La smoothie squad di Shawn Mendes

A volte, per far divertire gli utenti dei social, basta poco. Molto poco. Basta, ad esempio, che Shawn Mendes venga paparazzato a West Hollywood a fine aprile con un frullato in una mano e dei sacchetti di carta che titolano “the detox market” nell’altra. A scatenare il commentario, però, non è (solo) la scelta della bevanda ma anche l’abbigliamento e soprattutto la compagnia. Shawn Mendes, infatti, cantante faccia pulita, bravo ragazzo della porta accanto con chitarrina, sta cambiando e questa foto sembra sancirlo for good. 

Sta cambiando il suo stile - nello scatto indossa una canottiera bianca, dei sabot/ciabatte marroni (non dissimili dalle richiestissime Boston marca Birkenstock, per intenderci) e un paio di pantaloni neri, immancabili gli occhiali da sole - e stanno cambiando le sue compagnie e abitudini sociali. Shawn si accompagna adesso non a Camila Cabello (ex non così ex, dato che sono stati pizzicati a scambiarsi un bacio al Coachella appena qualche settimana fa) ma a una congerie di personaggi nuova, sconosciuta e stravagante, che ha scatenato la curiosità dei suoi fan per il look nostalgico ed eccentrico, un mix di anni 70 e casual estremo, piedi nudi sull’asfalto compresi. Troppo anche per Los Angeles? Non importa: il gruppo è stato immediatamente ribattezzato la “smoothie squad”, e si sprecano sui social le richieste per entrare a far parte di questo esclusivo club, di cui però non si conoscono ancora i membri. 

A uno sguardo più approfondito, alla destra del cantante di Treat you better vediamo un giovane uomo in cappellino blu con visiera, capelli lunghi che sbucano dietro le orecchie, t-shirt bianca da pirata che lascia scoperta una striscia di pancia e pantaloni larghi con laccio alla vita, bianchi a righe azzurre. Ai piedi nulla. Alla mano l’immancabile smoothie. Occhiali da sole e baffi. Sotto il braccio un quaderno rilegato in pelle che qualcuno su Twitter si è divertito a chiamare “la Bibbia”. É Mike Sabath, produttore, cantante e musicista che ha lavorato con Lizzo, Little Mix, Meghan Trainor e Selena Gomez, tra gli altri.

Alla sua sinistra altre due persone. Lente d’ingrandimento e impermeabile da investigatore, scopriamo che si tratta di due musicisti della band di Sabath, The Moongirls. Nello specifico, rispondono al nome di John Sterling (con bandana, occhiali da sole, gilet nero su t-shirt bianca e Converse all star) e Austin Lichtenstein, nome in codice austhekid, in pantaloncini neri, camicia nera a maniche corte aperta e smalto arcobaleno. Insieme questi tre, che hanno in comune oltre alla carriera musicale anche il look e la situazione tricologica, hanno appena rilasciato un disco, intitolato “Album 2: Being human”. Mancano gli altri due membri della numerosa band, Pete Miller e Noah Viklund. 

Ultima briciola di informazione, utile a contestualizzare ulteriormente lo scatto: the detox market è uno shop multimarca fondato da Roman Gaillard nel 2010 a Venice, California, che vende prodotti per la pelle sostenibili ed ecologici e vuole sensibilizzare i clienti sulla provenienza e la trasparenza degli ingredienti dei prodotti beauty.

Insomma, tra bevande e prodotti, un’uscita produttiva dentro e fuori. Una foto complessivamente interessante, quindi, sotto diversi punti di vista e zeppa di dettagli notabili, di cui Variety si è divertito a descrivere le vibe così: “Persone molto molto divertenti per fumare qualcosa nel parco Maria Hernandez ascoltando Diiv, almeno finché non ci si lancia in un dibattito su chi sta gentrificando Brooklyn nord”. Una descrizione incredibilmente specifica e Stati Uniti centrica, che però centra nel segno. Ma cosa c’è dietro? Che Shawn Mendes sia pronto a un re-brand e con questa immagine ci voglia dare degli indizi su cosa possiamo aspettarci da lui nella musica (dopotutto gli amici sono in una band), nello stile e nel personaggio in un futuro prossimo? In conclusione: si tratta semplicemente di un’uscita tra amici all’insegna del wellness o di una mossa pubblicitaria ben dissimulata per porre l’attenzione sul nuovo progetto musicale di Sabath e, perché no, di Mendes? Ai posteri l’ardua sentenza.