Cristina Scelzo

28, Counselor

Cristina Scelzo

28, Counselor

Mi chiamo Cristina Scelzo, ho 28 anni e sono una counselor. Nel mio lavoro il mio compito è quello di aiutare le persone - in particolare adolescenti o giovani uomini e donne - a capirsi un po’ di più e a manifestare il proprio potenziale. L’approccio che utilizzo si fonda sul rapporto umano tra due individui, e per “umano” intendo quello fatto di ascolto attivo, sincero e privo di giudizio. Accettando incondizionatamente le persone che mi parlano, il mio obiettivo è quello di aiutarle ad accettare se stesse per come sono fatte, sapendo che non esiste un prototipo di umano e che ognuno ha delle caratteristiche uniche, le quali, se accolte con rispetto, possono essere sfruttate ed espresse in maniera positiva, permettendo così la realizzazione di sé e della propria autenticità.

Per me essere donna significa essere libera di scegliere ciò che voglio fare e come lo voglio fare, chiaramente rispettando gli altri.

Essere donna, oggi, per me vuol dire poter essere mamma della mia bimba, moglie di una persona completamente diversa da me e svolgere il lavoro che amo. “Essere donna” tuttavia è un concetto che percepisco nel momento in cui emerge l’idea comune che distingue ciò che può fare un uomo da ciò che non può fare una donna e viceversa.

La società sta evolvendo, ma quando lo stereotipo fuoriesce dalle menti e dai gesti delle persone in maniera inconsapevole ma convinta, o quando sono le leggi a salvaguardare questa disparità, è lì che mi accorgo di essere donna oltre che persona.

Sorellanza invece è un termine che mi sta insegnando diverse cose nell’ultimo periodo.

Associo questa parola a divertimento, curiosità, supporto, comunità. Noto che supportare un’altra donna mi dona un senso di leggerezza tale che ogni tanto mi chiedo come mai non sia una pratica più comune.

Premesso che sento di avere ancora molto da imparare, penso che uno degli insegnamenti più importanti tra quelli imparati dalle difficoltà o dai momenti di svolta nella mia vita, sia il fatto di ascoltare e accettare la mia autenticità. Le mie idee, i miei valori, i miei obiettivi non devono essere accettati da tutti e va bene così, anzi, è normale che sia così. Non posso fermarmi solo perché tutte le persone a cui chiedo consiglio non condividono la mia idea. In tanti hanno e avranno un’idea diversa o contraria alla mia, ma ciò non indica che sia io quella sbagliata, ma che siamo tutti umanamente diversi.

Ognuno porta al mondo il proprio bagaglio personale e la propria autenticità

Quindi tanto vale valorizzare ciò che ci appartiene e ci rende unici piuttosto che tentare di omologarci a quella che pensiamo sia una versione di noi più accettabile. Se siamo noi stessi, se ci accettiamo, troviamo il nostro posto in questo mondo. E non solo, ma ci diamo il permesso di evolvere in ciò che siamo realmente.

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