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10 atlete che hanno fatto la storia delle Olimpiadi

Dalle ginnaste Simone Biles e Nadia Comaneci a Federica Pellegrini

10 atlete che hanno fatto la storia delle Olimpiadi Dalle ginnaste Simone Biles e Nadia Comaneci a Federica Pellegrini
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@momiji_nishiya830
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Sono determinate e talentuose. Affrontano rigidi allenamenti, sacrifici, in gara contro gli avversari, ma, soprattutto contro se stesse. Si sfidano a diventare migliori, inseguendo l’obiettivo di una medaglia nella competizione più prestigiosa di sempre: le Olimpiadi. Vengono da mondi e epoche diverse, ognuna con il proprio background, i propri sogni, i punti di forza e le debolezze, ma per un attimo speciale si sono distinte dalla massa, rivoluzionando con piccoli o grandi gesti lo sport. Si chiamano Nadia, Federica, Simone, Alice, Charlotte, Ondina, Flo-Jo, Nikki, Abbey, Momiji e sono alcune delle donne che hanno fatto la storia delle Olimpiadi.

 

Charlotte Cooper - 1900, Olimpiadi Estive di Parigi

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I primi Giochi Olimpici moderni ufficiali risalgono al 1870, ma erano considerati da Coubertin una sorta di celebrazione della virilità e perciò erano riservati agli atleti maschi. Dovettero passare 30 prima che le donne fossero ammesse. Su un totale di 997 atleti, 22 donne gareggiarono in cinque sport: tennis, vela, croquet, equitazione e golf. Tra tutte loro, fu la tennista inglese Charlotte Cooper, battendo in finale l’americana Marion Jones (6-1, 6-4) ad entrare nella storia come la prima donna a vincere una medaglia d’oro.

 

Ondina Valla - 1936, Olimpiadi Estive di Berlino

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Trebisonda "Ondina" Valla è una campionessa della corsa ad ostacoli tanto che 1932 viene invitata partecipare ai Giochi di Los Angeles del, ma non ci riesce ad andare a causa delle opposizioni della Chiesa che considera lo sport non adatto alle donne e del regime fascista che è legato all’immagine di donna-madre relegata al focolare domestico. Intervista anni dopo, ricorderà: "Avrei dovuto partecipare anche all’Olimpiade precedente, quella del 1932 a Los Angeles. Ma sarei stata l’unica donna della squadra di atletica e così mi dissero che avrei creato dei problemi su una nave piena di uomini. La realtà è che il Vaticano era decisamente contrario allo sport femminile". La sua occasione arriva con le Olimpiadi di Berlino 1936 dove Ondina si aggiudica il primo posto e il record mondiale nella gara degli 80 metri ostacoli. Valla è la prima donna italiana a vincere una medaglia d’oro nella storia delle Olimpiadi.

 

Alice Coachman - 1946, Olimpiadi Estive di Londra

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Alice Coachman è stata la prima donna afroamericana a vincere la medaglia d’oro. In un piovoso pomeriggio londinese, davanti a 83.000 persone, l’atleta fa una perfetta sforbiciata e supera l’asticella posta a 1.68 m, stabilendo il record olimpico nel salto in alto (imbattuto per 8 anni). Una volta tornata in Georgia, viene festeggiata da un lungo corte che da Atlanta l’accompagna fino ad Albany, la sua città natale. Ma sono gli anni della segregazione razziale e presto l’entusiasmo lascia il posto all’America più bieca e conservatrice. Durante la celebrazione del suo successo olimpico, il sindaco si rifiuta di stringerle la mano o di farla parlare e Alice è persino costretta ad uscire da una porta laterale alla fine della cerimonia che in suo onore. Nel 1952 Coachman, che nel frattempo ha lasciato lo sport per l’insegnamento, si prende una piccola rivincita personale e viene ingaggiata come brand ambassador dalla Coca Cola, diventando così la prima afroamericana a ottenere un contratto pubblicitario.

 

Nadia Comaneci - 1976, Olimpiadi Estive di Montreal

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Prima di Nadia Comaneci la perfezione alle olimpiadi non esisteva. L’esibizione alle parallele della giovane ginnasta rumena è così impeccabile e stupefacente che per la prima volta nella storia i giudici assegnano 10 ad un’atleta. La cosa è talmente inaspettata e priva di precedenti che il tabellone, non essendo tarato per numeri superiori al "9.99", segna "1.00". Alla fine dell’edizione delle Olimpiadi di Montreal, Nadia, che all’epoca ha solo 14 anni, porta a casa cinque medaglie: tre ori, un argento e un bronzo.

 

Florence Griffith Joyner - 1988, Olimpiadi Estive di Seoul

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È il 16 luglio 1988, quando ad Indianapolis, durante i Trials per le Olimpiadi di Seul, Florence Griffith Joyner corre i 100 metri in 10’49″ spazzando via il precedente record del mondo di Evelyn Ashford (10’76”). Alle Olimpiadi vere e proprie l’atleta è in gara in quattro discipline e ottiene una medaglia in ognuna di esse: oro nei 100, nei 200, nella staffetta 4×100 e argento nella 4×400. I suoi risultati sono così impressionanti che in molti insinuano facesse uso di sostante dopanti. Ad alimentare i sospetti è anche la decisione di ritirarsi dallo sport, proprio dopo quel fantastico 1988, l’anno in cui diventa per tutti non solo come "la donna più veloce del mondo", ma anche come l’atleta più stilosa di sempre. I suoi outfits sono leggendari e hanno ispirato sia Beyoncé sia Serena Williams: tutine attillate, coloratissime e asimmetriche, che lasciano scoperta una gamba, e, soprattutto, lunghissime unghie laccate e decorate ad arte.

 

Federica Pellegrini - 2008, Olimpiadi Estive di Rio di Pechino

Federica Pellegrini è tra le migliori e più longeve nuotatrici del mondo. Nel 2008, alla sua seconda partecipazione alle Olimpiadi, vince i 200 metri stile libero con il tempo di 1'55"45, stabilendo così il nuovo record mondiale e regalando all’Italia il primo oro femminile olimpico del nuoto. Oltre dieci anni dopo, a Tokyo 2020, si qualifica per la finale della sua categoria, ottenendo un altro record storico mai raggiunto da nessuna nuotatrice: la quinta finale olimpica nella stessa prova.

 

Nikki Hamblin & Abbey D'Agostino - 2016, Olimpiadi Estive di Rio di Janeiro

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Durante una delle batterie dei 5000 metri, il gruppo di runner frena bruscamente e la neozelandese Nikki Hamblin finisce a terra dolorante, spinta involontariamente dall’americana Abbey D’Agostino che, incurante della brutta torsione al ginocchio destro subita a sua volta, si ferma e aiuta la collega a rialzarsi. Ricominciano insieme la corsa, zoppicando e sorreggendosi l’un l’altra. Prima di quel momento non si conoscevano nemmeno, ma alla fine, tagliano il traguardo insieme e concludono la gara con un lungo abbraccio. Quell’immagine del 2016 diventa simbolo di sorellanza e fair-play.

 

Fu Yuanhui- 2016, Olimpiadi Estive di Rio de Janeiro

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Durante le Olimpiadi di Rio, Fu Yuanhui ha conquistato il pubblico due volte. La prima è stata quando ha mostrato in un’intervista diventata virale la sua reazione sorpresa alla vittoria della medaglia di bronzo nei 100 metri dorso, guadagnandosi la definizione di "atleta più adorabile delle Olimpiadi di Rio". La seconda è stata dopo la sua brutta prestazione nella finale della staffetta 4×100 mista. Intervista post-gara, la nuotatrice cinese ha essere in forma e di non essere riuscita ad ottenere un buon risultato anche a causa delle mestruazioni. Una risposta semplice e diretta che è suonata rivoluzionaria perché in Cina il ciclo mestruale è ancora un grosso tabù. 

 

Simone Biles - 2021, Olimpiadi Estive di Tokyo

Simone Biles è entrata nella storia come la ginnasta più decorata di sempre. Dopo aver aver vinto la medaglia d’oro a Rio de Janeiro nel 2016 nella gara "all around" (ovvero su tutte e quattro le specialità: trave, parallele, volteggio e corpo libero), tutti si aspettavano nuove medaglie arrivare da Tokyo 2020. Così non è stato. L’atleta ha deciso di ritirarsi dalla competizione non per un infortunio fisico, ma dei problemi psicologici. Biles ha detto: "Dobbiamo anche concentrarci su noi stessi, perché alla fine della giornata, siamo anche noi esseri umani. Dobbiamo proteggere le nostre teste e i nostri corpi, e non solo andare lì e fare quello che il mondo vuole che facciamo". Poche parole che rilanciano il dibattito sulla salute mentale nello sport.

 

Momiji Nishiya - 2021, Olimpiadi Estive di Tokyo

@momiji_nishiya830
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Momiji Nishiya ha vinto il primo oro nello skateboard street della storia Olimpica. A soli 13 anni, con un punteggio di 15.26 nella sezione trick, Nishiya è entrata nella storia.