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Il laboratorio a cielo aperto di Chanel a Gaujacq

Il fiore preferito di Mademoiselle ha un paradiso botanico nel sud della Francia dove si coltiva il principio attivo alla base di Hydra Beauty

Il laboratorio a cielo aperto di Chanel a Gaujacq Il fiore preferito di Mademoiselle ha un paradiso botanico nel sud della Francia dove si coltiva il principio attivo alla base di Hydra Beauty
Courtesy of Chanel
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Gabrielle Chanel era circondata da talismani portafortuna. Uno di questi era la camelia, fiore inodore dal fogliame sempreverde e dalle potenti proprietà idratanti, che Mademoiselle sfoggiò per la prima volta appuntato alla cintura sulla spiaggia di Étretat, nel 1913. Arrivata dall’Asia attraverso la via del tè nel XVII secolo, la camelia ha trovato il suo habitat in Francia, grazie alle equilibrate temperature invernali ed estive simili a quelle del suo paese di provenienza.

“Con l'analisi di questa pianta abbiamo trovato dei derivati di catechina, polifenoli che hanno dimostrato di possedere proprietà idratanti" - spiega Nicola Fuzzati, direttore del dipartimento innovazione e sviluppo degli ingredienti cosmetici Chanel.

"Le camelie hanno una caratteristica particolare: non hanno un programma di senescenza. A livello genetico, non sono programmate per morire. Per questo, più passa il tempo, più sono belle e forti” - aggiunge Jean Thoby, esperto internazionale di camelie.

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La fioritura della camelia japonica comincia ai primi freddi di gennaio e raggiunge il suo apice a marzo. Un fiore che è una forza della natura, perché né l'acqua né il freddo compromettono i suoi petali. Dal 1998, Chanel porta avanti un progetto interamente dedicato alla camelia, a Gaujacq, nel sud-ovest della Francia, tra le colline verdeggianti del Béarn e le rive dell’Adour. Un laboratorio a cielo aperto dove la tradizione incontra l'innovazione, e dove la natura è espressa al massimo della sua potente bellezza. Qui si coltiva, si osserva e si sperimenta la coltivazione di camelia in terreni che sono valorizzati attraverso un approccio agroecologico virtuoso. In questo santuario sono ospitate 2.000 varietà di camelia provenienti da tutto il mondo, tra le quali due cespi nati dalle piante madri che sarebbero state ordinate dalla stessa Gabrielle Chanel più di un secolo fa.

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“Nel 1998 - ricorda Thoby - abbiamo realizzato degli esperimenti, prelevando piante e creando piantagioni. Provando e riprovando, anche grazie al confronto costante con il laboratorio di fitochimica, e nel 2009 siamo arrivati a creare una prima coltivazione di Camellia Japonica Alba Plena”, una varietà di camelia bianca, coltivata solo a Gaujacq, che sarebbe potuta scomparire, e che, sempre dal 2009, è il principio attivo alla base della linea Hydra Beauty, una fonte di idratazione per la pelle grazie alle formule su misura, con texture che vanno dal leggero al cremoso. Inoltre, a Gaujacq non c'è nessun bisogno di forzare il destino naturale del fiore:

"Qui tutto è naturale, noi la accompagniamo, senza cercare di controllarla. Questo vale anche per la raccolta, eseguita interamente a mano. I fiori di camelia sono raccolti uno a uno, dopo la scomparsa della rugiada del mattino, in modo che siano asciutti per un’estrazione ottimale. Poi vengono depositati all'interno di cesti. Dopo la pesatura, i fiori vengono immediatamente congelati per preservare l'integrità delle molecole attive prima di essere inviati in laboratorio" - spiega Philippe Grandry, responsabile delle coltivazioni Chanel nell’azienda agricola.

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L'introduzione di alberi e arbusti specifici rafforza l'equilibrio e la resistenza degli ecosistemi, e contribuisce alla biodiversità, rendendo le piante più resistenti alle malattie e ai predatori. “In ogni fase del processo di coltivazione, dobbiamo trovare i metodi più innovativi possibili, per questo siamo in un vero laboratorio di ricerca a cielo aperto - prosegue Philippe Grandry - e abbiamo la possibilità di diventare pionieri in questo settore, indicare una nuova strada per la protezione dell'ambiente, lo sviluppo sostenibile e anche le nuove risorse da mettere in gioco”. Oggi nasce anche l’azienda agricola, dall’architettura ecosostenibile, appena vicino al giardino-conservatorio, con una coltivazione sperimentale agroecologica. Un progetto che si è guadagnato la certificazione Haute Valeur Environnementale (HVE - alto valore ambientale) di livello 3 - il più alto nel sistema di certificazione ambientale per le aziende agricole -  e l'etichetta “conversione all'agricoltura biologica”, due riconoscimenti che certificano il rispetto verso l'ecosistema naturale e che riducono al minimo l’impatto sull’ambiente.