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Ce ne andiamo di casa quando vogliamo (o quasi)

Andare a vivere da sole, spesso, è un miraggio: la situazione in Europa

Ce ne andiamo di casa quando vogliamo (o quasi) Andare a vivere da sole, spesso, è un miraggio: la situazione in Europa

Vivere da sole è divertente, vivere da sole è faticoso, vivere da sole, in Italia, a volte è un vero e proprio miraggio. Sappiamo bene di non essere in Finlandia o in Svezia, in cui l’età media in cui si raggiunge l’indipendenza dal nucleo familiare è rispettivamente 21,3 e 21,4 anni, ma addirittura 30 anni? Nel nostro paese, l’età media in cui i giovani vanno via di casa si è abbassata leggermente nell’ultimo anno (29,8), ma siamo ancora lontani dalla media europea, che prima del Covid era di 26,2 anni ed è passata a 26,5 dopo la pandemia. 

Andare via di casa: la situazione in Italia

Il punto è che non è affatto semplice - sopratutto in città come Milano e Roma - far coincidere un affitto o un mutuo con gli stipendi dei giovani professionisti, che spesso sono troppo bassi. Di conseguenza, la cosiddetta giovinezza ormai si è spostata in avanti: fino a 40 anni siamo ritenute giovani e inesperte ma tale appellativo può avere molteplici svantaggi. Ad esempio, porta a non essere prese seriamente sul mondo del lavoro. Anche quando si riesce ad andare via di casa, poi, si è costretti a dividere le spese con uno o più coinquilini. E spesso la situazione non è ideale, anzi.

Le colpe sono (anche) della scuola italiana 

Un altro ostacolo al raggiungimento dell’indipendenza delle giovani italiane è l’impostazione della scuola nei confronti del mondo del lavoro. Partendo dal presupposto che in molti paesi la scuola superiore e l’università durano quattro anni invece che cinque, la scuola italiana non rende affatto pronto l’individuo verso ciò che dovrà affrontare da adulto, sia a livello disciplinare che mentale.La scuola deve aiutare le nuove generazioni non solo a formare una coscienza sociale ma deve anche fornire basi di educazione finanziaria che ci possa preparare ai mille colloqui in cui saremo costretti a contrattare. Questo manca nella scuola e anche nella società, in cui troppo spesso si pensa che parlare di soldi sia volgare. Così rimaniamo isolate, all’oscuro di come va il mondo e in un certo senso vulnerabili

Le politiche di assistenza ai giovani e l'Europa

In questo quadro non ideale rientrano ovviamente anche le scelte della politica, che in paesi come l'Italia tendono a lasciare indietro i più giovani. In Europa gli unici che impiegano più di noi a lasciare l’abitazione del nucleo familiare d’origine sono i maltesi, i croati e i slovacchi (rispettivamente 30,1 anni, 34 anni, 31 anni). Questo è quanto emerge dai dati Eurostat riferiti al 2022. Sempre secondo Eurostat gli uomini escono di casa dopo: 27,3 anni gli uomini e 25,4 le donne. Tale differenza è stata osservata in tutti i Paesi. 

Ciò che è importante ricordare al di là dei numeri è che non esiste un'età fissa in cui fare le cose. I tuoi tempi, se sono tuoi, sono quelli giusti. L'importante è che sia tu a deciderlo e non la società a importelo o a non permettertelo.