
È il momento dei viaggi di gruppo Un nuovo modo di viaggiare dedicato a chi cerca esperienze da vivere e soprattutto persone con cui condividerle

Sento sempre più voci, di colleghi ed amici, dire che sono stanche della solita idea di viaggio come mera fuga dalla routine. La stessa routine da cui nasce quell’assopimento sottile che si crea dal vivere in loop tra schermi e ripetizioni. Il lavoro d’ufficio, i ritmi serrati, le pause contate. Tutto ci spinge a restare fermi, quando invece vorremmo solo muoverci. Vedere le solite facce tutti i giorni e avere orari che spesso e volentieri non ci permettono di poter fare un networking di piacere con persone nuove per uscire dalla nostra comfort zone - con cui tutti abbiamo un rapporto di "odi et amo" - è a tutti gli effetti pesante, e su questo non ci piove.
I trend dei viaggi di gruppo: connessioni reali e con noi stessi
Quello che sta prendendo piede è un nuovo modo di intendere il viaggio: non più solo come fuga dal quotidiano, ma come occasione per ritrovare equilibrio, energia e connessioni reali con gli altri e con noi stessi. Nonostante ci sia la paura di intraprendere un’avventura al fianco di sconosciuti con cui condividere i giorni che si passeranno fuori casa, c’è una spinta curiosa, una voce suadente, che continua a ripetere di provare perché ne varrà la pena. Nel mio caso è stato così. Tra lezioni di yoga, sessioni di surf tra le onde di Fuerteventura e momenti di relax sotto il sole, si è creato un bond tra noi giovani viaggiatori accomunati da un unico desiderio: vivere un’esperienza autentica e costruire legami, durante e oltre il viaggio. È in questo contesto che ho scoperto Utravel, una realtà che parla proprio a noi, giovani curiosi e desiderosi di esperienze vere. Non la solita agenzia viaggi, ma un modo nuovo di vivere il mondo insieme ad altri che condividono la stessa voglia di scoperta, leggerezza e connessione.
Come funziona un viaggio organizzato con Utravel?
Ammetto che all’inizio ero scettica. Partire da sola, con persone mai viste, affidandomi a un programma organizzato... io, che prima di scegliere un ristorante leggo ogni recensione su TripAdvisor. Non sapevo proprio cosa e chi aspettarmi, avevo persino paura che non sarei stata abbastanza sportiva/energica/socievole per potermi permettere questo tipo di experience. Nonostante questo, ho deciso di non cercare troppe informazioni al riguardo. Questa volta ho deciso di partire senza schemi mentali o testimonianze in testa: volevo capire da sola, una volta lì, come me la sarei vissuta. Spoiler: è stato fantastico. In poche ore, il gruppo - un mix di giovani con background completamente diversi - era già una piccola famiglia itinerante. Non servivano né filtri né ruoli: ci si riconosceva al volo, forse perché tutti, in fondo, cercavamo la stessa cosa.
Il concept è semplice e soprattutto una coccola: tu scegli la destinazione e Utravel pensa a tutto il resto - dal volo all’alloggio, dalle attività alle esperienze tipiche - con formule pensate per un pubblico giovane che possa apprezzare informazioni sulla cultura locale, le attività più in voga e i posti più buoni dove provare la cucina del luogo. Il gruppo è accompagnato da un Travel Coordinator, una figura giovane e preparata che gestisce il viaggio con un approccio amichevole - a volte ti sembrerà semplicemente parte del gruppo. Non è una guida classica con bandierina e programma rigido sotto braccio, ma una presenza discreta e naturale, che sa dosare perfettamente il mix tra organizzazione e spontaneità. Dietro c’è una preparazione solida: conosce la destinazione in ogni dettaglio - dai luoghi più iconici ai piccoli spot nascosti che solo i locals frequentano - e sa gestire ogni situazione con calma e sicurezza. Le giornate scorrono lente ma piene: surf, escursioni, yoga, ma anche aperitivi al tramonto, brunch in villa, chiacchiere a bordo piscina e risate fino a notte fonda. La sensazione è quella di essere parte di qualcosa di fluido, in divenire e reale, un viaggio che non finisce con il volo di ritorno, ma continua nelle connessioni genuine instaurate.
Fuerteventura: tra vita lenta, adrenalina e il battesimo del surf
Fuerteventura è un luogo che non ti lascia indifferente. C’è un’energia calma e avvolgente, un’idea di libertà che si respira ovunque: nel vento costante, nei colori della sabbia, nei volti sorridenti delle persone. Viviamo nell’era dei digital nomads, che - ora capisco perché - decidono di passare l’anno sull’isola godendosi un’eterna estate che ti permette di staccare la spina una volta spento il computer e poter vivere con un ritmo di vita lento ma allo stesso tempo dinamico. Facce più rilassate, corpi più connessi al proprio spirito, una natura selvaggia a fare da contorno con cornici di tramonti idilliaci e dune da cui ammirarlo. Siamo una generazione che cerca libertà e ispirazione, ma anche equilibrio e consapevolezza. Ed è proprio questo il core dei viaggi che vogliamo fare: esperienze pensate per chi non si accontenta di vedere i luoghi, ma vuole viverli, creando legami reali con i partecipanti del gruppo - vi assicuro che dopo 24 ore vi sembrerà già di conoscervi da mesi.
Sì, ma le attività?
Per un’anima curiosa ma poco sportiva come me, era una sfida: volevo godermi a pieno tutto quello che l’isola e il viaggio avevano da offrire. La mattina della lezione di yoga, ho pensato di non aver iniziato una giornata così bene da anni. E probabilmente è continuata anche meglio visto che poi sono salita per la prima volta su una tavola da surf, provando a cavalcare le onde dell’oceano con l’aiuto dei nostri insegnanti. Se mi avessero detto che avrei surfato, non ci avrei creduto. Fossi stata da sola, o anche con amiche, avrei solo skippato questo momento per stendermi su un asciugamano al sole e guardare da lontano. Il surf a Fuerteventura non è solo uno sport: è una filosofia. La mia prima lezione è iniziata così: le scarpette sulla sabbia, il rumore dell’oceano in sottofondo e quella leggera paura mista a curiosità che precede ogni nuova sfida. Gli istruttori ci hanno introdotti all’essenziale: equilibrio, coordinazione e ascolto. Quando catturi l’onda, sembra quasi di aver catturato qualcosa di impossibile, è come domare la natura e entrare in sintonia anche con il più mistico degli elementi. Cinque secondi in equilibrio sono bastati per sentirmi invincibile, e per capire perché questo sport crea dipendenza. Il surf ti insegna a cadere, a ridere di te stesso, a ritentare e a connetterti con il corpo. Essendo tutti neofiti, ci siamo fatti forza a vicenda per provare a capire di più: ogni volta che tornavamo a riva, c’era sempre qualcuno del gruppo pronto a fare il tifo, a condividere un sorriso o una battuta.
La parte chill del viaggio
Ammettiamolo: ogni viaggio ha bisogno della sua parentesi chill, quella fatta di lentezza, sole e momenti da ricordare - anche instagrammabili. Fuerteventura, con la sua luce morbida e il vento costante che accarezza tutto, sembra nata per questo. Qui, nel cuore dell’isola, c’è una delle rare ville Utravel: un luogo che più che un alloggio sembra una casa condivisa tra amici. Appena entri, ti accolgono le foto e i bigliettini lasciati da chi è passato prima di te, piccole tracce di viaggi e vite incrociate. Poi la piscina privata, i lettini, la musica in sottofondo e quella sensazione che il tempo rallenti, finalmente. Il secondo giorno abbiamo improvvisato un brunch a bordo piscina: pancakes, guacamole, risate e playlist condivise. Il sole alto, un meteo perfetto, e la consapevolezza che in Italia, in quel momento, c’erano più di dieci gradi in meno. Dopo poche ore, tra una sangria e un tuffo, il gruppo era ormai una piccola comunità: sconosciuti fino a due giorni prima, ora complici di un’esperienza che sembrava già nostra da sempre. La sera, un giro in centro, profumo di mare e una cena a base di paella condivisa con leggerezza e confidenze nuove. Forse è questo il potere dei viaggi così: la capacità di far nascere legami semplici e autentici, senza che ci si accorga di quanto servissero davvero.
Scoperta inattesa: aloe vera e slow living
Come spesso accade nei viaggi più autentici, è arrivata la scoperta inaspettata: Fuerteventura è la maggiore esportatrice di aloe vera al mondo. Da amante della skincare, volevo assolutamente provare tutto. Qui, tra il vento dell’oceano e la luce che sembra non spegnersi mai, la bellezza nasce dalla natura stessa. L’aloe vera cresce ovunque: nei giardini, lungo le strade, nei piccoli laboratori locali ed è simbolo di un modo di vivere slow, autentico e sostenibile. Non è un caso che i surfisti ne vadano matti: le sue proprietà lenitive e idratanti sono perfette per chi vive tra sole, vento e acqua salata. Sono partita sola, con mille dubbi e una valigia troppo carica. Sono tornata con le lentiggini in viso, una dipendenza da patatas bravas e numeri di telefono che so che richiamerò. Se questo non è il segno di un viaggio riuscito, non so cosa lo sia.


















































