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Anche nella moda, il seno femminile è terreno di scontro

La liberazione del corpo passa per forza dalla nudità?

Anche nella moda, il seno femminile è terreno di scontro La liberazione del corpo passa per forza dalla nudità?

Quando mostrare una caviglia era scandaloso, quando la norma era coprirsi e nascondere le proprie grazie, quando il seno era considerato soltanto a beneficio sessuale degli uomini (o per i bambini) ma allattare in pubblico veniva considerato da poco di buono esibizioniste, forse mostrare il seno femminile poteva essere considerato trasgressivo, nuovo, rivoluzionario, un modo di esprimere la propria sessualità contro tutto e tutti, pena la distruzione della propria reputazione e aggiunte difficoltà a trovare un marito. La moda, in questo, è sempre stata avanti: ha guidato le donne alla riscoperta del proprio corpo, le ha aiutate a scoprirsi e a riscoprirsi, gli ha mostrato la strada. Con dei ma. Nel farlo, si è dedicata soprattutto a un'idea di donna lontana, magrissima, meravigliosa, che non esiste o quasi nella realtà. Adesso che anche questo è diventato vecchio, questa idea della nudità femminile rischia di fare il giro e di diventare quasi reazionaria?

Nudità nella moda, le parole di Vanessa Friedman

È quello che registra e sostiene la giornalista di moda Vanessa Friedman per il New York Times parlando, nello specifico, della sfilata autunno inverno 2024 2025 di YSL tenutasi qualche giorno fa a Parigi, in cui le modelle hanno sfilato con addosso vestiti trasparenti fatti di nylon. "Lasciamo stare la poca praticità di un vestito fatto di collant, o la domanda su chi vorrebbe indossarlo. In questo momento del 21esimo secolo cotanta trasparenza sembra soltanto una forma trita e ritrita di misoginia spacciata per provocazione fashion. Una pensata particolarmente male, anche considerando il modo in cui la politica si sta occupando dei corpi delle donne. Sono già trattate come oggetti, abbiamo bisogno di altra oggettificazione?". La donna continua: "La trasgressione richiede una cosa più sfumata e nuanced di un seno quasi nudo. Tutta questa esposizione, come risultato, ci fa soltanto notare quanto sono magre le modelle". Parole egualmente dure sono state scritte per l'operazione di Maria Grazia Chiuri a Dior, che secondo Friedman trasforma le donne in insegne ambulanti del brand e delle sue ispirazioni, e che dimostra come l'adesione superficiale alla causa del femminismo non sia mai efficace, da nessun punto di vista. 

La nudità ci porta indietro invece che avanti?

La moda va avanti e poi torna indietro, senza soluzione di continuità. Si muove in cicli, innova e conserva, trasgredisce e poi si indigna, usa spinte liberatorie e sociali per catturarci nel suo mondo elitario, ruba e saccheggia, svuota, pecca di ipocrisia. Adesso, almeno dal discusissimo quiet luxury in poi, sembra star camminando all'indietro, scegliendo stilemi sicuri, ritraendosi nella sua tana. Per non perdere terreno, dopotutto, bisogna che operi un delicato equilibrio tra novità, emozione e contentezza della clientela, mantenimento delle vendite. Qualcuno, però, sostiene che questo conservatorismo dipenda anche dai tempi, dalla politica, dalla società: è impossibile scindere l'abbigliamento dalla comunicazione di sé, dai gusti delle élite, da cosa vuol dire essere ricchi e potenti in questo esatto istante. Per capire perché va quello che va, dobbiamo cercare le nostre risposte nella sociologia, nell'antropologia, nell'ordinamento di un mondo sempre più disordinato. In questo clima, come si fa a capire quale nudità è empowering e quale è oggettificante? Quale è ipocrisia e quale reale adesione a un problema più che mai pressante, quello della liberazione femminile in un mondo che ci vuole madri silenziose? Bella domanda, che rimarrà senza risposta. Almeno per ora.

Fuori dal mondo della moda: il problema del seno femminile

Anche uscendo un secondo dal mondo della moda - che esiste in una bolla sopra le nostre teste, lontano e in larga parte incomprensibile e non prioritario per i comuni mortali, i cui effetti si percepiscono a una stagione o due di differenza nei negozi del fast fashion, nella vita quotidiana che ci impedisce di sfoggiare i look da passerella - notiamo come il seno femminile sia ancora terreno di dibattito. Se è troppo coperto è un problema, se è troppo scoperto anche. Se nella moda la nudità è vecchia, nel mondo è ancora vista con turbamento. Instagram censura i seni femminili, Kim Kardashian ci vende un reggiseno tondo che ci fa le tette di una Barbie maggiorata con tanto di capezzoli e nel frattempo, convenientemente, lo nasconde totalmente. Forse la differenza principale sta nei modi e nelle modalità di denudamento, nei corpi che ne sono protagonisti, dei contesti in cui avviene. La sfilata di YSL nel suo mondo fatato di privilegio e lustrini, evidentemente, ha mancato il segno