
Thomas Vinterberg racconta la campagna di Prada Paradigme con Tom Holland Intervista al regista e sceneggiatore danese

Cosa significa creare ed essere "in un altro modo"? È la domanda che attraversa Prada Paradigme, la nuova fragranza di Prada Beauty, e che il regista danese Thomas Vinterberg - autore di Another Round con Mads Mikkelsen e figura cardine del movimento Dogme 95 - porta sullo schermo nella campagna globale con Tom Holland. Con il suo sguardo sensibile e anticonvenzionale, Vinterberg traduce l’essenza del profumo in un racconto sul cambiamento, la ricerca di sé e la libertà di costruire il proprio percorso. In questa intervista ci racconta come è nato il film, il dialogo con Holland e cosa significa, oggi, riscrivere le regole della narrazione visiva per un marchio come Prada.
Intervista a Thomas Vinterberg, che ha diretto la campagna di Prada Paradigme con Tom Holland
Cosa ti ha spinto a partecipare al progetto e cosa ti ha entusiasmato di più della collaborazione con Prada Beauty?
Ho passato molto tempo a filmare i giovani e ho visto in prima persona la pressione a cui sono sottoposti. C'è questa tensione costante intorno all'identità, al comportamento e al modo di apparire in un mondo plasmato principalmente dai social media. Prada è un marchio intelligente e curioso, e ho sentito che c'era il potenziale per creare qualcosa di concreto, qualcosa che potesse offrire un po' di libertà e di sollievo ai giovani. Il mio lavoro si basa sul porre domande e, in questo progetto, la domanda sembrava fare già parte della risposta. Il team creativo ha accolto pienamente questo spirito. E oltretutto, è raro ed entusiasmante lavorare con un brand davvero all'avanguardia, che invita a sfidare le convenzioni e a ricercare nuove narrazioni.
Quali sono stati i tuoi primi pensieri quando hai saputo che Tom Holland sarebbe stato il volto di Paradigme?
Tom è sia un attore brillante che una persona pragmatica e intelligente, e per me era perfettamente adatto a questo progetto. Ho capito subito che non era venuto solo per interpretare un ruolo; tra noi c'era una fiducia reciproca, e lui sembrava disposto ad esplorare qualcosa di più personale del solito spot pubblicitario. L'ho trovato coraggioso e generoso da parte sua. Ovviamente non è esattamente Tom quello che vediamo, ma qualcuno che cresce grazie alla sua esperienza e al suo spirito, che riflette e reinterpreta la sua immagine pubblica.
Tu e Tom Holland sembrate aver instaurato un legame molto autentico durante le riprese. Puoi raccontarci qualcosa di questa dinamica e di questa collaborazione?
È stata una collaborazione molto sincera. Entrambi volevamo trovare qualcosa di autentico e offrire al pubblico un modo per entrare nei dubbi e nelle fragilità consuete che un giovane sperimenta oggi. Il processo in sé è stato semplice: abbiamo condiviso pensieri, sperimentato nuove soluzioni, evitato i cliché. L'idea era di dargli lo spazio per permettergli di essere sincero. Stavamo inseguendo un'emozione specifica, cercando al contempo di renderla silenziosamente bella. Procedendo insieme in questo processo, abbiamo stretto un legame, e questo ha reso l'intera esperienza molto piacevole per me.
Come descriveresti l'atmosfera e l'energia sul set durante le riprese della campagna?
Aveva il calore e l'intensità che cerco sempre nei miei film. Mi piace circondarmi di persone di cui mi fido: artisti di talento che siano anche delle belle persone. Era il modo in cui Tom e il cast si calavano nei loro ruoli, dando vita e spontaneità alle scene. Avevamo spazio per sperimentare, per giocare, per lasciarci andare. E questo ha dato a tutte le riprese un'energia viva e intima.
Ci sono stati dei momenti particolari che ti sono rimasti impressi?
La scena della danza mi ha davvero colpito. È stato pazzesco. Tom non è solo un grande attore, è anche un ballerino fantastico: molto fisico, molto espressivo. Era pronto a buttarsi, per far emergere qualcosa di nuovo. Poi ho avuto la fortuna di lavorare di nuovo con Niclas Bendixen, che mi aveva aiutato in Another Round (Un altro giro). Questa scena è diventata un momento cruciale, una sorta di liberazione emotiva. Tom si è fuso magnificamente col gruppo, reagendo ai loro movimenti, improvvisando, pienamente presente. È stato divertente, ma anche profondamente concentrato. Ci siamo impegnati tutti al massimo per catturare qualcosa di unico. Credo che siamo riusciti a renderlo contagioso. Ed era quello l'obiettivo.
Cosa speri che gli spettatori trarranno da questa campagna?
Non si può mai dire cosa le persone sentiranno o penseranno. Ma si può provare a sollevare delle domande che possano toccare una corda e creare una certa risonanza. Credo che questa campagna lo farà. Offre un personaggio che è sinceramente alla ricerca, il cui viaggio potrebbe ispirare altri a intraprendere il proprio. Forse incoraggerà persino qualcuno a riconoscersi in un modo diverso.






















































