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Per delle festività natalizie senza bodyshaming

L'unico regalo che vogliamo? Nessun commento sul nostro corpo

Per delle festività natalizie senza bodyshaming L'unico regalo che vogliamo? Nessun commento sul nostro corpo

Il Ringraziamento e il Friendsgiving, l’Immacolata, la vigilia Natale e Santo Stefano, poi ancora Capodanno e l’1 gennaio. Le feste sono arrivate, e per il prossimo mese e mezzo non avremo scampo. Per molte persone ritrovarsi in famiglia, tornare nella propria casa Natale e rivedere tutti dopo mesi di lavoro, scuola o università è bellissimo, il momento migliore dell’anno, caloroso e positivo. Non è difficile capire perché: ci si scambiano caldi abbracci, si scelgono i regali per gli altri e si scartano i propri, si mangia la cucina della nonna o della mamma, tavole imbandite di antipasti, primi, secondi, contorni e dessert. Per altre persone, però, questo ritorno alla vita familiare, questo rivedere parenti che non si vedono esattamente dal dicembre precedente provoca disagio, conversazioni imbarazzanti, fastidiose notazioni sui corpi, domande invadenti sulle nostre relazioni e sul nostro successo accademico o lavorativo. Insomma, ci costringe a condividere il tavolo con gente che si fa gli affari nostri in maniera pruriginosa e anche inconsciamente maligna e che siamo felici di non vedere più di una volta l’anno. 

Le domande e i commenti fastidiosi dei parenti 

Vi è mai capitato che il vostro vecchio zio o vostra cugina che torna apposta dalla Svizzera (o qualcosa del genere, ci siamo capiti) vi dicessero "oddio, come sei dimagrita/ingrassata/sciupata/pienotta" o simili? O che i vostri parenti, finalmente riuniti attorno a un tavolo, commentassero tutti i cambiamenti fisici di loro conoscenti comuni davanti a tutti gli altri, portandovi a pensare ossessivamente al vostro, di fisico? Questa abitudine, purtroppo tipica, non è altro che una forma di bodyshaming, e spesso anche di fatshaming nello specifico. Se fatto davanti al cibo, poi, può portare con sé una stratificazione di fastidi, provocare mancanza di appetito, diventa una vera e propria intrusione in abitudini private e magari dolorose, da gestire davanti ai familiari e senza farne un dramma, sminuendo e sorridendo di fronte a una spinta che, in realtà, andrebbe completamente sradicata.

@ninniskogli why do they have the need to comment every little detail on someone’s body? #almondfamily #almondmom #bodyshamingneedstostop #holidayseason Shut Up - I Heart Fergie

Un problema con delle conseguenze serie

Inutile a dirsi, i commenti sul corpo fanno male. Fanno male a chi li riceve direttamente, modificando il suo rapporto con il cibo e con il proprio corpo. Fanno male a chi li sente e li interiorizza, teme di riceverli a sua volta, si tutela modificando il suo apporto calorico, mangiando troppo o troppo poco. Non lo diciamo noi, lo dicono le psicologhe e le terapeute che si occupano di disturbo del comportamento alimentare e che evidenziano l’importanza dell’apporto comunitario al percorso di cura, come ad esempio il Renfrew Center. Questi commenti, e questo va sottolineato, non colpiscono tutti allo stesso modo. Secondo uno studio compiuto nel giugno del 2021, infatti, questo fenomeno colpisce soprattutto le persone con un BMI (Body Mass Index) più alto. Secondo lo stesso studio, inoltre, questi commenti colpiscono soprattutto nell’infanzia e nell’adolescenza, influenzando il comportamento alimentare per anni ma con picchi di stress proprio durante quei periodi. La conclusione? Lo studio sottolinea il bisogno di implementare iniziative multinazionali per supportare le persone che hanno queste esperienze e, aggiungiamo noi, per sensibilizzare il resto del mondo. Infine, segnaliamo come, secondo Tiziana Corteccioni, psicologa e psicoterapeuta: “La psiche umana è profondamente modellata dal suo ambiente culturale. Tuttavia, pochi studi hanno esaminato le dinamiche relative all’influenza culturale nella vita quotidiana, specialmente quando si tratta di plasmare gli atteggiamenti impliciti delle persone. Il bodyshaming può causare sentimenti di inadeguatezza, ansia e depressione, mancanza di autostima e senso di vergogna”.

Cambiare il modo in cui si parla di corpo in generale

Come se non bastasse, dove finiscono i commenti dei parenti iniziano i buoni propositi per l'anno nuovo e in men che non si dica ci troviamo circondati da persone che esclamano di essere ingrassate, di dover assolutamente iscriversi in palestra o mettersi a dieta, di dover fare detox, juice cleansing e chissà quale altra pratica estrema. Questo modo di parlare di corpi come cose da risolvere, e di due abbuffate come di gravi peccati da cui redimersi al più presto è un problema di tutti, e anche se non siamo il bersaglio di notazioni fastidiose dovremmo fare molto caso a come parliamo di cibo, grasso e simili attorno alle altre persone. Non sappiamo mai cosa potremmo andare a toccare e disturbare, ed è meglio essere cauti, gentili e delicati con tutti, in generale. 

@wellwithraele Direct and to the point! #wellwithraele #communicationskills #weightloss #weightgain original sound - wellwithraele

Come reagire ai commenti di bodyshaming

Insomma, la ricerca, i professionisti e le rilevazioni statistiche stanno coprendo una sorta di lacuna nei dati, spiegandoci cose sul bodyshaming e sul peso di certi commenti che non potevano misurare scientificamente, ma che potevamo immaginare. Che è legato al fatshaming, ad esempio. O che colpisce di più nell’adolescenza, periodo in cui siamo più suscettibili a certe cose. Sarebbe assurdo continuare su questa linea di supposizioni nate dalla misurazione della realtà e aggiungere che spesso i bersagli sono soprattutto le ragazze ma non solo? Crediamo di no. Essere innervosite è giusto, reagire anche, non solo quando siamo i bersagli di un certo tipo di discorsi, ma anche quando li sentiamo intorno a noi. Con il rischio di rovinare il clima di festa, ma con la possibilità costruttiva di fare da deterrente per commenti o domande simili l’anno prossimo, e iniziando a dare il buon esempio in prima persona.