Abbiamo davvero bisogno di una beauty routine (anche) per il nostro sedere? Rituali, prodotti e verità (più o meno nascoste) sulla skincare del lato B, o booty beauty

Inutile girarci intorno: qui si parla di sedere. Sì, il nostro caro vecchio didietro, chiuso in jeans troppo attillati o dimenticato in conference call Zoom da otto ore, pare essere la star di una nuova era della skincare. Avete capito bene: mentre molti di noi cercano ancora di capire se mettere il contorno occhi prima o dopo il siero, altre persone stanno letteralmente stendendo una maschera all’argilla sul loro deretano. Nel 2025, la pelle del sedere non è più un affare privato: è un terreno di guerra cosmetica, un’area da tonificare, illuminare, idratare, scrubbare, deodorare. E non ci riferiamo solo ad una spolverata di talco come negli anni '90. Parliamo di maschere in tessuto dedicate al lato B, sieri rassodanti, scrub anticellulite, trattamenti post-evacuazione e creme per emorroidi così deluxe che potrebbero avere un proprio ufficio PR. Cosa diamine sta succedendo?

Largo al lato B: da oggetto nascosto a nuova star del beauty

Per secoli relegato al ruolo di sostegno anatomico, nascosto sotto maglioni allacciati ai fianchi alle scuole medie e saturo di creme anticellulite e ridotto a emoji nell’era social, oggi il derrière vuole di più. Non si accontenta più di una passata veloce di crema corpo e via. È stanco di sfregare tutto il giorno contro tessuti sintetici, di venire schiacciato su sedie scomode e dimenticato durante le tue routine spa casalinghe. Poi ci chiediamo perché sviluppa irritazioni, follicolite, pelle ruvida. La verità è che, poveretto, ne passa tante. Vuole essere tonico, luminoso, liscio come una pesca biologica appena raccolta e possibilmente profumato di cocco tostato e ambra. E così nascono scrub esfolianti specifici, maschere in hydrogel dalla forma buffa (cuoricini, ciliegie, gocce), maschere detox, oli rassodanti, deodoranti perineali (giuriamo) e persino butt facial con vapore incluso. Detto fatto: il mercato ha risposto con una gamma prodotti che ormai ha la propria categoria dedicata e il booty beauty è diventato un settore economico in pieno sprint, che pare destinato a raggiungere gli 11,2 miliardi di dollari entro il 2030. 

Routine gluteale: skincare da pancia in giù

Da TikTok agli scaffali di Sephora, il messaggio è chiaro: proprio come per la skincare viso, anche la skincare gluteale ha i suoi passi imprescindibili. Si parte dallo scrub, solitamente con caffè, zucchero di canna o chicchi magici macinati al tramonto da mani esperte. Poi arriva la maschera: all’argilla rosa, al carbone attivo o all’acido salicilico, per dire addio ai brufolini e salutare un gluteo uniforme e fotogenico. Certo, tutto questo comporta dedizione, disciplina e un pizzico di senso dell’umorismo. Perché sdraiarsi a pancia in giù per 20 minuti con due patch rosa a forma di cuore sulle chiappe è un'esperienza che ti insegna molto su te stesso. Prima di tutto, che la dignità è un concetto estremamente relativo. Tornando agli step della butt routine, segue il siero rassodante, infuso di peptidi e caffeina, da applicare con massaggi circolari rigorosamente in senso anti-gravità, perché si sa: la cellulite non dorme mai. Quindi, tocca alla crema idratante, meglio se con acido ialuronico e fragranze deliziose come sunset vanilla o orchidea tropicale in jet lag. Ogni tanto, al bisogno, via libera a maschere in tessuto per i glutei che, come quelle per il viso, sono imbevute di ingredienti e attivi pensati per illuminare, idratare, esfoliare, migliorare il tono e la consistenza della pelle. Il tocco finale? Una spruzzata di profumo per il sedere. Chi vuole spingersi oltre entra anche nel controverso terreno dell’holecare, cioè la cura della pelle anale con sieri base di allantoina e vitamina E ed altri prodotti. Non è uno scherzo. Ciliegina sul panettone gluteale: il butt facial. Una vera esperienza di spa dove il tuo lato B riceve lo stesso trattamento deluxe del tuo viso, con tanto di vapore caldo, detersione, estrazioni, maschera e massaggio rilassante.

Ci serve davvero tutto questo?

E qui veniamo alla domanda delle domande: ne abbiamo davvero bisogno? O stiamo facendo un facial a una parte del corpo che, per la maggior parte del tempo, non vede nemmeno la luce del sole? Gli esperti sono divisi. Da un lato ci sono i dermatologi che, mettendo le mani avanti, ricordano che la pelle è pelle ovunque, ma non tutta uguale. La zona dei glutei ha spesso una pelle più spessa, ma non sempre. E sì, può essere soggetta ad acne, follicolite, smagliature e iperpigmentazione. Ciononostante non sempre serve un’invasione di prodotti. L’igiene di base, spiegano, resta la cosa più importante: pulirsi in modo corretto e lavarsi bene, magari con acqua, non solo carta asciutta. Aggiungiamo un po’ di idratante e... basta. Dall’altra parte ci sono i professionisti del benessere inclusivo, che invece difendono con forza questa nuova attenzione al corpo. “Se ne parliamo per il viso, perché non per i glutei?” dicono. E il ragionamento, in effetti, fila. Dopotutto, normalizzare la salute di ogni parte del corpo, anche quella che sta nascosta, è un passo avanti nella lotta allo stigma e alla vergogna. Anche la pelle lì sotto ha il diritto di respirare, di essere idratata, e, perché no, di sentirsi bella. Il punto, infatti, è che la booty beauty non nasce dal bisogno, ma dal desiderio. È un piacere estetico, un vezzo, un nuovo spazio in cui esprimere attenzione verso sé stessi. O almeno così ci raccontiamo, mentre spalmiamo 40 euro di crema al burro di karité sulle chiappe. Ma hey, se ci fa stare meglio, chi siamo noi per giudicare?

Wellness inclusivo, consumismo per ogni poro o ossessione? Il confine è sottile come un tanga

C’è qualcosa di positivo in questo approccio: l’idea che ogni parte del corpo meriti rispetto, cura e attenzione, che non ci debbano più essere tabù legati a cellulite, emorroidi o “buttne” (l’acne dei glutei). Un sedere imperfetto non è più un segreto da nascondere, ma una superficie da abbracciare, magari con un esfoliante al caffè e vitamina C. C'è anche dell’altro: un falso empowerment che puzza di marketing più che di self-love e la sensazione sgradevole che ogni nuova zona del corpo "trattabile" diventi presto un nuovo standard inarrivabile da raggiungere. E mentre cerchiamo l’equilibrio tra "lo faccio per me" e "faccio perché tutti lo fanno", il mercato continua a spingere. Con nuovi prodotti, nuovi rituali e nuove insicurezze da sistemare. 

Skincare del sedere: Lato B, Lato A…Lato Boo?

Forse la skincare del sedere è una moda passeggera. Forse è una rivoluzione beauty. Forse è solo l’ennesima parte del corpo che il capitalismo vuole convincerci a odiare prima di venderci il rimedio. In fondo, ammettiamolo: i nostri glutei sono eroi sottovalutati. Ci fanno camminare, stare seduti, ballare, ci tengono in equilibrio e ci danno una scusa per annodare un golfino sui fianchi anche ad agosto, sia mai che arrivi una frescura improvvisa. Meritano rispetto, certo, ma non per forza il contenuto di metà scaffale di Sephora. Prendersene cura è giusto, ma non dev’essere un obbligo. Tantomeno un’ossessione. Vogliamo fare scrub e butt facial ogni settimana? Grandioso. Vogliamo semplicemente lavarci bene e magari idratare ogni tanto? Va benissimo lo stesso. L’importante è che non trasformiamo anche il sedere, o almeno la sua pelle, in un’ansia da prestazione beauty, incastrata tra la crema occhi e il filler alle tempie.