mai pubblica la mia verità semplicemente perché ho dei motivi. Due dei quali sono il bene che c’è stato, perché io le voglio ancora davvero molto bene, e il secondo che è il più importante, che è che Belén è la madre di mio figlio. Per me è questa la cosa fondamentale. Mi è venuta in mente una frase di Charlie Chaplin meravigliosa: La vita è una tragedia in primo piano, è una commedia sul piano lungo. Io mi auguro che pian piano  l’inquadratura si allarghi anche sulla nostra vita".

Un problema di cultura ma anche di televisione e stampa 

E mentre si lodano gli uomini che parlano a cuore aperto della salute mentale (basti pensare a Fedez, ospite di Che Tempo che Fa appena la settimana precedente e a Domenica In il 3 dicembre) Belén viene demolita sui social e nelle sezioni commenti, costantemente, mentre Stefano viene lodato per la sua classe e per il suo distacco, per la citazione di Charlie Chaplin e perché non si presta ai giochini. Se siamo qui, alla finestra, curiosi di sapere tutto, perché poi trattiamo con sprezzo chi ce lo racconta? Perché il dolore femminile, in tutte le sue sfumature, ci provoca così tanto disgusto? Qual è stato il grande errore di Belén? Parlare? E mentre Stefano si riempie di cliché e si nasconde dietro la classe che solo un traditore seriale può avere, queste trasmissioni triplicano i loro ascolti, cavalcano l'onda della rabbia, del disprezzo e della misoginia. La fama è un gioco perverso, che pretende trasparenza e che poi ti punisce per averla data. La televisione e la stampa di spettacolo, poi, vivono su questi conflitti, che spesso si assicurano di alimentare, sull'indignazione e sulla rabbia, sul doppio standard che da sempre differenzia l'opinione su donne o uomini di spettacolo. 

Diventare telespettatori consapevoli

Una soluzione sul breve termine, purtroppo, non esiste. La televisione è solo un'estremizzazione di spinte esistenti nella società. Dà al pubblico quello che il pubblico vuole vedere, in cambio riceve spunti, idee, ascolti e ritorno economico, in un circolo vizioso che si autoalimenta. In generale, il gossip in Italia e nel mondo non potrebbe esistere come esiste adesso senza una forte spinta all'oggettificazione dei corpi (di tutti, ma soprattutto femminili) e all'invasione del personale, senza delicatezza né considerazione. Quando questi format smetteranno di funzionare, quando capiremo che un gossip "etico" è possibile, quando non cliccheremo più su titoli clickbait e non ci sintonizzeremo sulle trasmissioni che sono basate completamente sul rage baiting e che ci offrono, invece, spunti di riflessione sul nostro rapporto con la fama e con i suoi personaggi, forse, qualcosa cambierà. Nel frattempo, è nostra responsabilità di spettatori pensarci su e capire come ci poniamo in questa giungla di strumentalizzazioni e relazioni parasociali.