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Cosa sono le amicizie mimetiche?

Le parole delle esperte per riconoscerle e forse anche evitarle

Cosa sono le amicizie mimetiche? Le parole delle esperte per riconoscerle e forse anche evitarle

"Vi è mai capitato che all’interno della vostra compagnia di amici entrasse a far parte una persona nuova e che in poco tempo riuscisse pian piano a tirarsi dietro tutte le vostre amicizie, sostituendosi a voi?": questo il quesito lanciato su TikTok da Eleonora Montagna, nota violinista ed attrice. Alla domanda segue i racconti di alcuni episodi spiacevoli da lei vissuti in passato: "Mi è capitato due volte di incontrare queste persone con personalità adesiva. Vi invidiano talmente tanto da desiderare anche le vostre amicizie e tentano quindi di creare quella sorta di complicità con loro, estromettendovi": ha continuato, spiegando come in entrambi i casi le sue amiche di una vita si siano fatte manipolare dalla new entry del gruppo, arrivando addirittura a credere a storie totalmente inventate su di lei. 

Cosa sono le amicizie mimetiche? La parola alle esperte

La ragazza non è la prima ad utilizzare l'espressione amicizie adesive sui social, ma la psicologia che ha da dire al riguardo? Come ci spiegano le psicologhe Gaia Cavalleri e Francesca Picozzi, non c’è un fondamento scientifico a riguardo. Possiamo però parlare della teoria mimetica e di come questa influenzi i nostri rapporti d’amicizia. Gaia Cavalleri fa luce sul fenomeno: "All’interno di uno stesso gruppo capita non raramente di influenzarsi a vicenda, oltre al fatto che sin da bambini uno dei processi attraverso i quali apprendiamo è l'imitazione. Con il termine 'amicizie mimetiche' intendiamo quelle relazioni interpersonali dove le persone coinvolte tendono a imitarsi reciprocamente, adottando comportamenti e/o atteggiamenti simili. Questo tipo di legame può nascere quando due soggetti trovano una certa affinità nel modo di pensare o agire, portando ad un modellamento reciproco, spesso inconsapevole". 

@eleonoramontagnana

In tutto ciò ho dimenticafo di farvi vedere il look finito!!! Lo trovate nelle mie stories!!!

suono originale - Eleonora Montagnana

Storia della teoria e dell'amicizia mimetica

A parlarne per la prima volta fu il filosofo René Girard, il quale sostiene che il desiderio umano non sia innato, ma piuttosto plasmato dall'imitazione. Impariamo a desiderare le cose osservando e imitando gli altri. L'antropologo Robin Dunbar suggerisce che le amicizie si formino sulla base di interessi, attività e visioni del mondo condivisi, e questo fa sì che il desiderio mimetico metta radici all'interno dell'amicizia. E non c'è niente di male, soprattutto se non si trasforma in qualcosa di più sinistro, come purtroppo potrebbe accadere.

Il mimetismo nelle amicizie: aspetti positivi e negativi 

Non si tratta di un concetto totalmente negativo, chiarisce Cavalleri: "In alcuni casi può contribuire al benessere emotivo e alla crescita personale, offrendo sostegno reciproco, in altri invece può portare ad una dipendenza eccessiva nei confronti dell’altro e anche alla perdita della propria identità, a conflitti e gelosie". Per capire meglio luci ed ombre di questa teoria, gli studiosi l’hanno applicata alle dinamiche dell'amicizia nelle sitcom, come ad esempio Friends. Gli amici di questa serie tv spesso svolgono attività insieme, alimentando un senso di desiderio condiviso. Ad esempio, le loro frequenti visite al Central Park rafforzano un desiderio di caffè e compagnia che a sua volta rende più solido il loro legame. Questo però può portare con sé competizione e conflitto. Ciò è evidente negli episodi in cui gli amici competono per lo stesso interesse romantico, come Ross e Chandler che lottano per Rachel. Il loro desiderio iniziale per Rachel si intensifica quando vedono che anche l'altro la desidera. Uscendo dalla metafora, a volte ci accorgiamo che alcune persone vogliono assomigliarci, anche nelle scelte di abbigliamento, a volte per starci più vicine, altre per sostituirci o per prendere il nostro posto. Ciò riflette l'idea che i desideri siano contagiosi e incontrollabili e possano diffondersi attraverso l'interazione sociale. Infine, gli amici cercano l'approvazione l'uno dell'altro, e vogliono impressionarsi a vicenda con i propri successi. Ottenere qualcosa, infatti, almeno secondo la teoria mimetica, diventa più desiderabile se ti garantisce l'approvazione sociale.

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Come porre fine ad un rapporto mimetico e cosa fare se siamo noi gli amici adesivi

"Vi è mai capitato di avere amici che vivessero in funzione vostra, e non dico in senso positivo? Quasi da appiccicarsi a voi, diventando la stessa persona, impedendovi di vedere altre persone e di muovervi in maniera autonoma nella vita? Questi rapporti sono molto forti e intensi, e si riconoscono un po' a pelle. Distaccarsene non è facile, perché i momenti belli sono altrettanto forti, ma bisogna sempre ricordare che siamo esseri unici a prescindere da chi frequentiamo": sottolinea Francesca Picozzi, trovandosi concorde con Gaia Cavalleri, che aggiunge: "In questo caso un individuo può sentirsi fortemente legato all’altro, ma questo legame si basa su bisogni emotivi non soddisfatti (come paura dell’abbandono o scarsa autostima)". Questa insoddisfazione non può essere una base sana per un'amicizia, anzi, può farci sentire intrappolati e manipolati

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L'importanza di stabilire dei confini e di mettere dei paletti

Una delle manifestazioni possibili dell'incarnazione negativa di questo tipo di rapporto è l’incapacità di stabilire confini, come anche la possessività e la costante richiesta di attenzioni e conferme. Alla lunga queste dinamiche possono diventare dannose per entrambe le parti coinvolte, impedendo lo sviluppo di relazioni più equilibrate. Una delle red flag è appunto l’eccessiva dipendenza nei confronti dell’altro. Il tema sta prendendo sempre più piede nella nostra società, tanto da essere indagato e rappresentato da realtà quali il cinema e la letteratura. Basti pensare all’amicizia peculiare tra Art Donaldson e Patrick Zweig in Challengers. Da parte nostra, una cosa utile potrebbe essere mettere dei paletti e prendere le distanze da questi rapporti ambigui, facendo molta attenzione a quale tipo di bisogno o tendenza risvegliano in noi, anche con l'aiuto di una figura professionale, che potrebbe aiutarci a leggerli in una luce diversa.