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AIDS e HIV: prevenzione, dati, credenze e miti da sfatare

In occasione della Giornata Mondiale contro l'AIDS, rinfreschiamoci la memoria

AIDS e HIV: prevenzione, dati, credenze e miti da sfatare In occasione della Giornata Mondiale contro l'AIDS, rinfreschiamoci la memoria

Oggi 1 dicembre 2023 è la Giornata Mondiale contro l’AIDS. Questa ricorrenza, istituita nel 1988 da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha l’obiettivo principale di sensibilizzare l'opinione pubblica sull'HIV/AIDS, di combattere lo stigma associato alla malattia e di commemorare coloro che sono morti a causa del virus. Anche se moltissimi personaggi pubblici si sono battuti per questa sensibilizzazione (basti pensare a Lady Diana o a Madonna), ad oggi circolano ancora tante informazioni sbagliate o superate, falsi miti e consigli sulla prevenzione che si appoggiano più alla credenza popolare che alla realtà.

Storia HIV e incidenza ad oggi

I primi casi di AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita) si manifestarono negli Stati Uniti nel 1981, dando vita a una vera e propria epidemia che colpì soprattutto la comunità LGBT+ delle grandi città, da Los Angeles a New York. Il virus dell’HIV (virus dell’immunodeficienza umana), che provoca la sindrome, venne identificato e isolato tra il 1983 e il 1984 da un team di ricercatori tra Francia e Stati Uniti. Da allora, l’AIDS si è diffuso a livello mondiale, diventando una delle epidemie più devastanti della storia contemporanea. Secondo i dati della World Health Organization, dall’inizio dell’epidemia a oggi circa 85milioni di persone sono state infettate dal virus. Di queste, 40 milioni non sono sopravvissute. Alla fine del 2022 convivevano con il virus 39 milioni di persone. Si tratta dello 0.7% di persone nella fascia di età 15-49. L’Africa è il continente più colpito, con 1 persona su 25 (3,2%). L’identificazione del virus ha gettato le basi per la comprensione dell’origine e della trasmissione della malattia e anche della sua gestione

Come si trasmette l'HIV? Credenze e falsi miti

Ancora oggi, nel mondo, si tratta l’HIV come una condizione da appestati, che ghettizza e stigmatizza. In realtà, il virus ha delle modalità di trasmissione molto specifiche, che una volta tenute a mente possono contribuire alla sua prevenzione. Ad esempio, l’HIV non si trasmette assolutamente attraverso contatti casuali come abbracci, baci, strette di mano, utilizzo di servizi igienici comuni e condivisione di oggetti personali. L’origine dell’HIV non è da cercarsi in morsi di insetti o di zanzara. Si tratta infatti di un virus che vive esclusivamente nel sangue umano e non può sopravvivere in nessun altro organismo. Ancora, non può avvenire contaminazione attraverso cibo o acqua, perché non sopravvive a lungo all’esterno del corpo umano. Non si contagia attraverso la saliva o il sudore, a meno che non vi siano ferite aperte o lesioni sulle labbra, nella bocca o sul corpo. È trasmissibile, però, attraverso i rapporti sessuali (compreso il sesso orale, se sono presenti tagli o ulcere anche molto piccoli provocati dall’uso di filo interdentale o simili), attraverso il latte materno e con qualsiasi attività includa la condivisione di aghi e simili, e dunque di sangue

@ease.sg HIV/AIDS has always been wrapped in misconceptions. Help erase the stigma by learning the truth about it! #adulting #learningisfun #fyp Lazy Sunday - Official Sound Studio

Pregiudizi e condanne a morte

Per tutti questi motivi e specificità, è sbagliato, dannoso ed estremamente omofobo trattare l’AIDS come fosse una condizione esclusiva della comunità LGBT+. Essendo una malattia che dipende dai comporamenti più che all’orientamento sessuale (o dal genere, o dall’età), considerarla legata a determinate comunità porta avanti ulteriori pregiudizi e convinzioni errate, che possono mettere a rischio le persone. Infine, cerchiamo di sfatare il falso mito più importante di tutti. L’HIV non è una condanna a morte. Fin dagli anni Ottanta la scienza e la medicina hanno fatto passi da gigante nel rendere gestibile una condizione cronica, che come tale va trattata. La terapia antiretrovirale, ad esempio, permette di convivere con la condizione in maniera sana e anche longeva, a patto che si porti avanti in maniera costante la terapia. Questi farmaci, inoltre, riducono di molto la carica virale, rendendo più difficile il contagio. Il problema, ad oggi, è che non sono accessibili a tutti.

@zachwillmore Like don’t you think I already feel like that every single day? #hiv #viral Originalton - Delicious_audios

La prevenzione all'HIV

La prevenzione è l’arma più potente che abbiamo per contenere l’HIV e, chissà, magari anche debellarlo. Campagne di educazione e sensibilizzazione rivolte alle scuole e alle comunità possono fare miracoli nell’evitare che il virus si diffonda, informando in maniera chiara e accessibile su possibili rischi e buone pratiche. In primis, si tratta di precauzioni che riguardano la sfera sessuale. L’uso corretto e costante del preservativo durante i rapporti riduce significativamente il rischio di trasmissione dell’HIV (e di altre infezioni sessualmente trasmissibili, se è per questo). Ancora, bisogna evitare a tutti i costi la condivisione di siringhe o aghi. Si consiglia di sottoporsi regolarmente al test dell’HIV (qui e qui qualche indicazione), anche se si pensa di condurre una vita a basso rischio o se si sta vivendo una relazione monogama e, se invece si ci sente a rischio, di sottoporsi alla PrEP, profilassi pre-esposizione, per prevenire l’infezione. Anche lottare per rendere le cure accessibili a tutti può essere una forma di prevenzione. Come fa, ad esempio, l'associazione RED, che vuole sanare la distanza tra la parte del mondo ricca e quella povera, dalle medicine in poi.  

@coutureinclinic HIV long term survivor awareness day #hiv #hivaidsawareness #hivtiktok original sound - Asia Sullivan, PA-C, MPH

Parlare delle cose le rende meno spaventose

Alla base di tutte queste dritte e consigli c’è sempre la stessa cosa: la comunicazione. Che sia tra partner, tra tossicodipendenti, tra chiunque sia stato contagiato con il virus, tra chi si sente a rischio ma è risultato negativo al test e anche e soprattutto tra tutti gli altri, quelli sani. Parlare del virus, delle sue modalità di trasmissione, delle pratiche di igiene sessuale e durante l’uso di droghe può essere un grandissimo step nel controllo e, chissà, anche nell’eliminazione della malattia. Un passo alla volta.