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Anche le star del cinema odiano il loro lavoro

Dakota Johnson è proprio come noi, o quasi

Anche le star del cinema odiano il loro lavoro Dakota Johnson è proprio come noi, o quasi

Guardando le star internazionali sfilare sui red carpet di tutto in mondo, impegnate a sorridere, a posare, a salutare e in ultima analisi promuovere le grandi opere cinematografiche di cui sono state protagoniste, viene voglia di invidiarle. Sono belle, sono ricche, sono ammirate, partecipano attivamente alla costruzione di prodotti audiovisivi che viaggeranno per il mondo e che - a seconda del loro valore o della loro presa sul pubblico - rimarranno nella storia del piccolo o del grande schermo. Danno il volto a storie e personaggi meravigliosi, che fanno emozionare. E poi lavorano pochi mesi l'anno, guadagnano un sacco e possono scegliere cosa vogliono fare e cosa no. O almeno così pensiamo noi, che da fuori rimaniamo abbagliati da flash, riflettori e luccichii, da abiti di lusso e lustrini. Alcuni attori, però - i più sinceri e sicuri forse - tendono al sarcasmo, alzano le sopracciglia, schifano alcuni film che hanno fatto più di altri. E non si fanno problemi a dirlo.

Non è tutto oro quello che luccica

Non è difficile da credere. A volte la fama ha meccanismi misteriosi. Alcuni attori diventano famosi facendo film di scarsa qualità (o che percepiscono come tali) che conquistano grande successo di pubblico, soprattutto tra i giovani, e anche se poi devono loro la loro carriera si dimostrano poco grati. Questi ruoli, infatti, sono talmente importanti per il pubblico e per la cultura pop che si dimostrano difficili da scrollarsi di dosso, soprattutto quando si vuole cercare di innalzare la propria carriera. Quante volte è successo, a noi poveri comuni mortali? Entriamo in un nuovo lavoro portandoci dietro la nostra vecchia mansione, ci sentiamo intrappolati e limitati dal ruolo che ci è stato affibbiato. Queste persone non sanno chi siamo davvero! E allora, potremmo quasi dire che neanche fare l'attore è un lavoro perfetto. Più o meno. 

Il caso di Dakota Johnson: Madame Web e 50 sfumature

Ultimamente ha fatto parlare i social Dakota Johnson, che - ospite del Saturday Night Live per promuovere Madame Web - ha dichiarato: "Ho un nuovo film, sta per uscire. È nell'universo cinematografico Marvel, e c'è anche Sydney Sweeney. Quindi è come se l'intelligenza artificiale avesse generato il film perfetto per il tuo fidanzato". I social si sono molto divertiti con questa affermazione, che secondo loro significherebbe che all'attrice il film non è proprio piaciuto. Addirittura, visto che è appena uscita la notizia che Dakota ha cambiato agenzia di rappresentazione a buttare benzina sul fuoco, c'è chi sta speculando che l'attrice abbia accettato il ruolo solo perché si aspettava di prendere parte a una pellicola facente parte del canone Marvel, e non di uno di quelli di Sony, come Morbius o Venom, che non sono benvisti dal pubblico né tantomeno dalla critica. Non si sa se queste cose siano vere oppure no, ma Dakota Johnson non è nuova a questo tipo di atteggiamento, che ha mostrato in alcune interviste anche nei confronti della saga di 50 Sfumature, che la rese famosa.

Robert Pattinson e Jacob Elordi

Ad aver "rinnegato" le loro origini ci sono anche Robert Pattinson e Jacob Elordi. Pattinson ha dichiarato in svariate occasioni di non aver proprio capito o apprezzato del tutto la saga sui vampiri mormoni di Stephanie Mayer, anzi. Nel 2020 spiegò a Variety: "Twilight è una storia strana. È strano che le persone la considerino romantica". Si tratta solo dell'ultima di una lunga serie. Anche se, nel tempo ha anche dichiarato: "L'unica parte spaventosa era esserci dentro durante il periodo di maggiore successo, era veramente troppo intenso. Adesso sono solo ricordi molto carini" e "Non è cool essere un hater. Era cool nel 2010". Adesso la sua carriera si è ormai liberata dell'ombra importante di Edward Cullen, e Pattinson ha collaborato con registi fuori dal mainstream come Claire Denis e Robert Eggers, e ha interpretato ruoli complessi. Jacob Elordi, di contro, non sembra ancora aver passato la sua fase di rifiuto nei confronti di The Kissing Booth. La serie di film romantici per ragazzini, reperibile su Netflix, lo tormenta ancora oggi. A GQ, infatti, ha dichiarato: "Non volevo fare quei film. Sono ridicoli. Non sono universali, sono solo una fuga". 

Gli attori che, invece, sembrano ancora molto contenti dei loro primi ruoli

Non tutti gli attori guardano con orrore al loro primo ruolo importante, anzi. Anche se è una star bambina - cosa che come sappiamo non è sempre sana, e Drew Barrymore è soltanto uno dei tanti esempi - Daniel Radcliffe non ha mai smesso di amare Harry Potter, anche dopo essersi dissociato dalle posizioni transfobiche dell'autrice dei libri, J.K. Rowling. Sembra contento della sua ascesa a star degli adolescenti anche Zac Efron, che ha concluso il discorso di accettazione della sua stella nella Hall of Fame di Hollywood urlando "Go, Wildcats!" proprio come faceva Troy Bolton ai tempi di High School Musical.