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Il legame tra architettura e moda

Quando le linee architettoniche sono entrate nella moda e perché alcuni progettisti sono diventati designer

Il legame tra architettura e moda Quando le linee architettoniche sono entrate nella moda e perché alcuni progettisti sono diventati designer

Milano è in fermento: dopo poco meno di un anno torna la Design Week con gli appuntamenti del Salone del Mobile e del Fuorisalone. I legami tra l’architettura, il design e la moda seppur sempre evidenti, sono diventati palesi quando a disegnare le collezioni più vendute al mondo sono stati proprio i designer con una laurea in architettura, mettendo in atto la connessione che c'è tra il design per il corpo umano, la funzionalità e il contatto con gli spazi e con la socialità espressa dalle due discipline. Il compianto Virgil Abloh disse in un’intervista che fondò Off-White proprio per continuare a fare architettura, applicando le regole della disciplina al mondo della moda. Granfranco Ferré, invece, fu soprannominato “l’architetto”, sia per via della sua laurea al Politecnico di Milano, ma anche per l’essenzialità e la geometria dei suoi abiti, indimenticabile il Palladio Dress che Ferré disegnò per Dior nel 1992, imitazione di una colonna ionica greca. Abbiamo selezionato alcuni architetti che hanno influenzato il lavoro dei designer, al punto che alcuni di loro sono stati chiamati a disegnare dei prodotti veri e propri.

Le Corbusier 

È l’architetto che aprì le porte al funzionalismo, alla semplicità e alla razionalità e le chiuse agli orpelli e all’eccesso dell’Art Nouveau. Vi viene in mente qualcuno? Karl Lagerfeld decise di presentare la collezione Haute Couture Autunno-Inverno del 2014 di Chanel su un set che ricalcava un appartamento parigino progettato da Le Corbusier. La collezione fu soprannominata “Le Corbusier goes to Versailles”: insieme agli inserti barocchi, gli abiti erano intarsiati di mosaici di cemento, elemento cardine della nuova architettura fondata dall’architetto svizzero. Le Corbusier è fonte di ispirazione anche per Rei Kawakubo, designer di Comme des Garçons, che ha fatto della decostruzione il suo unico credo. Il modernismo di Le Corbusier riecheggia nell’astrazione applicata da Rei Kawakubo ai materiali primi della moda: consistenza, forma e colore.

 

Zaha Hadid

È stata una delle archistar più famose del nuovo millennio, nonostante ci abbia prematuramente lasciato nel 2016. Zaha Hadid è stata soprannominata “la dama delle linee fluide”, non per altro i sinuosissimi palazzi di CityLife sono stati progettati proprio dalla sua mano. L’influenza e le idee avanguardistiche dell’architetto anglo-iracheno sono passate anche alla moda, tanto che la collezione Primavera-Estate 2016 di Milly, brand nato a New York nel 2000, si rifà alle linee morbide dell’Heydar Aliyev Center, centro culturale progettato dall’Hadid a Baku. Non passa molto tempo prima di vedere Zaha Hadid nel ruolo di designer: nel 2013 disegna Nova Shoes, futuristiche scarpe in argento pensate per il brand United Nude. A queste si aggiunge anche la reinterpretazione della Louis Vuitton Bucket Bag richiesta dalla Maison francese all’Hadid. 

 

Daniel Libeskind

Un altro decostruttivista, questa volta Daniel Libeskind, architetto polacco naturalizzato statunitense, ha ispirato gli stivali al ginocchio coperti di brillanti presentati da Yves Saint Laurent per la collezione Autunno/Inverno 2017-2018. L’opera dell’architetto a cui si rifanno è la statua The Wings, alta dieci metri e completamente in alluminio, si compone di tre ali sinuose intrecciate tra di loro. Oltre alla forma e alla flessuosità delle linee, gli stivali Yves Saint Laurent richiamano la scultura di Libeskind nei riflessi verde acqua e argento che dominano la scultura e mimano il volo degli uccelli.



Carlo Scarpa

C’è anche un italiano tra gli architetti che hanno ispirato la moda. Si tratta del veneziano Carlo Scarpa, che con la sua tomba Brion situata a Treviso ha stimolato la fantasia di Rosie Assoulin per la sua collezione Autunno-Inverno del 2015. La designer è stata catturata dalle geometrie quadrate, rettangolari, triangolari utilizzate da Scarpa, tanto da riprodurle su alcuni dei suoi abiti.

 

Rem Koolhaas

E poi c’è Rem Koolhaas, archistar di fama mondiale e meglio noto agli amanti del fashion-system come l’architetto di casa Prada. Il legame tra Miuccia Prada e l’architetto olandese viene consolidato dalla progettazione di Fondazione Prada ed è continuato negli anni con ulteriori collaborazioni, come quella che ha dato i natali alle stanze fatte di resina, pelliccia, marmo e gesso in cui è andata in scena la sfilata di menswear dell’Autunno-Inverno 2021 firmata Prada. Come Zaha Hadid, anche Rem Koolhaas si è cimentato nel mondo della moda, rimodulando il famoso backpack di Prada.

 

Alla fine è una questione di misure, forme e colori. Alla fine stupisce chi riesce a rielaborare nel modo più efficace l’idea lanciata da un altro creativo, indipendentemente dal settore in cui opera. Alla fine aveva ragione Coco Chanel quando sosteneva: “La moda è come l’architettura: è tutta una questione di proporzioni”.