
Uniqlo, il brand che ha rivoluzionato il fast fashion Tutto parte dalla Supima T-Shirt, per arrivare allo stile basic e nationality-less che con costi ridotti promette, e mantiene, capi longevi

Negli ultimi decenni, il termine fast fashion è diventato sinonimo di moda usa-e-getta: collezioni a rotazione rapida, che copiano e rendono abbordabili le creatività dei marchi luxury e capi che durano il tempo di una stagione, o anche meno. In questo panorama veloce e spesso superficiale c’è un marchio che ha scelto una strada diversa, pur restando accessibile e globale: Uniqlo.
@andrewstandards Leave it to the Japanese to make affordable fashion sustainable. I love @UNIQLO USA even more after this deep dive. #brand #clothing #basics #design #uniqlo #japan #fashion #branding #brandstory #everydaywear #minimalistfashion original sound - andrewstandards
Siamo ormai abituati a pensare che ci siano solo due vie di consumo: l’acquisto di capi che si deteriorano dopo tre lavaggi o investimenti in "staple pieces" che dureranno una vita nel quale investire gran parte di uno stipendio medio (e che quindi la maggior parte delle persone non può permettersi). I consumatori di Uniqlo, invece, sono una community molto fedele al brand che tiene a informarci sulla qualità dei prodotti. Su Reddit o X compaiono numerosi thread a favore del brand e soprattutto clienti che rimangono sorpresi dalla resistenza dei capi a distanza di anni. Nonostante i prezzi contenuti, l’azienda è l’ottava nel mondo per quanto riguarda il fashion retail: direttamente in lista sotto nomi come Louis Vuitton, Chanel, Adidas e Zara.
Le origini di Uniqlo: da Hiroshima al mondo
Originario del Giappone, Uniqlo ha costruito il proprio successo puntando su uno stile essenziale, su materiali di qualità e su una filosofia che va ben oltre il semplice concetto di trend. Il suo approccio può sembrare paradossale per un brand che di fatto si inserisce nella categoria del fast fashion: capi che non seguono la moda ma che resistono al tempo, sia in termini di stile che di durata.
La storia di Uniqlo inizia nel 1949, quando viene aperto a Ube, nella prefettura di Yamaguchi, un piccolo negozio chiamato "Men’s Shop Ogori Shōji". Il vero punto di svolta arriva nel 1984, con l’apertura del primo negozio a Hiroshima sotto il nome di Unique Clothing Warehouse. L’abbreviazione "Uniqlo" nasce per errore, durante la registrazione del nome: una svista nella documentazione porta alla scrittura “Uniqlo” al posto di “Uni-clo”. Il risultato? Un nome breve, che suona bene, destinato a diventare iconico. Nel giro di pochi anni, Uniqlo inizia a espandersi in tutto il Giappone e poi nel resto del mondo, diventando un gigante del retail con centinaia di negozi in Asia, Europa e America. Solo in Europa, possiede infatti circa 80 negozi, su un totale di 2.500.
Il suo successo sembra destinato a non finire mai: come è possibile che un brand metta d’accordo tutti? La sua filosofia è "clothing for all", abiti che superano le barriere culturali e di genere. Il risultato è un look “nationality-less”, come lo chiama anche il suo CEO, ovvero privo di una precisa connotazione geografica o culturale. In un mondo sempre più globale, Uniqlo veste milioni di persone con capi che sono familiari ovunque.
Il caso Supima: qualità alla portata di tutti
La Supima T-Shirt, una classica maglietta da 19,90€ dall’aspetto per nulla rivoluzionario, può invece essere il capo più avanguardista che potreste comprare al momento. Non è il suo look a renderla speciale ma il suo “sfacciato” porsi come un paradigma totalmente opposto a quello che abbiamo accettato sullo shopping a costo contenuto. Il cotone Supima è noto per la sua resistenza, morbidezza e brillantezza dei colori. Uniqlo è riuscito a portare questo materiale premium in un prodotto accessibile a tutti, dimostrando che “basic” non significa banale.
La Supima T-Shirt rappresenta l’essenza del brand: un capo quotidiano, comodo, elegante nella sua semplicità, pensato per durare nel tempo sia a livello di stile che di materiali. Questo approccio ha portato Uniqlo a collaborare con designer e istituzioni di fama mondiale, come Jil Sander, Christophe Lemaire, e perfino il MoMA di New York, con collezioni che uniscono arte, design e funzionalità, senza mai perdere la sua credibilità.
@_nathaliemartin Uniqlo x Jil Sander. First Drop. #FW2021 #jilsanderuniqlo #jilsander #minimalfashion #fashionessentials #uniqlohaul BORN FOR THIS - Foxxi
Ciò che rende Uniqlo diverso dagli altri marchi di fast fashion è la sua identità stilistica. Mentre molti competitor inseguono mode effimere, Uniqlo punta su un’estetica senza loghi evidenti, senza eccessi, pensata per adattarsi a qualsiasi stile personale. I suoi capi sono progettati per essere modulari: si combinano facilmente tra loro e restano attuali anno dopo anno. Il fiore all’occhiello sono i suoi store, che non lasciano nulla al caso. L’esperienza d’acquisto è pensata per essere tanto semplice e soddisfacente quanto lo sono i suoi capi: tutto è organizzato per colore, formando muri dai mille pantone: i vestiti divisi per taglia, funzionalità e tinta, rendono la permanenza all’interno molto più piacevole e ordinata.
Tecnologia e innovazione al servizio della funzionalità
Uniqlo ha costruito un impero perfezionando tessuti che brand, a parità di prezzo o talvolta con costi più alti, fanno fatica a creare. Tadashi Yanai, il fondatore, ha sempre portato avanti una strada che non si ispira a tendenze, ma che ciascuno di noi, a prescindere dal paese in cui vive, dall’età che ha o dal genere può indossare. Mentre esempi come Zara o H&M fanno uscire nuovi design ogni settimana, Uniqlo mantiene una linea più scarna, proponendo capi diversi molto più saltuariamente, ma investendo quindi in tecnologie più sviluppate. AIRism è stata lanciata nel 2012 come linea di abbigliamento intimo, progettata per far sentire tutti più comodi nei loro vestiti. Promette un tocco fresco del tessuto sulla pelle e proprietà deodoranti e anti-umidità, perfette per gli sportivi.
Heat Tech, d’altra parte, è un tessuto che genera calore direttamente dalla temperatura del corpo umano, creando capi perfetti per le stagioni fredde. Questi sono pezzi che brand dedicati allo sport o all’abbigliamento tecnico promuovono al triplo del costo, o che a parità di prezzo non performano allo stesso modo.
Presso il quartier generale di UNIQLO ad Ariake, Tokyo, esiste una camera di simulazione meteorologica che comprende una stanza A che ricrea l'ambiente esterno e una stanza B che ricrea invece l'interno. La stanza A dispone di lampade che emettono raggi infrarossi e UV; qui la temperatura può essere impostata tra -40°C e 60°C, mentre nella stanza B è possibile fissarla tra -10°C e 60°C. Fondato come progetto speciale presso UNIQLO nel 2017, il Basic Research Institute è un laboratorio dedicato al lato scientifico di LifeWear, che si concentra principalmente sulla biometria e sulla valutazione della funzionalità dei prodotti.
Un nuovo modo di intendere la moda
Uniqlo ha ridefinito il concetto di moda accessibile, dimostrando che semplicità, qualità e funzionalità possono convivere anche in un mercato dominato dalla velocità. In un’epoca in cui le persone cercano sempre più autenticità e valore reale nei propri acquisti, il brand giapponese continua a crescere senza perdere la propria identità. Più che una rivoluzione nel fast fashion, Uniqlo rappresenta una correzione di rotta: un invito a riscoprire la bellezza dell’essenziale, del duraturo, del necessario. E forse, proprio per questo, è destinato a restare.


















































