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HeyGen: cos'è e quali rischi comporta

Da Kendall Jenner in poi, quali sono le possibilità dell'intelligenza artificiale?

HeyGen: cos'è e quali rischi comporta Da Kendall Jenner in poi, quali sono le possibilità dell'intelligenza artificiale?

Tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo desiderato di  possedere un sosia che si recasse all’interrogazione o al  lavoro al posto nostro. E se vi dicessimo che per molte  persone che lavorano online questo potrebbe accadere?  Per questa possibilità dobbiamo ringraziare HeyGen, l’ultimo software di intelligenza artificiale che sta facendo impazzire i social. Diversi i creator  che hanno deciso di dar vita ad un loro sosia digitale in grado  di sostituirli in un contenuto video, come ad esempio la  tiktoker Vickybeauty. Che cos’è che rende questo  simulatore così stupefacente rispetto a tutti quelli di cui si  sente parlare ogni giorno? L’avatar creato da HeyGen non  solo riproduce fedelmente le fattezze di chi lo utilizza ma è anche in grado di parlare tante lingue.

Una possibile applicazione e una riflessione significativa

Fare una presentazione in tedesco o in francese non sarà difficile grazie all’AI, poiché il movimento delle labbra è compiuto perfettamente a tempo con le parole ed il tutto è spaventosamente naturale. Per utilizzarlo vi basterà caricare vostre foto e video sul sito e scrivere nella sezione apposita il testo che volete far pronunciare al vostro alter ego. Oltre ad esprimere la preferenza per una determinata lingua, potete anche registrare degli audio, così che l’AI possa riprodurre la vostra voce. “La cosa un po' strana è che non riuscivo a distinguere la vera me dalla versione dell'intelligenza artificiale e questo potrebbe essere un problema in futuro” ha osservato Vicky dopo aver utilizzato l'app, ed il suo punto di vista risulta molto utile per aprire un dibattito pubblico proprio su questo tema. 

@lavickybeauty Questo video è stato creato con l’aiuto dell’intelligenza artificiale. Ho potuto creare il mio avatar che è difficilmente distinguibile dalla vera me. È un tema molto delicato al momento e ho voluto mostrarlo e parlarne per aumentare la consapevolezza e le potenzialità di questo strumento. #ai #intelligenzaartificiale #artificialintelligence #heygen #aivideo credit: @Elvis Tusha original sound - Vicky

Le celebrities vendono le loro fattezze a Meta

In questi giorni stiamo assistendo ad un fenomeno  senza precedenti, che vede come protagonisti influencer e  celebrities. Charlie D’Amelio, Kendall Jenner e altri hanno venduto la loro immagine a Meta. Di conseguenza, sono stati trasformati in chatbot in grado di interagire con gli utenti su Instagram, Messanger e  Whatsapp. Voce ed  aspetto sono le uniche cose che questi assistenti virtuali  hanno in comune con l’identità dei vip, il loro nome è infatti  stato cambiato con uno più breve e facile da ricordare, come Coco e Billie. Sui profili di queste entità virtuali si può  scorrere tra post e reels, proprio come in un normalissimo account. Le foto, però, sono interamente frutto dell’AI e vengono generate automaticamente. 

@chrisverzwyvelt Kendall Jenner sells digital likeness to META for them to create an ai chatbot. Other celebs followed making upwards of 5 million dollars for 6 hours of work at the cost of their likeness being used for 2 years. #ai #kendalljenner #artificialintelligence original sound - Chris Verzwyvelt

Le parole di Zuckerberg

Secondo Zuckerberg, proporre un servizio del genere può avere una duplice funzione, per chi produce e per chi consuma. Le aziende, in futuro, potranno infatti usufruire di queste tecnologie open source per automatizzare e personalizzare le interazioni quotidiane con i consumatori. Si tratta del nuovo programma di Meta AI Studio, grazie al quale: "Anche altre compagnie potranno creare personaggi AI che riflettano i valori del loro brand e migliorino le esperienze nell’ambito del servizio clienti. Dalle piccole aziende che desiderano rendere scalabili le proprie attività alle grandi che vogliono migliorare le comunicazioni, le AI possono aiutare le imprese a coinvolgere i propri clienti attraverso le nostre app”. Il consumatore, invece, in un futuro prossimo si troverà davanti a chatbot intelligenti, consiglieri online di fiducia che lo aiuteranno ad ottenere le risposte che cercano, a completare rapidamente le transazioni e che gli forniranno un quadro generale sulla migliore decisone da prendere per il suo shopping. Questo approccio - che trasformerà per sempre l'interazione digitale, il servizio clienti, l'e-commerce e la distribuzione dei contenuti - non ha però solo risvolti positivi. 

Il problema della privacy

Tra i tanti dubbi sollevati dagli utenti, il rischio di mettere a repentaglio la propria privacy è sicuramente al primo posto. "È importante sapere che addestriamo e ottimizziamo i nostri modelli di intelligenza artificiale generativa per limitare la possibilità che le informazioni private che l’utente potrebbe condividere con gli strumenti di AI generativa appaiano nelle risposte ad altre persone. Per esaminare le interazioni con la nostra intelligenza artificiale utilizziamo sia la tecnologia automatizzata che gli individui, in modo da poter, tra le altre cose, ridurre la probabilità che gli output dei modelli includano informazioni personali di qualcuno e migliorare le prestazioni del modello", queste le parole con cui Zuckerberg ha voluto rassicurare i cittadini digitali. in Italia, però, la funzione che consente di avviare una conversazione con uno dei 28 avatar realizzati da Meta non è ancora disponibile.

@claudiodelaini1 Intelligenza Artificiale per l'UE e il rischio inaccettabile Giugno 2023 ha portato la bozza del Regolamento Europeo sull'Intelligenza Artificiale, noto come AI Act. Questo regolamento offre una definizione di intelligenza artificiale all'articolo 3 che andiamo a vedere in dettaglio. Seguiteci per ulteriori informazioni! #intelligenzaartificiale #regolamentoeuropeo #aiact #leggeue #giugno2023 suono originale - Claudio Delaini

L'etica online

Mai come prima d’ora bisogna mettere in chiaro le intenzioni dei  codici deontologici, dei regolamenti internazionali e dell’etica online. Diversi esperti di  filosofia etica e sociologi contemporanei hanno fatto notare i  rischi che tutto questo comporta. Dal 2021 l’UE ha introdotto  il concetto di rischio dell’intelligenza artificiale, e ha creato per misurarlo una scala  che va da minimo ad inaccettabile. Oltre alla proposta di  regolamento all’approccio europeo all’intelligenza artificiale,  sono nati disegni di legge più recenti, come quello presentato  dal senatore Antonio Nicita, sulla trasparenza  dell’intelligenza artificiale. Questa proposta consiste  nell’introdurre l’obbligo di garantire, per i soggetti che  diffondono contenuti generati da AI, un’etichettatura univoca che permetta di rendere i contenuti generati automaticamente riconoscibili immediatamente da quelli generati dagli esseri umani.

@angietutorials Io quando ho visto il giapponese: #angietutorials #artificialintelligence #aitutorial #aitranslator #contentcoach #artificialintelligence #aitranslation Monkeys Spinning Monkeys - Kevin MacLeod & Kevin The Monkey

Gli utilizzi sinistri dell'AI

È vero, tecnologie come HeyGen ti potrebbero aiutare a  coprire con il tuo datore di lavoro quella piccola bugia che avevi messo sul curriculum, a mandare un video d'auguri al tuo amico di cui ti dimentichi sempre il compleanno entro la mezzanotte e a mostrarti sempre truccata e ben vestita nelle call di lavoro. Ma se qualcuno usasse lo stesso strumento  per commettere un reato, o magari diffamare qualcuno sui  social con la tua immagine e senza il tuo consenso? Se alcuni colossi dell’ informatica e del settore tech hanno deciso di firmare una lettera aperta "per mettere in pausa l’avanzamento  dell’intelligenza artificiale", allora forse dovremmo fermare a rifletterci anche noi. Il  dibattito resta tuttora aperto: c’è chi come Meta promette  un assoluto rispetto per le normative della Privacy e chi invece non fa fede  alle promesse fatte nella lettera, come Elon Musk e la sua  nuova startup “xAI”. Cosa ci aspetta? Staremo a vedere.