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Perché siamo ancora ossessionati da Phoebe Philo e da Old Céline?

Gli accessori e i capi creati dalla designer di culto hanno prezzi di resell sempre più alti

Perché siamo ancora ossessionati da Phoebe Philo e da Old Céline? Gli accessori e i capi creati dalla designer di culto hanno prezzi di resell sempre più alti

Quando, nel 2017, Phoebe Philo annunciò l'addio a Céline dopo 10 anni l’isteria fu generale. Se da una parte i suoi adepti si ribattezzarono 'Philosophiles', aprendo blog su tutte le piattaforme social per esprimere il proprio lutto (iconica fra tutte la pagina Instagram intitolata Old Céline, un vero e proprio archivio postumo delle sue creazioni), dall’altra un aumento nelle ricerche dei capi Céline da lei firmati nelle piattaforme di reselling ha fatto lievitare fino al 30% il loro prezzo originale. 

In opposizione ai chiassosi trend degli anni Duemila, Phoebe Philo ha ridefinito il concetto di raffinatezza con il suo 'minimalismo contemporaneo', in cui semplicità e comfort si accompagnano a linee pulite e rigorose. Le sue collezioni sembrano la trasposizione su passerella dell'architettura Bauhaus e i suoi abiti vestono la donna in carriera, desessualizzata e potente grazie a cappotti oversize, attitudine mascolina, occhiali grandi e scuri, pantaloni a gamba larga, scarpe flat: finalmente per sentirsi sensuali non c’è più bisogno di indossare abiti corti o aderenti. 

Dal 2017 ad oggi, la ricerca e il culto per gli abiti e gli accessori disegnati da Philo non ha conosciuto crisi. Negli Stati Uniti il sito di reselling TheRealReal ha lanciato un programma pensato per dare ai collezionisti un preavviso di 24 ore su tutte le nuove vendite del marchio, potenzialmente il modo migliore per mettere le mani su pezzi introvabili come la collezione di sciarpe e foulard del 2011, la camicie in seta (come quella indossata da Kanye West al Coachella nel 2017), le stampe di schizzi di vernice del 2014 o gli abiti di Yves Klein del 2017, che tendono a vendere nel momento esatto in cui approdano sul web. Su Vestiare Collective invece gli occhiali Edge possono essere acquistati al prezzo di 1300 euro, mentre tra gli articoli più richiesti ci sono anche il cappotto doppio trench, un classico dalle influenze inglesi alla Sherlock Holmes, la tutina sartoriale in stile safari, gli stivali da cowboy, i sandali col pelo. 

Una menzione ad honorem va alle borse: fra le più richieste la Box Bag, popolarissima tra le redattrici di moda sin dal lancio nel 2011, acquistabile su Depop da 2.200 euro in su, l’intramontabile modello Clasp, un evergreen dal fascino retrò a partire da 2.000 euro, la Trio Bag in pelle nera, capiente e versatile, reperibile al costo di 800 euro. Oltre a siti come Depop, Vestiare, Ebay, su Instagram spopola la pagina Old Céline Market su cui generalmente i capi d’archivio proposti vanno sold out in pochi minuti, sebbene gli item firmati dalla maison costino quanto o più del loro prezzo originale.

Dunque come spiegarsi il culto creatosi negli anni attorno alla figura di Phoebe Philo e ai capi Old Céline? L’interesse verso il vintage è in parte dovuto al movimento dell’archival fashion, un ecosistema di pagine social, piattaforme di reselling e personalità dell’ambiente che hanno riportato in auge l’apprezzamento verso gli archivi dei brand, un trend legato a doppio filo alla nuova attenzione rivolta alla sostenibilità ambientale, soprattutto nel mondo della moda. Di certo la poca disponibilità di item vintage del brand sul mercato contribuisce a creare hype (d’altronde nessun detentore di una it bag Céline penserebbe mai di venderla), ma parte del successo è sicuramente dovuto proprio al personaggio Phoebe Philo, che, evitando qualsiasi social e tenendosi lontana dai gossip, ha naturalmente costruito intorno a sé e alle sue creazioni un alone di mistero che ne ha incrementato il culto. 

Ad alimentare il culto c'è inoltre la nuova direzione del brand, che ha diviso il pubblico, grazie alla svolta innovatrice del nuovo direttore creativo Hedi Slimane, che con determinazione ha scelto di ri-battezzare il marchio (accento rimosso, font più lineare e la scritta "Paris" presente solo su capi e packaging), come in precedenza da Saint Laurent. L’uso della grammatica vuole segnare dunque una nuova era nella casa di moda e un nuovo modo di intendere la donna, non più una rigorosa donna in carriera che si fa spazio nella società rivendicando i propri diritti, ma più una fresca ragazza francese, ricca e spensierata, con tanto di cappellini da baseball e tripudio di denim. 

Il successo di Old Céline è il connubio perfetto fra la wave che vuole le modaiole vestite con i più agognati capi d'archivio e un'infinita nostalgia per gli anni in cui chi vestiva Céline vestiva l’eleganza di Joan Didion.