Le eroine dei cartoon giapponesi: Bulma

Non c’è un Millennial in Italia che non si emozioni ascoltando le note della sigla della prima serie di Dragon Ball. L’appuntamento era fisso, tutti i giorni su Italia1, dopo il telegiornale e prima de I Simpson: nonostante ai genitori di tutto il paese non andassero giù le sue scene violente (e le battute del Maestro Muten sulle mutandine di Bulma, le battaglie che andavano avanti per settimane...), Dragon Ball è forse il più grande punto di riferimento di un’intera generazione di bambini cresciuti negli anni Novanta.

Dragon Ball

Nato nel 1984 dalla matita di Akira Toriyama (all’epoca già famoso per aver disegnato le avventure di Dr. Slump e Arale) e ispirato al romanzo Il viaggio in Occidente, uno dei più grandi classici della letteratura cinese, l’universo di Dragon Ball è dominato dai combattenti. Molto più che in altri manga (per esempio, One Piece), i personaggi più amati sono quelli più forti; ne è una prova lo scarso successo di Krillin e Yamcha (chi?), contro alla gloria di Goku e Vegeta. Tra le battaglie infinite e fusioni di dubbia logica, però, c’è un personaggio che ha attraversato tutta la saga senza mai tirare un pugno: Bulma, l’unica vera protagonista femminile, nonché uno dei personaggi più popolari di tutta la serie.

Fragole o il principe azzurro?

Insieme a Goku, Bulma è il personaggio più longevo di Dragon Ball. Il suo debutto risale al primissimo episodio: sorella minore di Tights, la protagonista femminile del manga prequel di Dragon Ball (Jaco the Galactic Patrolman), dopo aver trovato la prima sfera del drago nella sua soffitta è lei che decide di iniziare il viaggio alla ricerca delle altre sfere. Il suo obiettivo non è chiaro: in un primo momento vuole assicurarsi una fornitura a vita di fragole, poi l’uomo dei suoi sogni. Sarà proprio durante la strada che incontrerà Son Goku, a cui rimarrà legata con affetto fraterno fino alla fine della saga. Il suo percorso all'interno dell'anime è un vero e proprio romanzo di formazione che la accompagna dall’adolescenza, quando è ancora una ragazzina di 16 anni testarda e viziata, fino all’età adulta. Man mano che passano gli anni (e le storie d’amore, prima con Yamcha, poi con Vegeta, da cui avrà anche due figli) Bulma cambia radicalmente, fino a diventare una donna elegante, coraggiosa e premurosa.

Le ispirazioni per Bulma

Se Dragon Ball è ispirato al romanzo Il viaggio in Occidente, con Goku nei panni del protagonista Sun Wukong, Bulma è ispirata al monaco Sanzang: entrambi sono la controparte furba e non violenta del protagonista e invece di combattere preferiscono nascondersi e giocare d’astuzia; allo stesso modo, sono soliti servirsi di abili sotterfugi per farsi ubbidire da amici e nemici. Proprio come Nami di One Piece e Fujiko di Lupin III, infatti, Bulma è nota per la sua intelligenza fuori dal comune: è un pozzo di scienza in grado di inventare qualunque cosa, dalle tute da combattimento per i Sayan alle navicelle spaziali. È lei che ha progettato il Dragon Radar, lo strumento che permette di trovare le sfere del drago e persino una macchina del tempo; e se è vero che negli anni l’attenzione si è sempre di più concentrata su Goku e in generale sui meccanismi della lotta (sia contro i nemici che nei tornei), il ruolo di Bulma è sempre stato fondamentale, tanto da conquistarsi l’amore incondizionato di tutti i fan della saga.

Una curiosità? Tutta la famiglia di Bulma porta i nomi di indumenti intimi. Suo padre, infatti, è il Dr. Brief (gli slip da uomo); sua sorella si chiama Tights, che significa i collant; suo figlio si chiama Trunks, ovvero i boxer aderenti; sua figlia Bulla, che in slang significa reggiseno. Il nome Bulma, infine, indica i pantaloncini corti che le ragazze usano per fare ginnastica (dall’inglese bloomers).

I migliori look di Bulma

In un universo di shōnen manga (i manga dedicati a un pubblico principalmente maschile), Bulma è stata una delle prime protagoniste femminili a portare la passione per la moda. Nel corso delle stagioni e degli episodi, è frequente vederla cambiare abito. L’approccio alla sua rappresentazione, sempre alla moda e attenta al make up, ha aperto le porte a diversi altri personaggi femminili. 

Bulma non è una combattente, è una ragazza comune con una spiccata intelligenza e savoir faire, che riflette anche nell'accuratezza dei suoi look. Se da un lato, personaggi come Nami di One Piece e Fujiko/Margot vestivano in modo più sensuale e incarnavano la figura della guerriera e della femme fatale, Bulma invece punta sul colore, su un abbigliamento che ne risalti i punti di forza pur lasciando intravedere poco, e sulla semplicità. Colori pop, fantasie e pattern divertenti (come i celebri slip con le fragole) e uno stile versatile. Bulma alterna infatti un abbigliamento quasi streetwear, con capi che ricordano lo stile utility contemporaneo (come vest, piumino, waistbag, tuta arancione) a look più girly fatti di minidress, camicette, foulard, orecchini ad anello e di perle colorate), e persino un costume che ricorda quello delle conigliette della Playboy Mansion. 

Capelli e accessori

Oltre ad uno stile unico e stravagante, Bulma è uno dei personaggi dei cartoon ad aver cambiato il maggior numero di acconciature e tagli di capelli durante le stagioni della saga. I suoi capelli sono di solito azzurri, ma le sfumature variano nelle puntate dal celeste, al turchese, fino al verde acqua; in alcune occasioni ha sfoggiato anche una chioma lilla, colore che indiscutibilmente ritroviamo fra i trend del momento. Per quanto riguarda gli hairstyle, l'elenco è davvero lunghissimo: Bulma ha portato capelli cortissimi, con ciuffo ribelle, ma anche un bob corto con e senza frangia, a volte decorato da un voluminoso headband; capelli di media lunghezza, con frangia, raccolti in una coda bassa o in una ponytail, e spesso raccolti in una treccia alta fermata da un fiocco rosso sulla nuca; in pochissime occasioni ha indossato anche una chioma riccissima e voluminosa. Fra gli accessori preferiti, sicuramente ci sono i foulard, ma anche gli orecchini e le decorazioni per capelli sono nella top 3 di Bulma.