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I migliori summer look ispirati ai film

Dalla sensualità ‘70s di Michelle Pfeiffer in “Scarface” alla contemporaneità firmata Dior di Tilda Swinton in "A bigger splash"

I migliori summer look ispirati ai film  Dalla sensualità ‘70s di Michelle Pfeiffer in “Scarface” alla contemporaneità firmata Dior di Tilda Swinton in A bigger splash

Estate. Cinema. Moda.

Tre mondi spesso uniti in una storia d’amore piena di sfumature, dal romanticismo alla sensualità, dal gelido distacco emotivo alla passione più sconvolgente.

Basta schiacciare play per assaggiarne un pezzo e lasciarsi coinvolgere, magari influenzare e copiare qualche look.

Se non avete voglia di scorrere tutto il catalogo Netflix alla ricerca del film in cui quei tre elementi si fondono alla perfezione, leggete qui sotto, perché nss vi consiglia 10 lavori cinematografici pieni di look estivi cool da copiare.

 

To Catch A Thief (1955) 

Alfred Hitchcock, Cary Grant, Grace Kelly…devo aggiungere altro?

Se tre nomi garanzia di qualità ed eleganza, resi eterni dalla magia del cinema, non vi bastano per vedere questo film, aggiungiamo lo splendido paesaggio della Costa Azzurra e il guardaroba da sogno creato da Edith Head, forse la costume designer hollywoodiana più famosa e brava di tutti i tempi. 

Tutto in questo classico è perfettamente calibrato: la storia, la regia, gli abiti, che mixano lo stile sofisticato con un pizzico di eccentricità.

Un particolare a cui fare attenzione: in To Catch A Thief la prima volta che Cary Grant vede Grace Kelly, la star indossa un vestito bianco e nero. Nelle scene successive, man mano che la storia procede, i colori dei suoi abiti si arricchiscono gradualmente: dal rosa corallo dell’abito da picnic alla gonna di lamè oro, nel finale.

 

Bonjour Tristesse (1958)

"Quando ha organizzato il casting per “Bonjour Tristesse”, (Otto) Preminger non cercava Cécile, cercava Jean Seberg. E, quando l'ha trovata, non si trattava se fosse degna di Cécile, ma se Cécile fosse degna di essere reso reale da Jean Seberg."

Così scrive François Truffaut, che avrebbe poi diretto l’attrice nell’iconico A bout de souffle, nel suo libro The Films in My Life, sottolineando quanto Jean fosse il film stesso.

I suoi occhioni blu spalancati, la camminata, la grazia naturale, tutto in lei racconta l’educazione, la rivoluzione ed il conflitto interiore, i primi amori e le gelosie di una diciassettenne appena uscita dal collegio, che si trova a dover dividere il padre, vedovo e dongiovanni, con una altra donna.

È la stessa lingua parlata anche dal guardaroba della ragazza che, oltre ad un bellissimo abito da sera nera di Hubert de Givenchy, è costruito su una serie di pantaloni capri o a vita alta, vichy e pois, camicie denim da uomo annodate, spesso portate sopra costumi da bagno interi in tinta unita, shorts, ballerine bianche e sandali piatti o piedi nudi, cestini in vimini (ancora attualissimi) e capelli corti.

 

Scarface (1983) 

Un film leggendario di Brian de Palma che ha influenzato cinema, videogiochi, moda e persino una certa attitudine comune nel mondo dell’hip hop.

Droga, auto, animali esotici, donne, gioielli, abiti, violenza, linguaggio, tutto nell’irresistibile ascesa e la rovinosa caduta di Tony Montana (Al Pacino) è eccessivo.

Anche i costumi creati da Patricia Norris che, in un kitsch dannatamente accattivante, fatto di colori contrastanti e vibranti, fa del narcotrafficante il modello simbolo del gangster e di sua moglie Elvira (Michelle Pfeiffer) una pin-up perfetta per l'era della disco.

Come? Con tre pezzi gessati di colori chiari, basati su quelli degli originali gangster degli anni 30’, mixati con camicie hawaiane dai toni accesi (tornati prepotentemente di moda nel menswear) per Pacino; mentre per la Pfeiffer (una delle attrici più belle di sempre) con tailleur con spacchi e spalline, con slip dress in seta o raso che fanno riferimento agli anni ’30, ma ricordano Roy Halston e Versace e sopravvivono negli scatti Instagram di molte blogger e influencer.

Attualmente è in lavorazione un remake di “Scarface” diretto da Antoine Fuqua e si vocifera che il protagonista possa essere Denzel Washington.

Una curiosità: anche il film di De Palma è un remake di “Scarface” del 1932 di Howard Hawks. Qui al posto della droga c’è l’alcool, perché la vicenda si svolge all’epoca del Proibizionismo. 

 

Mon pere ce heros (1991)

Fino a qualche anno fa, questo era uno di quei film ripetuti ciclicamente ed inevitabilmente ogni estate, sia nella versione originale francese sia nella riedizione americana (nella quale recita una giovanissima Katherine Heigl aka Izzie Stevens di Grey’s anatomy). Protagonista di entrambe è Gerard Depardieu, nel ruolo di un padre divorziato che porta la figlia in vacanza. Qui l’esuberante quattordicenne per far colpo su un ragazzo finge che il padre sia il suo amante, scatenando una serie di equivoci.

Non è certo un capolavoro della cinematografia internazionale, ma un’innocua commedia, una madeleine dei ricordi che ha il sapore della fine degli anni ’80. Un gusto reso ancora più vivido e dolce dal look della protagonista (Marie Gillian), con i suoi thong swimsuit, i pareo fantasia, i camicioni, gli shorts in denim e il mini abito nero attillato accessoriato con orecchi a cerchio dorati e faccia tosta nel tentativo di sembrare più grande….esiste qualche ragazzina adolescente che non lo abbia mai fatto?

 

Thelma & Louise (1991)

Un vero cult. 

Alla regia c’è Ridley Scott, che come riferimento del film cita Badlands di Terrence Malick per portare sullo schermo un road movie incentrato sull'amicizia di due donne alla ricerca di riscatto sui mariti e su una società patriarcale. 

La storia? Louise (Susan Sarandon), cameriera in un fast food, e Thelma (Geena Davis), casalinga repressa e succube del marito violento, decidono di passare il fine settimana in montagna, ma la situazione si complica quando decidono di fermarsi in un locale country. Inizia così un inseguimento in auto attraverso le montagne, tra cappelli stetson, canottiere, occhiali da sole e una pioggia di denim.

Il film, che segna l’esordio cinematografico di Brad Pitt, è uno dei più citati di sempre, non solo nei servizi di moda, ma ovunque, dai Simpson al video di Telephone con Lady Gaga e Beyoncé.

Una curiosità: Levi's si è rifiutò di offrire l'inserimento del prodotto all'interno della pellicola, quindi la gamma di denim è stata acquistata da tutti gli altri marchi tranne la famosa label americana.

 

Indecent Proposal (1993)

"Cosa faresti se offrissero a tua moglie un milione di dollari per una notte d'amore?"

È questa la domanda chiave attorno alla quale ruota l’intero film di Adrian Lyne, interpretato da Woody HarrelsonRobert Redford e Demi Moore.

L’immagine dell’attrice, qui all’apice della carriera, in canottiera e slip, sdraiata su un materasso pieno di biglietti da cinquanta e cento dollari diventa istantaneamente iconica.  Bellissima, Demi è la forza catalizzatrice che fa muovere ogni elemento della pellicola ed attrae tutti quelli che incrociano il suo sguardo incorniciato da un perfetto bob.

Interessante i look funky che alterna, soprattutto lo zaino marrone che indossa in diverse scene (potrebbe essere disegnato oggi da marchi come Margiela, HBA o Heron Preston), che però vengono tutti spazzati via in un attimo da un cocktail dress nero di 

Thierry Mugler, da sempre nella lista dei capi di moda più iconici apparsi al cinema. 

 

Begin Again-Can a Song Save Your Life? (2013)

Questo è un piccolo film di John Carney arriva sette anni dopo Once, il lavoro  del regista irlandese del 2006, diventato un successo grazie al passaparola. 

Keira Knightley è la deliziosa protagonista, una cantante inglese a New York che, mollata dal fidanzato (Adam Levine dei Maroon 5), vorrebbe tornarsene a casa a Bristol. Tutto cambia quando incontra un produttore musicale squattrinato (Mark Ruffalo) che, affascinato dal talento della ragazza, le offre di registrare un album en plein air, per le strade della città.

Il look dell’artista neofolk è semplice, ma estremamente personale, fatto di pantaloni a vita alta, boyfriend jeans, abitini vintage, scarpe basse e tracolline. 

 

The Other Woman (2014) 

Tre donne diverse per carattere, aspetto, stile, età, unite dallo stesso uomo…insomma un disastro annunciato che in questo film diretto da Nick Cassavetes (figlio di due leggende del cinema: Gena Rowland e John Cassavetes) si trasforma una gradevole commedia sulla “sorellanza” femminile.

Le protagoniste sono Leslie Mann -Kate aka la moglie, Cameron Diaz - Carly aka l’amante e Kate Upton -Amber aka l’altra donna. Forse è superfluo dire che un ruolo prepotente nell’appeal del film lo hanno i costumi, curati da Paolo Nieddu e Patricia Field (Sex and the City). Carly è una donna moderna, attraente e di successo, come spiega la coppia di costumisti, ha uno stile sofisticato e ed elegante, firmato Antonio Beraldi, Martin Grant, Tom Ford e Rich Owens. Kate, rappresentata da Leslie Mann è come una donna degli anni ’50 piombata ai giorni nostri, sposata che vive in periferia, che non lavora e che vive una vita apparentemente perfetta. Il suo guardaroba è popolato da Prada, Kate Spade, Ralph Lauren, Lily Pulltzer, J. Crew, Red Valentino e Pucci. 

Infine c’è Amber, la più giovane, la tipica ragazza americana della porta accanto che indossa jeans e maglietta, ma mostra il fisico esplosivo in un bikini bianco ideato da Malia Mills.

Nel cast c’è anche Nicki Minaj nel ruolo della segretaria sexy di Carly, con i suoi abiti attillati, colorati, dalle fantasie eccentriche.

Quale stile preferite tra le quattro?

 

Brooklyn (2015)

Saoirse Ronan è uno dei giovani talenti da tenere d’occhio.

In questo film di John Crowley adattato per lo schermo dall’omonimo libro di Colm Tóibín nientemeno che da Nick Hornby, l’attrice interpreta una ragazza alla ricerca di una strada da seguire, in bilico tra un futuro in America col ragazzo che ama ed un passato in Irlanda, la terra a cui sente di appartenere.

Siamo negli anni ’50 in una Brooklyn che la fotografia di Yves Bélanger racconta alla perfezione, esaltando una moda fatta di tonalità pastello, vestiti con scollo all’americana, collane di perle e occhiali da sole fantasiosi e femminili.

L'ispirazione della costume designer Odile Dicks-Mireaux viena da un vecchio film casalingo dei genitori della produttrice Finola Dwyer, da molte fotografie vintage e da dive dello schermo dell’epoca, tra cui Elizabeth Taylor e Grace Kelly.

Il look preferito? Quello sfoggiato da Saorse-Eilis durante la giornata a Coney Island.

 

A Bigger Splash (2015) 

Luca Guadagnino ha un dono: rendere i suoi film un paradiso per gli occhi abitato da un senso dell’estetica meraviglioso e potente.

Non fa eccezione A Bigger Splash, film ispirato a Le Piscine di Jacques Deray del 1969 con Ralph Finnies, Tilda Swinton, Matthias Schoenaerts e Dakota Johnson al posto di Alain Delon, Romy Schneider, Jane Birkin e Maurice Ronet.

Per definirlo qualcuno ha usato le parole “Sesso, suspense e mar Mediterraneo”, tutti elementi che caratterizzano la storia di Marianne Lane (Swinton), una rock star che si sta riprendendo da un'operazione chirurgica alle corde vocali insieme al fidanzato Paul in vacanza a Pantelleria.  Ad un certo punto l’idillio  di coppia viene interrotto dall'arrivo dell'ex fidanzato della donna, Harry e della figlia di lui Penelope.

Maledettamente contemporaneo il look della ragazza interpretata da Dakota Johnson, ma l’attenzione è catalizzata da Tilda (una delle star più cool di sempre) e dai suoi abiti realizzati dalla costume designer Giula Piersanti in collaborazione con la maison Dior (quando Raf Simons era ancora il direttore creativo).

Una curiosità: l’outfit di Tilda alla fine del film, dove lei indossa una gonna a scacchi con un top abbinato è la versione più moderna ed estiva di un look indossato da Ingrid Bergman nel film Viaggio in Italia.