Una candela è davvero il peggior regalo di Natale al mondo? Perché continuiamo a regalarla

Come ha fatto un oggetto minuscolo come una candela a diventare la star involontaria del grande teatro dei regali di Natale? È stata idolatrata, odiata, derisa, poi riportata in trionfo come una diva che non muore mai. Buffo pensarci oggi, soprattutto per chi, come me, ha vissuto metà vita nell’era pre-Internet, quando il massimo della viralità era un pettegolezzo sussurrato in cortile e le mode correvano lente come un motorino scassato. In quel passato non così remoto, le candele erano roba da cimitero o da adolescenti ossessionati dall’occulto. Le accendevi per fingere romanticismo o, più spesso, quando saltava la corrente. Erano cilindri anonimi di cera bianca, con una timidissima incursione nel rosso durante le feste. Fine. Poi, quasi senza che ce ne accorgessimo, le candele profumate sono diventate un fenomeno pop, un’icona da home decor capace di dire più di un biglietto scritto a mano. È esploso l’universo delle fragranze: sandalo, cannella, oud denso come un ricordo ingombrante, vaniglia e caramello salato in versione gourmand. Da lì, il nuovo dogma per il quale una casa non deve solo profumare. Deve raccontare chi sei. O chi vorresti sembrare.

Un boom improvviso nella vendita delle candele

Mentre noi comuni mortali aggiungevamo la voce candele profumate nelle spese mensili (perché nessuno vuole che casa sua odori di minestrone o di cane bagnato, per non parlare degli antichi pot-pourri della nonna), l’industria delle candele si è moltiplicata a ritmo sovrumano, come se qualcuno avesse gettato acqua sui Gremlins. Marchi, collezioni, edizioni limitate, kit fai-da-te, contenitori scultorei, accessori come il taglia-stoppino, fiammiferi d’autore e packaging da collezione… Il mercato delle candele nel 2024 valeva 8,49 miliardi di dollari e potrebbe superare i 14 miliardi nel 2032. Un’espansione da impero finanziario, altro che oggetto nato per illuminarti durante un blackout.

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Il paradosso natalizio del regalo più amato e più odiato

Eppure, quando arriva dicembre, accade il miracolo al contrario ed il regalo di Natale più venduto diventa improvvisamente anche il più detestato. La candela si sdoppia in una creatura bipolare, il famigerato regalo dell’ultimo minuto che nessuno vuole davvero. Reddit la massacra. TikTok la ridicolizza. Elle Decor la ama e la odia nella stessa riga. E Lauren Santo Domingo, oracolo del gusto e cofondatrice di Moda Operandi, dichiara al Financial Times “Niente dice ‘non mi interessa’ come una candela”. E allora perché continuiamo a regalarle? Perché gli scaffali si svuotano più in fretta dei pandori glassati? Perché giuriamo “mai più”… e poi eccoci lì, di nuovo, a ricadere nella stessa fiamma? E davvero una candela è il peggior regalo di Natale possibile?

Perché tutti parlano (male) delle candele?

In realtà, il problema non è la candela. È la candela sbagliata. Regalare una fragranza richiede più strategia del matchmaking di Tinder. È iper-personale. C’è chi ama le fragranze legnose, chi impazzisce per quelle muschiato-balsamiche, chi non tollera il gourmand perché “sa di caramella sciolta in auto d’estate”.  Poi c’è quella sua aura neutra. È oggettivamente utile, ma nel modo in cui può esserlo una sciarpa nera: sempre giusta, mai memorabile. È il compromesso che fai quando non conosci abbastanza qualcuno o quando conosci troppo bene il suo potenziale giudicante. Insomma, la candela è la Svizzera dei regali. La ricevi, sorridi, annusi, poi la posi da qualche parte promettendoti che la userai per creare atmosfera. Qualunque cosa significhi. Oppure finisce nell’armadio dei regali di riciclo, vittima di pregiudizi e scelte affrettate.

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E però… il mercato dice il contrario

Mentre il discorso pubblico continua a demolire le candele profumate, il mercato delle candele cresce più rapidamente del tuo carrello su Zara Home il 23 dicembre. Nette ha visto crescere le vendite del 300% in un anno. Flamingo Estate vuole raddoppiare il fatturato delle sue candele di lusso. D.S. & Durga aumenta l’inventario. Literie prevede “incrementi sostanziali”. E secondo la National Candle Association, il 35% delle vendite avviene… a Natale. Qualcuno, insomma, le compra. Qualcuno le regala. Qualcuno le desidera, eccome.

Il paradosso culturale: a New York le odiano, fuori da New York le adorano

Una dirigente del retail di lusso racconta a BoF una teoria affascinante: nelle capitali della moda nessuno regala candele a nessuno. Troppo cliché, troppo prevedibili, troppo poco sofisticate. Gli stessi critici, però, quando viaggiano e tornano in luoghi meno glamour, le portano come trofei. Qui la candela diventa un simbolo di gusto cosmopolita, un souvenir elegante, un piccolo manifesto estetico. La verità? La candela si carica di significati culturali diversi a seconda del luogo. Dipende dalla metratura delle case, dal gusto locale, dal livello di “sono troppo sofisticato per questo”.

Se la candela è luxury la situazione cambia

Perché, diciamolo, non tutte le candele sono uguali. E una candela di lusso gioca in un altro campionato. Non è un semplice cilindro di cera, è un oggetto d’arte. Parliamo di L’Objet Bucolica da 1600 euro, 30 pezzi al mondo, terracotta dipinta a mano. Della Stora Skuggan Big Candle: 6 kg di cera, contenitore artistico unico, 1500 euro. Delle porcellane profumate Lladró. Della Dior Piste Aux Étoiles, che sa di zucchero filato e mandorle caramellate. Delle candele al pomodoro, fungo e wasabi di LoeweE poi Rick Owens, Loro Piana, LoveShackFancy, Bottega VenetaQui non stai regalando una candela. Stai regalando un oggetto da collezione, una scultura, un gesto estetico. Altro che ultimo minuto.

Perché qualcuno pensa ancora che la candela sia un regalo noioso?

Quindi, la candela è davvero il peggior regalo di Natale del mondo? Dipende. Una candela anonima, sbagliata, troppo generica, infilata in un sacchetto all’ultimo momento? Sì, quella è sicuramente un pessimo regalo. Ma una candela profumata  pensata, scelta bene, allineata ai gusti e al carattere della persona che la riceve? Quella no, quella non è un regalo banale. È un piccolo lusso intimo, un gesto di premura. Una storia da accendere. Il problema non sono le candele. È il gusto. E oggi, nell’era in cui tutto è estetica, capire i gusti di qualcuno è forse il regalo più prezioso di tutti. Una candela può essere un fallimento o un trionfo. Può essere la cosa più impersonale o la più premurosa. Dipende solo da te. Come tutto ciò che profuma, arreda, resta nel tempo  e, soprattutto… prende fuoco se lo sbagli.