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La trasformazione della famiglia Kardashian da DASH a Disney+

The Kardashian approda su Hulu e Disney + il 14 aprile, tra controversie e contenuti più business focused

La trasformazione della famiglia Kardashian da DASH a Disney+   The Kardashian approda su Hulu e Disney + il 14 aprile, tra controversie e contenuti più business focused

Quante cose sono cambiate per il clan di Calabasas dal lontano primo episodio di KUWTK del 2007, "Ti tengo d'occhio". Ora che manca davvero poco all’uscita del nuovo reality show dedicato alla famiglia più nota d’America, The Kardashians, pronto allo sbarco sulle piattaforme di Disney+ e Hulu il 14 aprile, l’attenzione è decisamente alle stelle. Non soltanto perché a quasi nove mesi dalla conclusione del celeberrimo programma che ha lanciato le cinque ragazze Losangeline e la loro «momager», Keeping up with the Kardashians, durato quindici anni e 20 stagioni, ci sembra impossibile aver vissuto tanto a lungo senza poter seguire da vicinissimo le vicende di Kourtney, Kim, Khloé, Kendall e Kylie e mamma Kris. Ora che Kim è nel pieno della sua lotta con Kanye e frequenta Pete Davinson, Kourtney è prossima alle nozze con Travis Barker, Kylie ha appena partorito e Kendall posta foto con Devin Booker mentre continua a solcare passerelle come modella più pagata al mondo, la realtà della family più famosa dell’entertainment attuale si fa ancora più interessante.

La curiosità attorno alla serie è attivata  dalla scelta della piattaforma di lancio, Disney+ , notoriamente canale di streaming family-friendly,  identità che il marchio ha gelosamente custodito nel tempo tanto da cancellare nel 2019 il reboot di Lizzie McGuire per divergenze artistiche apparentemente “non il linea con il marchio” tra la società e la protagonista Hilary Duff. Non c’è da stupirsi quindi, se l’annuncio del canale di una nuova trasmissione incentrata sulla famiglia drama-queen per eccellenza ha lasciato stupita una lunga lista di fan incendiando un dibattito sui social network che hanno visto non soltanto impazzire i pollici lesti del web, ma anche una petizione lanciata su change.org per far cancellare il programma. Tanto fumo e niente arrosto alcuni direbbero, visto che il clan Kardashian-Jenner e il suo nuovo reality rimangono confermati dalla Disney, e anzi, da consuetudine, le critiche e il clickbait non hanno fatto altro che alimentare un brand globale che fattura ormai qualche miliardo di dollari, vendemmia follower sui social e spacca gli indici d’ascolto in tv, cosa che tra l’altro conferma la natura business-savvy del marchio topolino.

Cosa aspettarsi dalla nuova serie? Uno switch di contenuto, con un focus più business-oriented e meno incentrato sugli affari personali della family, come aveva confermato Kim in un'intervista di ottobre con il Wall Street Journal “Ovviamente, non assicuro che il nostro lato più giocoso e più familiare non venga fuori ma non sarà quello al centro dello show” affermava la founder di SKIMS. Tuttavia, c’è da credere – e sperare – che il format mantenga, oltre al pizzico di trash, molte ispirazioni dalla struttura originale di KUWTK e dal voyeurismo che ha consacrato le cinque sorelle su E! Entertainment a partire dal 2007. Questo perché, tra le doti di questa famiglia c’è il saper mantenere il loro impero edificato all'interno di un contesto mediatico in continua evoluzione. D’altronde, se la tv è l’amplificatore, i social sono decisamente il moltiplicatore del loro successo e revenues, tanto che oggi mamma, figlie e annessi sono definiti come la “famiglia reale d’America”. E pensare che c’è stato un tempo in cui le Kardashian non erano nessuno, prima del porno amatoriale di Kim con Ray J, del reality, di Instagram, delle cover su Vogue e dei colossi della moda che lottano per accaparrarsi un pezzetto di loro… ancora prima del nastro adesivo di Balenciaga.

Un tempo, in cui la famiglia viveva felice sotto lo stesso tetto di Calabasas, Bruce Jenner era l’addetto al giardino, e le ragazze, perfette figlie della West Coast nell’era Y2K, erano un cocktail esplosivo di provincialismo e stereotipi delle Valley girls fieramente armate di flip-flop, piercing all'ombelico, tute di ciniglia, lenti da sole con strass e una collezione di it-bag con logo ben in vista. Un tempo in cui addirittura avevano un lavoro “comune” come un negozio di abbigliamento DASH e Kendall veniva scritto con una sola L nella sigla. E mentre persino papà Bruce ha avuto la sua trasformazione da padre conservatore slash campione mondiale di decathlon alle Olimpiadi di Montréal nel ’76, a Caitlyn, donna transessuale più chiacchierata d’America, l’unica a non essere cambiata – almeno nello spirito – è Kristen Mary Houghton Kardashian Jenner, meglio nota come Kris, che all’alba dei 67 anni rimane , soprattutto, ancora l’impresario e “amministratore delegato” di tutta la baracca, il cui affetto secondo le figlie è giustificato soltanto da quel 10% che trattiene dalla quota di ogni ingaggio.

Nell’impressionante evoluzione generale di ogni membro della famiglia che dalla versione “grezza” ha piallato ogni sua sfaccettatura ai limiti della perfezione, un minuto di silenzio lo dedichiamo a Rob Kardashian, il fratellino più piccolo della famiglia, unico maschio in questo gineceo che dopo una sfortunata relazione con la rapper Blac Chyna, una figlia di nome Dream e uno spin-off di scarso successo, rimane una figura tristemente secondaria nel business plan ideato da Kris. Chissà se Rob è felice di sopravvivere  solo in qualche post di buon compleanno sull’account Instagram delle sorelle, visto che dai rumors non sembrerebbe nemmeno far parte del nuovo show al debutto su Disney. Ma in fondo si sa, il loro non è mai stato un mondo di uomini.