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Quattro chiacchiere con Lizzie Armanto, una delle skater donne più forti al mondo

In occasione dell'esclusivo evento di Vans a Milano con i fondatori e i migliori skater del brand

Quattro chiacchiere con Lizzie Armanto, una delle skater donne più forti al mondo  In occasione dell'esclusivo evento di Vans a Milano con i fondatori e i migliori skater del brand
Fotografo
Laurent Bentil & Vans

Qualche giorno fa siamo stati ospiti di Vans all'interno del flagship store in Corso Buenos Aires a Milano per un evento alquanto unico. Alcuni dei nomi di punta dell'universo del brand americano erano infatti presenti: non solo le leggende del mondo dello skaterboarding Christian Hosoi, Geoff Rowley, Ray Barbee e Lizzie Armanto, ma soprattutto Paul e Steve Van Doren, i fondatori di Vans. Il dinamico duo ha intrattenuto i centinaia di fan accorsi per una foto insieme, un autografo su una T-shirt, su una sneaker (ovviamente) Vans o sulla tavola da skate. Erano 22 anni che Steve non veniva a Milano: armato di Vans slip-on nere abbinate ad una sgargiante camicia colorata, ha dato l'impressione di essere ancora quell'uomo carismatico, ambizioso ma assolutamente divertente che è stato in grado di creare un impero. 

L'evento è stata anche l'occasione per fare quattro chiacchiere con Lizzie Armanto, una delle skater più forti del mondo. Classe 1993, nata e cresciuta in California con padre di origini finlandesi, Lizzie ha iniziato a fare skate nel 2007 insieme al fratello minore, diventando nel giro di pochissimo una protetta di Tony Hawk e vincendo un numero impressionante di competizioni. Lizzie Armanto è stata la prima donna in grado di completare il famoso Loop di Tony Hawk, è stata cioè in grado di fare un giro della morte con lo skate all'interno di una rampa speciale dalla forma circolare. Un'impresa all'apparenza impossibile. 
Ora Lizzie, nel team Vans dal 2014, è stata scelta come team leader della campagna Vans Vanguard, progetto annuale volto a supportare lo skate come sport, quest'anno dedicata al mondo dello skateboarding femminile.
Ecco cosa ci ha raccontato. 

#1 Siamo qui per la presentazione della campagna Vans Vanguard, che quest'anno è dedicata al mondo skate femminile. Lo skateboarding è finalmente considerato anche uno sport da donne? 

Penso che in generale lo skateboarding come sport non sia né maschile né femminile, non esiste una parola per definire uno skateboarder uomo e uno donna. Sicuramente è molto bello vedere che c'è sempre più spazio per le ragazze, e che venga mostrata anche questa realtà. La scena sta crescendo moltissimo ed è fantastico seguire questa crescita, ma sicuramente ci sono ancora progressi da fare. 

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#2 È stato difficile crescere facendo skate ed essendo una ragazza? 

Penso che chiunque nel mondo dello skate, ragazzi e ragazze, si prenda la sua dose di commenti, mormorii e giudizi, ma sicuramente la cosa può metterti in soggezione se sei l'unica ragazza. La situazione sta cambiando, quando vado in uno skate park vedo molte più ragazze rispetto a prima. Non è raro vedere una ragazza con uno skateboard o che va sulla tavola per strada. Lo skateboarding non è mai stato così popolare. La maggior parte delle volte le persone che fanno commenti sono quelle meno rispettate nell'ambiente, molte spesso cercano solo di attirare l'attenzione. Se stai imparando a fare qualcosa sei molto sensibile, ti stai mettendo in gioco e per questo sei vulnerabile. Non devi fare caso all'energia negativa di certe persone. 

#3 I ragazzi ti prendevano in giro, o faticavano a prenderti sul serio?

I maschi sono immaturi, gli ci vuole molto più tempo per maturare. La maggior parte delle volte sono semplicemente stupidi, non sono a loro agio e l'unico modo che conoscono per reagire è comportarsi in modo ottuso. Quando sei giovane cerchi il tuo posto nel mondo, la tua identità, è un momento difficile per tutti. Ma se vuoi provare a fare skate non devi lasciare che qualcuno di stupido ti faccia cambiare idea. Se vuoi farlo devi continuare a provare. Ad un certo punto tutti facciamo schifo in qualcosa, fa parte dell'essere agli inizi. Chiunque eccella in qualcosa non è nato bravo, molto volte dobbiamo semplicemente essere pazienti con noi stessi, quando vediamo altre persone più brave di noi ci aspettiamo di raggiungere subito il loro livello, o ci creiamo delle aspettative troppo alte. Molto spesso siamo solo noi e la nostra testa, ci rendiamo tutto più difficile quando invece dovremmo solo provare, senza pensarci troppo. 

#4 Sei stata la prima skater donna a completare il famoso Loop di Tony Hawk. Come ti sei preparata ad un'impresa di questo tipo? 

Onestamente ho cercato di non pensarci troppo. Mi avevano già chiesto di farlo in precedenza e avevo sempre risposto 'Mmm, non lo so, può darsi'. Ho capito che non avrei preso una decisione finché non avessi visto il Loop con i miei occhi, e così ho fatto. Quando poi l'ho visto ho deciso di provare, e dopo quel tentativo dovevo capire se continuare a provare o se invece rassegnarmi. Molte volte ingigantiamo le cose facendole diventare più di quello che sono, devi permettere a te stesso di provare, semplicemente. Ad esempio per il Loop, guardandolo viene spontaneo dire 'Impossibile'. È come per qualsiasi grande sfida, molte volte affrontarla è molto più semplice che stressarsi e preoccuparsene prima, non aiuta in nessun modo, ti manda in agitazione e basta. 

#5 Il posto in cui sei cresciuta, Santa Monica in California, ha avuto un effetto sul tuo stile? Sia per quanto riguarda lo skate che in termini di moda. 

Crescere nella California del Sud ha sicuramente influenzato il mio stile. Il primo skate park al quale sono mai stata è il Santa Monica Skate Park, un luogo dove si pratica molto transition skateboarding, dove ci sono molte rampe. Siccome è stata la prima cosa che ho visto del mondo dello skate ne sono stata naturalmente attratta. La scena della città, l'ambiente, hanno lasciato un segno sul mio stile. Anche crescere a Los Angeles, la gente di LA, tutto ha avuto un ruolo importante nella mia formazione. 

#6 Ai prossimi Giochi Olimpici di Tokyo lo skateboard diventerà uno sport olimpico per la prima volta. Per l'occasione, hai deciso di rappresentare la Finlandia, il Paese d'origine di tuo padre. Come mai questa scelta? 

Ho deciso che gareggerò per la Finlandia perché ritengo che il sistema di selezione degli atleti americani sia ingiusto. Il mondo dovrebbe vedere il miglior skateboarding possibile, e andare con la Finlandia permette almeno ad una ragazza in più di partecipare. Sono molto entusiasta di vedere come andrà.