
Lo strano avviso sui contenuti politici di Meta Politica “personalizzata”, Forza Italia nel feed e IA al cloro: chi ha chiesto tutto questo?

Qualche settimana fa, durante le ore in cui si teneva il referendum, stavo scorrendo Facebook in cerca di qualcosa che attirasse la mia attenzione. Tra i contenuti proposti nel mio feed – di solito ordinari e sempre vagamente in linea con i miei interessi – è inspiegabilmente comparso un post di Forza Italia. “Scusate se oggi non abbiamo postato nulla, eravamo tutti al mare": un invito all’astensionismo per di più accompagnato da un’imbarazzante immagine creata dall’intelligenza artificiale (nella foto, l’acqua ha un colore più simile a quello di una piscina igienizzata con il cloro). Poche ore dopo, mi è arrivata una notifica in cui Meta mi avvisava che avrebbe potuto suggerirmi contenuti di account politici che non seguivo: ho prontamente disattivato il suggerimento, e ho compreso il motivo dell’apparizione ridicola di Forza Italia.
Poco più di un anno fa, Adam Mosseri, Head di Instagram – una figura simile all’amministratore delegato, titolo che da Meta viene assegnato solo ai co-fondatori – aveva annunciato che Threads e Instagram avrebbero smesso di suggerire contenuti politici. L’obiettivo era, apparentemente, "preservare la possibilità per le persone di scegliere se interagire o meno con contenuti politici, rispettando la sensibilità individuale su questi temi" – la sensibilità individuale è un ironico giro di parole per dire: meno mi piacerà un contenuto, meno tempo passerò sulla piattaforma – qualcosa che Meta non può assolutamente permettersi. Secondo Mosseri, l’eventuale engagement o i potenziali ricavi generati da tali contenuti non avrebbero compensato dal rischio di attirare critiche, creare malumori e compromettere "l'integrità del servizio". In altre parole, si è preferito evitare di suggerire contenuti politici che avrebbero potuto infastidire una parte degli utenti. Questo è avvenuto nella primavera del 2024: a partire da gennaio, si è registrato un netto cambio di direzione, favorito dalla rielezione di Donald Trump come Presidente degli Stati Uniti d’America.
Meno controlli, più "libertà di espressione" – anche a costo della disinformazione
A pochi giorni dall’inizio del 2025, Mosseri ha comunicato con un post su Threads che quest’ultima e Instagram sarebbero tornate a suggerire contenuti di natura politica. Da quel momento in poi, l'introduzione ai contenuti politici sarebbe avvenuta in modo "responsabile e personalizzato": ironico, dato che la sottoscritta non ha mai interagito con un singolo contenuto di Forza Italia. Contemporaneamente, il CEO Mark Zuckerberg annunciava un cambiamento radicale nelle politiche di moderazione di Facebook, Instagram e Threads, con l’obiettivo dichiarato di ristabilire la libertà di espressione sulle piattaforme. Seguendo un modello già in uso su altri social media, la moderazione e verifica delle informazioni sarebbe avvenuta tramite Community Notes, ovvero su segnalazioni da parte degli utenti. I contenuti a cui si sarebbe prestata particolarmente attenzione sarebbero stati quelli "illegali e particolarmente gravi", mentre le restrizioni sarebbero state allentate su temi come l’immigrazione e l’identità di genere. Il fact-checking era stato introdotto su Facebook per la prima volta nel 2016, a causa delle campagne presidenziali statunitensi dello stesso anno: era stato dimostrato che la piattaforma fosse stata uno dei principali veicoli di disinformazione. A riguardo, Zuckerberg dichiarò che era da "pazzi" pensare che Facebook avesse attivamente contribuito al risultato delle elezioni. Si è poi scusato, affermando che si trattava di una dichiarazione sprezzante in riferimento ad una questione troppo importante.
Brooke Erin Duffy, professoressa e studiosa dei media alla Cornell University, ha dichiarato in un'intervista alla BBC come la decisione di Meta creerà una frattura tra vincitori e vinti: «I creator marginalizzati – donne, persone razzializzate e membri della comunità LGBTQ+ – rischiano di trovarsi esposti a nuovi abusi, con sempre meno strumenti di tutela», ha affermato. "Allo stesso tempo, l’allentamento delle regole contro l’odio potrebbe aprire la strada a una maggiore visibilità per influencer dell’estrema destra e figure ideologicamente radicali".






















































