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Timothée Chalamet rappresenta la bellezza maschile contemporanea?

L’uomo ideale cambia, si allarga, si diversifica, esplora luoghi e vette in cui non era mai stato

Timothée Chalamet rappresenta la bellezza maschile contemporanea? L’uomo ideale cambia, si allarga, si diversifica, esplora luoghi e vette in cui non era mai stato

Il surfista, lo skater, il rocker, l’atleta, l’intellettuale, il modello, l’androgino, il metrosexual, il calciatore, il poeta, l’artista, il tamarro (o il maranza), il trapper, l’influencer: la bellezza maschile è varia e sfaccettata e diverse tipologie mai viste prima salgono sulla scena senza paura di mostrarsi, soprattutto nell’età contemporanea. Abbandonate le imposizioni che lo volevano prestante fisicamente e patologicamente incapace di esprimere emozioni, disinteressato alla cura della sua persona e spaventato da qualsiasi manifestazione associabile alla femminilità, l’uomo ideale cambia, si allarga, si diversifica, esplora luoghi e vette in cui non era mai stato, o almeno non così davanti agli occhi di tutto il mondo. A contribuire a questo cambiamento, lento ma costante, sono tantissime variabili.

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C’è l’industria della moda, che propone un abbigliamento più rilassato, aperto, colorato, genderless e unisex. C’è quella del beauty, che allarga le sue linee per la cura del viso, del corpo e di make-up a un pubblico maschile, certo per una questione di mercato ma anche per coprire un bisogno e una richiesta mai stati, forse, così presenti e pressanti. Ci sono le star del cinema, che cambiano mentre cambia l’ideale di mascolinità, regalandoci una nuova idea di fascino e sensualità. Inutile argomentare per estremi, contrapporre ad esempio l’eleganza polished degli anni 50 con quella genderfluid del 2020. Questi estremi esistono, ma è nel mezzo che avvengono le trasformazioni e le sfumature, i movimenti lunghi decenni che poi esplodono e si cristallizzano in personaggi che li rappresentano agli occhi dei meno attenti e del grande pubblico.

@timhalchal
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Quando l’attore franco-statunitense Timothée Chalamet si è imposto come nuova icona di bellezza nel mondo del cinema statunitense prima e internazionale poi (entrambi del 2017 Lady Bird e Chiamami col tuo nome), il cambiamento in atto da tempo si è manifestato in tutta la sua potenza, ed è stato finalmente chiaro a tutti nella corporatura gracile, nei capelli scompigliati e negli zigomi alti della promessa classe 1995. Alcuni lo hanno paragonato a un giovanissimo Leonardo DiCaprio, ma la sua bellezza byroniana (più che quella angelica e rinascimentale del biondo e ventiduenne Leo in Romeo+Juliet, nel 1996)  e la sua forza dirompente nel cambiare le regole del gioco ce lo rendono forse più simile a Kate Moss, che negli anni 90 riuscì ad imporsi su un canone di bellezza rappresentato dalle valchirie di Gianni Versace con la sua camminata grunge e la sua corporatura minuta. In comune, Timmy e Kate hanno anche gli zigomi alti e l’aria emaciata. Non in comune, invece, lo stile di vita. Se Kate infatti rendeva parte integrante della sua bellezza e del suo personaggio il suo stile di vita disordinato e la sua frequentazione con rockstar e star, Timothée fa parlare la sua bellezza vittoriana e il suo stile, dimostrandosi sempre gentile e disponibile, amico di tutti ed estremamente professionale, e cercando di non mischiare la vita sentimentale (si mormora che stia uscendo con Kylie Jenner) e privata con quella lavorativa. Sono altri tempi, la celebrity culture sta cambiando: le superstar adesso sono più persone e meno personaggi, e hanno la possibilità di scegliere chi vogliono essere a prescindere dalle esigenze di trama e di branding. 

Chalamet, di scelte oculate, ne sta compiendo a bizzeffe. Presto lo vedremo nel secondo film della saga di Dune, nei panni del protagonista Paul Atreides, e in Wonka. Stanno per partire, inoltre, le riprese del biopic sulla vita di Bob Dylan. Anche in questa pellicola sarà il protagonista assoluto. Di pochi giorni fa, inoltre, una notizia interessante: il nostro attore preferito è il nuovissimo volto della fragranza maschile di punta della casa di moda francese Chanel, Bleu, nel ruolo che fu del compianto Gaspard Ulliel. Questa notizia è interessante da due punti di vista. Non solo, infatti, cementifica lo status di sex symbol del ventisettenne e lo ripulisce dalla sua aria da ragazzino per renderlo adulto, desiderabile e modello aspirazionale, ma conferma quello che era nell’aria da un po’: l’uomo sta cambiando. Stanno cambiando i suoi interessi, la sua attenzione al beauty, la cura che dedica alla sua persona, la sua sensibilità. Ovviamente, Timothée non è l’unico esempio di questo shift. Con lui, in questa nuova piscina di uomini liberi di sperimentare e di sentirsi sexy a prescindere dall’aderenza specifica a ideali di bellezza obsoleti, ci sono anche ad esempio Harry Styles (che ha lanciato una linea di smalti per unghie e prodotti beauty, Pleasing) e Matty Healy, che rientra nello stereotipo del rocker alternativo magrolino e malaticcio ma che fa coppia con la pop star bionda Taylor Swift, dimostrando ancora una volta che sempre più ragazze sono interessate all’uomo nuovo contemporaneo.