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Dal post-soviet style a Kanye West: l'ascesa di Lotta Volkova

La stylist che sta plasmando la moda contemporanea

Dal post-soviet style a Kanye West: l'ascesa di Lotta Volkova La stylist che sta plasmando la moda contemporanea

Lotta Volkova. È questo il nome che ha riecheggiato di più nel fashion system contemporaneo. Questa ragazza altissima, col viso da bambina e l’incarnato d’alabastro, è la mente (o meglio il gusto) dietro al successo di Demna Gvasalia e Gosha Rubchinskiy, insieme a loro ha portato sotto i riflettori il post-soviet style, contaminando la visione estetica attuale. Ecco tutto quello che dovete sapere su di lei. 

 

Il suo nome viene da un classico del rock

Lotta Volkova Adam. Suona dannatamente cool. Il merito del nome va alla madre della stylist che nella Russia del 1984, anno di nascita della ragazza, aveva voglia di ribellione e una passione per il post-punk primi anni '80 e per il rock dei Led Zeppelin, in particolare per la loro hit Whole Lotta Love

 

Deve la passione per la moda alla madre e a Jean Paul Gaultier

Al confine orientale della Russia, precisamente nella città portuale di Vladivostok dei primi anni ’90, l’accesso a vestiti e riviste di moda è limitato. Lotta entra in contatto con i prodotti occidentali grazie al padre, capitano di una nave da carico, che, al ritorno dai suoi viaggi, le porta cassette, vestiti e altri prodotti raccolti in giro per il mondo. La ragazza ricorda così quel periodo: 

Abbiamo visto la moda come qualcosa di inaccessibile, in un certo senso, ed è per questo che è stato molto eccitante. Non si poteva necessariamente andare a comprare quello che si voleva. Avevi bisogno di fartelo fare da una sarta o di convincere qualcuno ad andare all'estero per comprarlo. 

La fame di cultura pop è grande e da adolescente Volkova divora le immagini delle sfilate sul suo computer, anche se il primo vero contatto con il mondo della moda lo deve a Eurotrash, programma tv inglese condotto da Antoine de Caunes e Jean Paul Gaultier, come ha raccontato lei stessa:

La prima volta che ho scoperto la moda è stata attraverso la serie Eurotrash, quel programma con Jean Paul Gaultier e Antoine de Caunes. Stavo guardando Jean Paul Gaultier nudo su un albero, che intervistava qualcun altro nudo in un altro albero. Era così dannatamente strano e così divertente. Ho pensato: “Wow, voglio essere come queste persone".

Aggiungete la visione di Björk in abito cigno by Marjan Pejoski alla cerimonia degli Oscar del 2001 e l’immaginario estetico della giovane Volkova è ormai segnato per sempre. 

La spinta definitiva la danno sua madre, docente di fisica alla scuola di medicina dallo spirito ribelle, e l’amore per John Galliano e Alexander McQueen, che le suggerisce di frequentare la stessa scuola dei suoi designer preferiti: la Central Saint Martins.

 

Ha iniziato la sua carriera disegnando abiti

La futura image maker arriva a Londra a 17 anni per alcuni corsi trimestrali alla Central St Martins e si laurea successivamente in arte e design. Se la mattina frequenta le lezioni, la sere è una habituee dei locali londinesi. Presto diventa famosa nell’ambiente dei club e della night life inglese per i suoi look DIY di ispirazione punk. Amici e conoscenti le chiedono pezzi esclusivi, fino a quando qualcuno le suggerisce di creare un vero e proprio brand. Nasce così Lotta Skeletrix

Era molto semplice. Era una sorta di streetwear ispirato al punk, alla New Wave e alla cultura post-punk. Molti compratori si erano mostrati interessati, così ho iniziato a venderlo. Poi ho avuto il mio primo show e ho iniziato a vendere da Dover Street Market a Londra, e ho incontrato Rei Kawakubo. È stato un processo molto naturale. Non ho mai puntato a diventare una designer o qualcosa del genere. 

Racconterà qualche anno più tardi Lotta in un’intervista. Terminata la scuola si trasferisce a Parigi e il suo brand finisce nel dimenticatoio. Volkova si accorge che la parte che preferisce del lavoro è produrre immagini, creare look. Ora è pronta ad iniziare una nuova avventura come stylist, grazie al primo ingaggio offertole dalla famosa fotografa Ellen Von Unwerth

È stato un amico comune a presentarle Demna Gvasalia

La vita di Lotta è fatta di incontri fortunati e casuali, una dimostrazioni di quanto a volte trovarsi nel posto giusto al momento giusto sia fondamentale. A Londra durante le sue serate nei club (ne organizzava lei stessa una chiamata Kashpoint) incontra Gareth Pugh, diventa amica di Gosha Rubchinskiy e viene fotografata da Wolfgang Tillmans. Nicola Formichetti, che all'epoca lavorava come stilista e buyer per le boutique Pineal Eye, a Londra, e Side by Side, in Giappone, è uno dei primi a supportare il suo brand Skeletrix. A Parigi Ellen Von Unwerth, incuriosita dal suo look, dà inizio alla sua carriera di stylist, mentre è un amico comune, Thom Murphy, a presentarle il futuro marito, il consulente creativo Alban Adam. Nello stesso modo conosce Demna Gvasalia e, come sempre “per caso”, inizia a collaborare con lui.

Un giorno mi mostrò le foto della sua collezione. Trovavo i suoi vestiti super, ma non lo styling. Così, Demna mi chiese di occuparmi della cosa. Lavoriamo insieme dal 2015. Sono consulente del brand, mi occupo delle collezioni e delle sfilate, dal casting alla supervisione dello stile.

Così per Lotta si apre la strada di un successo eccezionale. Ormai famosa, Volkova continua a lavorare prevalentemente con gli amici come Sander Lak da Sies Marjan, Johnny Coca da Mulberry o la fotografa Harley Weir. Persino negli scatti di streetstyle è quasi impossibile trovarla da sola. Lotta è sempre circondata da una crew di modelli e creativi come Paul Hameline, Jamie Bochert, Walter PearceAdrian Hurtado

 

Ha contribuito ad imporre il post-soviet style

Gosha Rubchinskiy, Demna Gvasalia e Lotta Volkova. Sono loro tre gli “inventori” del post-soviet style. Tre trentenni legati da radici comuni, talento e una precisa visione estetica.

Siamo della stessa generazione e ci capiamo. E poi sì, abbiamo dei riferimenti imprescindibili in comune. La Russia, la caduta del comunismo, la Chiesa ortodossa, gli anni Novanta. Poi ciascuno li rielabora a modo proprio. 

Con queste parole Lotta risponde a chi le chiede del fenomeno che ha colpito l’industria fashion, imponendo uno stile che si basa su una bellezza non convenzionale, fatta di capi oversize, felpe con stampe di band metal, abbigliamento sportivo degli anni '90 e t-shirt con scritte in cirillico. Elementi fino a poco prima considerati cheap o kitsch diventano il fulcro del nuovo lusso, quello che tutti vogliono indossare. La moda di Gvasalia e Rubchinskiy, resa estremamente incisiva dagli outfit creati da Volkova, è un mash-up di contaminazioni, citazioni, tra punk, grafica costruttivista, e la street culture vissuta dai tre creativi durante la loro adolescenza trascorsa a pane e Mtv nell’ex Cortina di Ferro, dove, dopo il crollo del comunismo, tutto sembrava possibile, nuovo e migliore. La lingua, l'immaginario, i vestiti, filtrati dal punto di vista di quei teenager (e per questo crudi, rozzi) hanno dato vita a nuovo concetto di bello che al pubblico occidentale suona nuovo, underground, unico e, per questo, appetibile. Il tutto amplificato dal fatto che a mostrare questi capi post-soviet ipercool sono amici, gente reclutata con street-casting, persone comuni con corpi normali, “nodels” (come li ha definiti Vogue Uk). Un fascino simile a quello esercitato dalla Berlino di un paio di decenni fa, come ha dichiarato Alexandre ­Samson, tra i curatori del museo della moda parigino Palais Galliera a Madame Figaro:

Si tratta di una nostalgia del passato senza nostalgia, è piuttosto un'estetica propria della cultura slava, anche se si avverte comunque una certa affinità con lo stile underground berlinese. 

 

Capire il gusto dei Millennial

Sono sempre stata più interessata ai vestiti che alla moda. Il modo in cui guardi i vestiti, e come rappresentano ciò che ti piace nella vita, come rappresentano i tuoi interessi. Per me, i vestiti sono un'uniforme che presenta la cultura a cui ti senti legato. Mi piace il modo in cui una t-shirt dice tanto di te. Sono cresciuta a Vladivostok, in Russia, nell'ex URSS. Non avevamo nulla, ma avevamo Internet. Ero ossessionato dall'informazione, ero ossessionata dalla scoperta delle cose. Questa è ancora la mia forza trainante, per trovare qualcosa di nuovo. Voglio scoprire e far scoprire agli altri. Ovviamente, non ci sono più sottoculture da scoprire, almeno non nel mondo occidentale. Si tratta più che altro del remix delle informazioni. I bambini di oggi - la nuova generazione - pensano in modi diversi. Non hanno nemmeno la conoscenza di cosa sia una sottocultura. Non è rilevante per loro. Se vogliono indossare una maglietta punk, non significa che devono ascoltare musica punk o avere un punto di vista politico. Non hanno questa mentalità. Nella mia generazione, quando eravamo grunge, eravamo grunge. Era una mentalità. Ecco perché oggi sono così interessata ai diversi codici delle uniformi sociali. 

Parole di Lotta che, anche per quanto appena detto, indica Instagram come il medium meglio riflette la sua visione del futuro. 

 

Bello e brutto convivono nella sua visione estetica

Si dice che dietro ad un grande uomo ci sia sempre una grande donna. La grande donna dietro al successo di Gvasalia e di molti creativi contemporanei è Lotta Volkova. È lei con il suo gusto a rendere accattivante e vincente il post soviet style. Il suo lavoro è una continua ricerca di equilibrio tra globale e locale, mainstream e sottoculture, fake e autenticità, bello e brutto

Mi interessa guardare le cose in modo diverso. Mi interessa guardare a qualcosa che non siamo necessariamente abituati a considerare bello. Mi interessa mostrare un altro lato delle cose che trovo belle, che trovo reali e interessanti. Non mi interessano necessariamente il cattivo gusto o il kitsch, o è solo qualcosa che guardo in modo diverso. Sono interessata a mostrare un altro lato delle cose. Non fraintendermi, anche a me piacciono le cose belle, ma andare oltre i classici confini della bellezza mi sembra molto più interessante. Mi piace scavare sotto alle apparenze, andare in profondità.

Ha ribadito più volte Lotta e ha aggiunto:

Ho sempre avuto un senso dell’estetica particolare, molto forte e un po’ crudo. Vivo di contrasti, per me è tutto nero o è bianco, non ho molte vie di mezzo…Sono sempre stata molto interessata alle subculture in generale. I codici sociali, le uniformi: mi è sempre piaciuto giocare con gli schemi e stravolgerli, mixare le referenze per creare qualcosa di nuovo, di completamente differente. 

La visione estetica di Lotta è fortemente influenzata dal suo background, è un mash-up di punk, feticismo, street culture, 90s vibes che nei suoi shooting spesso si traduce in outfit fatti di decostruzione, stratificazioni, volumi over che si mescolano a linee scultoree, pose che esaltano la mobilità del corpo.

 

È apparsa 9 volte in passerella per Demna Gvasalia

Consulente, stylist, musa e anche modella. Il rapporto tra Lotta e Demna Gvasalia è così stretto che lei è salita in passerella più volte per l’amico, sia da Vetements sia da Balenciaga, incarnando alla perfezione l’estetica del designer. Nelle ultime stagioni, però, è rimasta dietro le quinte. Se le sfilate la lasciano in secondo piano, Volkova resta una delle protagoniste preferite dai fotografi di streetstyle che non perdono l’occasione per immortale i suoi eclettici outfit. 

 

Nel suo futuro c’è Kanye West

Lotta è una donna molto impegnata. Continua a lavorare per i brand dei suoi amici, da Vetements e Balenciaga a Sies Marjan, da Mulberry a Alyx e a realizzare lo styling per molti editoriali, spesso fotografati da Harley Weir e Johnny Dufort. Nell’ultimo anno, la creativa ha partecipato a Miu Miu Portrait, nuovo progetto fotografico realizzato dal marchio in collaborazione con Julie Greve che ha per protagoniste 16 giovani donne (scelte sui social network) immortalate senza filtri, in abiti Miu Miu Pre-fall 2019 e FW20. Lotta è anche stata scelta da Marc Jacobs per aiutarlo nel lancio della nuova label The Marc Jacobs, che ha esordito pochi mesi fa con un interessante lookbook Pre-fall 2019. La collaborazione più interessante dell’anno, però, potrebbe essere quella con Kanye West. A febbraio, infatti, Volkova è stata immortalata in compagnia della star e in molti, compreso Vogue Us, hanno insinuato che il loro incontro poteva essere indizio di una futura partnership. Ancora oggi non sappiamo se Kanye abbia chiesto a Lotta solo qualche consiglio di stile o se la abbia coinvolta nei prossimi progetti del suo brand Yeezy

 

Ha realizzato una collezione in collaborazione con adidas

L’ultimo progetto di Lotta è una collaborazione con adidas Originals. Annunciata lo scorso febbraio con uno scatto IG in cui la stylist stessa indossava una tuta giallo e verde acido, abbinata ad una handbag in total pink, la collezione comprende capi d’abbigliamento e accessori che mescolano forme 70s e vibes anni 2000. La stylist gioca reinterpretando l’heritage del brand attraverso la sua estetica ugly e DIY: i costumi da bagno a vita alta si ispirano ai body attillati indossati dalle pattinatrici su ghiaccio e si portano con le calze auto reggenti; i top asimmetrici e la mini da tennis danno un twist girlie; la tuta verde è un’evoluzione della prima tuta mai realizzata da adidas; le giacche a vento si coprono di zip; la borsa è resa unica da una tasca che ricalca la forma della racchetta da ping-pong. Per le scarpe, invece, Volkova ha scelto di proporre l’adidas SL72, una silhouette originale disegnata per gli atleti degli anni '70, e il Trefoil Mule, una sorta di adilette con zeppa disponibile in 2 varianti di colore: uno stile nero con strisce rosse sul lato e logo Trefoil sulla tomaia, e uno stile rosso con dettagli bianchi. 

La collezione adidas Originals creata da Lotta Volkova è disponibile sul sito del brand, in-store e in selezionati retailer. 

 

È la stylist del lookbook per la collezione SS21 di Alyx

Matthew M. Williams ha scelto Lotta come stylist per la collezione SS21 di Alyx. Presentata con un lookbook scattato da Toyin Ibidapo e portata a termine via Zoom a causa della pandemia, la proposta, sia menswear sia womenswear, testimonia l’evoluzione del brand che, dallo streetwear utilitaristico, è sempre più focalizzato sulla sartorialità. I nuovi capi, con le loro silhouettes pulite, essenziali e leggermente boxy, mostrano l’abilità del designer (recentemente nominato direttore creativo di Givenchy) per taglio sbieco e costruzione sartoriale impeccabile. A catturare l’attenzione sono la cura dei dettagli come i bordi verniciati delle giacche, la trapuntatura rettangolare dei cappotti, le tasche sigillate da bottoni automatici in metallo, l’uso della pelle di pitone e le borchie. Abbandonata l’iconica Buckle Belt, i pezzi must-have della collezione sono gli slip dress, le giacche ed i completi ricoperti da circa 12.000 borchie a semiluna applicate a mano, ognuna delle quali richiede sei giorni di lavoro per essere prodotta.