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Bad Gyal è il futuro della urban music spagnola

Abbiamo intervistato l'artista catalana prima della sua performance al Sónar Festival

Bad Gyal è il futuro della urban music spagnola Abbiamo intervistato l'artista catalana prima della sua performance al Sónar Festival
Fotografo
Dali Geralle

La line-up di questa edizione del Sónar Festival ha avuto tra i suoi protagonisti una giovane artista donna in grado di riscrivere le regole dell'industria, grazie ad un sound unico ed una personalità dirompente: Bad Gyal.
La star catalana ha regalato una performance a metà tra dancehall, reggeaton, urban music ed elettronica, che trascende i tradizionali generi musicali. Bad Gyal è salita sul palco orgogliosa, cantando, ballando, facendosi portavoce universale di empowerment femminile e dimostrando cosa può fare la creatività femminile. 

Abbiamo avuto l'occasione di fare qualche domanda a Bad Gyal prima della sua esibizione e siamo rimasti totalmente ipnotizzati dalla sua energia. 

#1 C'è una domanda che non ti fanno mai durante le interviste? 

In realtà sì, non mi chiedono mai che tipo di musica ascolto. 

 

#2 Credo sia una componente fondamentale del tuo processo creativo. 

Assolutamente sì, al 100%: molta musica caraibica, dancehall giamaicana, non mi interessa se è stata fatta in Jamaica o a Londra, non mi importa, mi piace la musica fatta da persone originarie dei Caraibi, ma anche dembow dominicano, reggaeton di Puerto Rico e urban music fatta in Spagna. 

 

#3 Pensi che i testi di questo genere musicale siano troppo sessisti o in realtà non trovi che sia un problema che gli uomini parlino così se si tratta del testo di una canzone? 

Dipende. Ci sono delle canzoni che sono irrispettose, i cui testi mi fanno sentire a disagio quando li ascolto. D'altro canto però ci sono anche tante canzoni che non sono offensive, sono solo esplicite, ma ci sono comunque delle persone che non le capiranno mai. Devi essere di grandi vedute per accettare il fatto che non ci sia niente di male a parlare di sesso nelle canzoni, sia che tu sia un uomo o una donna. Se lo fa un uomo non vedo perché non possa farlo anche una donna, non mi dispiace. 

 

#4 Ed è una cosa che fai anche tu. Vuoi provocare un qualche tipo di reazione, vuoi essere trattata come un artista uomo? 

Non credo derivi dalla volontà di provocare nessuna reazione. Deriva principalmente dalla musica che ascolto e che mi ispira, tracce in cui le donne dicono quello che pensano, e credo che sia una caratteristica che contraddistingue anche me. Sento il bisogno di esprimermi così perché alle volte sono davvero così. Nella vita reale il tipo di relazione che avrei con uomo sarebbe sicuramente esplicita, ed è sempre così che mi relaziono con il sesso, quindi anche ad un uomo mi rivolgerei in questi termini. E' un modo di essere e di vivere, ed è il risultato della combinazione tra la musica che ascolto e le esperienze che ho avuto nella mia vita che mi hanno fatto stare bene con me stessa, che mi hanno fatto sentire di avere il controllo della situazione. Non cerco mai di essere offensiva. 

#5 Credi che le ragazze trovino ispirazione nella tua musica o pensi che siano intimidite da te? 

Amo quando una ragazza viene da me e mi dice 'Grazie per esprimerti così'. Ma so anche che ci sono ragazze che non apprezzano il modo in cui mi esprimo, alcune delle mie stesse amiche non vanno matte per il mio linguaggio. Voglio che le ragazze inizino ad accettarsi per quello che sono, ci sono molti modi per essere una donna forte, ognuno deve trovare il proprio. 

 

#6 Non deve essere facile per una ragazza trovarsi in questo business, ci sono molte persone che ti dicono che il tipo di musica che fai non ti appartiene? 

Assolutamente. Essendo un'artista spagnola molti dicono che non posso definirmi latina. Ho viaggiato molto, sono stata in Jamaica, Giappone, Canada, e mi sono resa conto di sentirmi latina, è in quel tipo di vibe che mi identifico maggiormente. Non posso definirmi latina altrimenti scatenerei un putiferio, ma quando mi trovo in Argentina o in Messico sento di appartenere a quei luoghi. Non abbiamo bisogno di etichettare tutto. Ci saranno artisti di dancehall underground anche in Giappone, l'ultima volta che mi sono esibita lì il pubblico si è scatenato. Sono una ragazza spagnola che ama la musica caraibica, giamaicana, portoricana e dominicana. E' la mia passione, ho la fortuna di poter vivere facendo musica e non smetterò di certo ora. 

 

#7 E' una lezione che tutti dovrebbero imparare 'Se credi in te stesso puoi diventare chiunque tu vuoi'. Amo il tuo atteggiamento, non ti piaccio? Non mi interessa. 

Esattamente. Ci sono molto tipi diversi di urban music e dobbiamo accettare ognuno di essi. Siamo finiti in una sorta di spirale, puoi fare delle canzoni che non sono propriamente trap, puoi fare canzoni che suonino in modo diverso, ma alla fine ti dicono sembre che dovresti fare questo, sembrare quello e apparire così. Le donne devono cambiare look, farsi le unghie e mettersi una parrucca perché sono indietro, ma non ci sto! Dobbiamo accettare ogni tipo di artista, dobbiamo accettarlo oggi, domani e il prossimo anno, perché la urban music sta cambiando le regole del gioco, e noi non possiamo far altro che prenderne atto. E' un movimento globale, Internet ha cambiato tutto e i giovani amano questo genere. 

#8 Sei un'artista unica, avrai senza dubbio una carriera incredibile. 

Me lo auguro! Cerco sempre di visitare paesi diversi, di assorbire la cultura di ognuno di essi. Ho appena firmato il contratto con un'etichetta discografica e ho chiesto di lavorare con produttori di Puerto Rico e di registrare dei pezzi con loro proprio a Puerto Rico. E' un sogno che si avvera! Cinque anni fa in Spagna nessuno conosceva la dancehall, dicevano 'Che roba è?'. Non sapevano cosa fossero, mentre per me è sempre stata la mia passione, sono quegli artisti ad avermi ispirato, ed ora cerco di trasmettere questa passione anche ai miei fans. Nei miei show ballo su canzoni mie o su quelle di altri artisti che seleziono io. Voglio che il pubblico conosca la musica che ascolto, anche se si tratta di una canzone di un produttore sconosciuto dei Caraibi che non ha un milione di visualizzazioni su YouTube: la suonerò e ballerò come mi hanno insegnato a fare in Jamaica. Chi non mi conosce probabilmente si chiederà chi è questa ragazza che agita il culo sul palco, ma se guardi attentamente vedrai che sono solo io che cerco di migliorarmi ogni giorno che passa. Devi chiederti perché mi interessa quello che faccio. Negli ultimi tre anni tutto è cambiato radicalmente, nessuno usava dancehall drums prima. La canzone di Drake e Rihanna, Work, non ha portato nulla di nuovo rispetto a quello che già facevano tanti artisti prima di loro, ma ora c'è un grande ritorno di questo genere. Mentre nella trap sono tutti uguali ormai. 

 

#9 Bad Bunny in Italia ha fatto sold out. Credi che sia arrivato il momento anche per l'Italia?

Il movimento sta crescendo tantissimo e l'Italia ha sempre subito fortemente l'influsso della Spagna. Sono stata in Italia solo tre volte, una delle quali ad Ortigia, e ogni volta che sono stata a Milano tantissime persone mi hanno detto di ascoltare la mia musica, che sono fan, sono stati tutti molto gentili con me. Gli italiani sono senza dubbio legati a quello che succede in Spagna, anche se da voi la trap va ancora molto forte, mentre mancano artisti con un suono più propriamente latino. Ma se Bad Bunny ha avuto tutto questo successo nel giro di pochissimo fioccheranno i progetti di musica latina.